Fondi pensione: il rating non è più l'unico parametro per decidere su cosa investire

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foto: autor Stefano Petroni, Flickr, creative commons

Il rating, ovvero il giudizio espresso dalle agenzie su titoli e prodotti finanziari, non può essere l’unico criterio utilizzato dai fondi pensione per scegliere quali investimenti effettuare: lo ha stabilito un decreto legislativo approvato dal Governo nel Consiglio dei Ministri dello scorso 10 febbraio, in recepimento di una direttiva europea (la 2013/14/UE).  L’obiettivo della norma: tutelare maggiormente coloro che investono nei fondi pensione. Le nuove disposizioni si applicano agli enti pensionistici aziendali e professionali, in generale a tutti i fondi pensione, e anche ai gestori di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM), ai fondi di investimento alternativi (FIA). Il punto è il seguente: limitare fortemente l’utilizzo automatico dei livelli rating come parametro fondamentale per decidere su cosa investire da parte di un fondo. La direttiva europea di riferimento, che viene appunto recepita dalla legge italiana, prevede che le società di gestione o di investimento utilizzino: “procedure di gestione del rischio che consentano loro di controllare e di valutare in ogni momento il rischio delle posizioni e il contributo di queste ultime al profilo di rischio generale del portafogli, senza affidarsi esclusivamente e meccanicamente ai giudizi emessi dalle agenzie di rating del credito".

Gestione del rischio

La norma comunitaria chiede anche agli Stati Membri di sensibilizzare le autorità di vigilanza alla verifica dell’adeguatezza delle procedure di valutazione del rischio. Si tratta di una norma che va verso la creazione di un mercato europeo dei fondi pensione, con regole uniformi e adeguate garanzie sul fronte della trasparenza e della gestione del rischio. Quest’ultimo è uno dei parametri fondamentali discussi dalle autorità finanziarie, in ambito normativo e non solo, anche in occasione del flop delle agenzie di rating nella valutazione dei rischi finanziari legati ai titoli tossici di Lehman Brothers prima, piuttosto che al rischio contagio della crisi del debito poi. Nessuno di questi due fattori scatenanti delle più gravi crisi finanziari del dopoguerra era stato adeguatamente previsto.

In questo contesto, il mercato dei fondi pensione è particolarmente delicato, rappresentando in sostanza un pilastro previdenziale. Lo ha sottolineato il presidente vicario della COVIP Francesco Massici, nel corso di un’audizione in Commissione parlamentare di controllo lo scorso 12 febbraio: "nell’investire le risorse raccolte dagli iscritti, le forme previdenziali non operano come meri intermediari finanziari, bensì come strumento attraverso il quale i lavoratori possono accedere a trattamenti pensionistici adeguati ai bisogni dell’età anziana. La massimizzazione dei rendimenti costituisce senz’altro un obiettivo da perseguire, ma entro un grado di rischio che sia ragionevole e compatibile con la finalità previdenziale".

l segmento dei fondi pensione è ultimamente interessato da parecchi novità anche legislative, ad esempio in materia di tassazione: la Legge di Stabilità ha appena alzato le imposte sul settore al 20%, con effetto retroattivo sul 2014, controbilanciando almeno in parte l’aumento con un credito d’imposta per i fondi che effettuano investimenti a medio e lungo termine.