Forum AIPB, non solo digitalizzazione nel private banking

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foto: autor archivio.digitpa.gov.it, Flickr, creative commons

Professionalità, fiducia, rapporto umano, ma anche costruire il futuro del risparmio gestito coi nuovi mezzi tecnologici. All'XI Forum del private banking, svoltosi il 10 novembre al Barclays Teatro Nazionale di Milano, si parla anche di tecnologia e finanza. "Non siamo dinosauri" dice Maurizio Zancanaro, presidente di AIPB e amministratore delegato di Banca Aletti. "La tecnologia deve essere sempre al servizio del private e del cliente, ma dobbiamo sempre tenere a mente la riservatezza del rapporto e la privacy del cliente. La tecnologia deve agevolarci, ma rimane sempre il rapporto umano", dice Zancanaro all'auditorium di investitori private e operatori di settore. Come a dire che il private banking è pronto a innovarsi, ma senza dimenticare gli aspetti che l'hanno reso tale.

Il servizio di private banking sta vivendo infatti un momento d’oro: negli ultimi anni i principali gruppi bancari italiani hanno messo il private banking e i servizi di consulenza finanziaria ai clienti private al centro della propria strategia. Questo implica una forte assunzione di responsabilità da parte tutti gli operatori, non solo verso i clienti finali, ma anche verso i propri colleghi e il gruppo di appartenenza.  Mettere al centro il banker è, ad esempio, l'obiettivo di Progetto Alfabeto, la sfida di Banca Fideuram. "Si tratta di un progetto innovativo non solo rispetto a quello che vedo in Italia, ma anche negli Stati Uniti", dice Paolo Molesini di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking. "Partirà nelle prossime settimane e il banker si troverà nel suo tablet sia la banca sia la clientela", un modo per poter interagire e incrementare le occasioni di dialogo e confronto. D'altronde, come sottolinea Antonio Bottillo, country head di Natixis Global AM, "prepararsi al dialogo con le nuove forme di clientela (come ad esempio la Generazione Y ndr) è già parlare di futuro, anche se il robot advisory è un tema meno sentito in Italia". Anche per Davide Gatti, direttore vendite di Anima SGR, "l'approccio è ancora abbastanza conservativo. Bisogna pensare alla digitalizzazione per rendere accessibile la banca, attraverso la tecnologia. Ma serve anche una modalità di rivedere il business. Il cliente vuole, di fatto, una persona professionale ma anche umanamente vicina, che condivida le scelte". 

La tecnologia facilita l'accesso, ma non si può prescindere dalla figura del private banker, concordano gli esperti chiamati sul palco del Forum AIPB. "Se cambia il cliente deve cambiare anche il professionista - sottolinea Molesini -. È per questo che per i clienti più giovani un professionista non basta più: ci vuole un team di gestione, che lavori anche sulla rete, ma che diventi sempre più esperto nella gestione totale del patrimonio che, come i clienti, sta cambiando".