Anche per Davide Saccone, head of investment solutions & ESG di Quaestio Capital SGR, il tema tassi resta “una delle posizioni più complesse da gestire”. L’esperto rimarca come a fronte di un mercato azionario, che “sembra non avere battute di arresto e continua a mostrare un’economia globale discretamente forte nonostante i rischi geopolitici”, sul fronte tassi “continua l’incertezza sugli scenari possibili e sulle decisioni delle principali banche centrali. Sembra ormai assodato il raggiungimento del plateau dei tassi ma vige molta incertezza su quando comincerà la loro discesa”. In questo scenario, afferma l’esperto “continuiamo a preferire le esposizioni nella parte breve della curva che, in un contesto di normalizzazione e stante i livelli sulla parte a lungo, dovrebbero beneficiare maggiormente nella fase di iniziale appiattimento delle curve atteso in fase di taglio tassi”.
A livello di rischio di credito, “gli spread sono molto stretti su molti segmenti fatta eccezione per il credito IG europeo, i finanziari e alcuni segmenti del credito high yield US”, per questo motivo “riteniamo più interessanti strategie in cui prevalgano strumenti fixed rate rispetto ai floater, con un’esposizione prevalentemente sulla parte a breve o intermedia (1-5 anni) della curva, che prediligano esposizioni ai finanziari e, tra US ed Europa, preferiamo ricercare maggior qualità in termini di rating in Europa”. Anche gli emergenti rientrano nell’analisi, e in questo caso “la preferenza ricade su quelle strategie unconstrained/opportunistiche che abbiano un elevato tracking error e che possano sfruttare l’intero universo investibile nei mercati emergenti, spaziando tra valuta forte, valuta locale, credito, tasso ed FX”.
Se poi si va ad analizzare la caratteristica per cui un fondo obbligazionario debba essere incluso nel portafoglio, continua Saccone “molto dipende dalla sub-asset class di riferimento. Riteniamo che vi siano mercati molto efficienti in cui la generazione del ‘vero’ alpha senza l’eccessiva presa di rischio sia complicata, per questi mercati preferiamo gestori capaci di apportare prevalentemente beta al portafoglio, con un contributo in termini di alpha asimmetrico: minore generazione di extra-rendimento in mercati ‘bull’ ma, d’altra parte, una maggior attenzione al downside e alla protezione del capitale in caso di correzioni di mercato”. Saccone ricorda poi come vi siano altre sub-asset class più “inefficienti” (“mercati emergenti, credito strutturato, o high yield”) in cui il team di Quaestio ricerca “gestori in grado di modulare l’appetito per il rischio nel tempo, capaci di estrapolare le vere inefficienze del mercato di riferimento e capaci di slegare la generazione di extra-performance da specifici scenari di mercato”.
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