Rodolfo Fracassi, direttore e co-fondatore di MainStreet Partners, dimostra con dati alla mano che i vincitori di domani saranno le aziende attente alla sostenibilità.
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Il 2017 è stato senza dubbio un annus mirabilis per gli investimenti sostenibili e il 2018 pare non sarà da meno. L’economia mondiale sta prestando sempre maggiore attenzione alle tematiche ambientali e sociali e il fenomeno è nettamente palpabile anche nell’industria degli investimenti: aumenta la propensione degli investitori a dedicare parte del proprio portafoglio a strategie sostenibili e ad impatto, la cui offerta sta crescendo esponenzialmente, il tutto sotto l’attenta supervisione delle istituzioni nazionali e sovranazionali (recentemente la Commissione europea ha presentato una bozza del Piano d'azione per la finanza sostenibile).
A cosa si deve, però, questo notevole trend di crescita? “Sicuramente la scelta di investimenti sostenibili viene dalla maggiore consapevolezza degli investitori, più inclini verso aziende e settori che rispondono alle esigenze di sostenibilità del pianeta e della società su più fronti ma non bisogna tralasciare un altro aspetto fondamentale, ovvero che questi investimenti hanno caratteristiche di rendimento in linea con quelli tradizionali o addirittura superiori se aggiustati per il rischio”, spiega Rodolfo Fracassi, direttore e co-fondatore di MainStreet Partners, società d’investimento con sede a Londra specializzata in investimenti sostenibili e ad impatto sociale ed ambientale.
Migliori performance
Senza tanti giri di parole, l’esperto spiega, con cifre alla mano, perché conviene investire puntando sui settori attenti alla sostenibilità e le relative aziende leader: “Vantano prospettive di crescita e di produzione di profitti superiori alla media di mercato nel lungo termine perché non solo seguono ma guidano nel modo corretto l’evoluzione del mondo. Pensiamo al settore dei produttori di cibo biologico: si parla di una crescita annua del comparto dell’8,4% [1] su scala globale, contro una crescita del settore food ‘tradizionale’ che si ferma intorno al 3%. Non solo, negli ultimi tre anni il comparto delle energie rinnovabili ha raccolto il doppio degli investimenti rispetto al settore ‘energy’ nel suo complesso, spingendo un’evoluzione tale per cui entro pochi anni le energie pulite saranno prodotte a costi piu’ contenuti di quelle derivate da fonti fossili [2]”.
Percentuali, queste, che secondo Fracassi non lasciano adito a dubbi: “I ‘vincitori’ di domani saranno le aziende attente alla sostenibilità e le performance ottenute da questi comparti supportano la tesi”. Gli indici ESG, infatti, hanno performato meglio rispetto ai corrispondenti indici tradizionali: in euro, nel 2017 l’indice MSCI World ha registrato una performance dell’8% a fronte del 9,1% dell’indice MSCI World Socially Responsible (+1,1%). E ancora, l’indice MSCI Emerging Markets ha performato il 20,6% mentre la versione ‘ESG Leaders’ dello stesso indice ha performato 23,6% (+3%) a un anno, +10% a 3 anni e +12% a 5 anni, mentre l’indice FTSE Environmental Opportunities 100 ha registrato una sovra-performance del 10% a 5 anni rispetto all’MSCI World.
Masse gestite nella sostenibilità
L’esperto ricorda che a livello globale il 15% dei capitali gestiti al momento è allocato in strategie ESG, un ammontare potenzialmente duplicabile entro il 2025, passando da 11.000 a 27.000 miliardi di dollari. In Europa, secondo il Global Sustainable Investment Review (GSIR), se si sommano investimenti SRI e ESG al 2016 si raggiunge quota 12.000 miliardi di dollari, con asset in investimenti sostenibili (ESG) in Europa che hanno raggiunto quota 3.000 miliardi di dollari nel 2016, mentre gli investimenti a impatto crescono in Europa del 385% in due anni e si attestano ora intorno ai 107 miliardi di dollari.
“Oggi possiamo definire la sostenibilità come la terza e imprescindibile dimensione degli investimenti. È un’evoluzione dei tradizionali modelli decisionali che originariamente prendevano in considerazione esclusivamente il rendimento, successivamente il rendimento aggiustato per il rischio e che da oggi in avanti non potranno prescindere dalla dimensione sociale/ambientale che impatta il profilo di rischio e i rendimenti attesi di qualsiasi portafoglio”, conclude Fracassi.
1: Organic Trade Association, Outlook, 2017
2: UNEP, Bloomberg New Energy Finance, “Global trends in renewable energy investment”, 2017. International Renewable Energy Agency, “Renewable Power Generation costs in 2017”, 2018.