Fund selection: i fattori che impattano maggiormente sulla professione

Foto: Funds People
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Quali sono gli elementi che in questo momento influenzano maggiormente l’attività di selezione e creazione di linee prodotto? Una domanda che in un momento caratterizzato da molteplici fattori di incertezza, può portare a ad una pluralità di risposte fra loro collegate. Nonostante il quadro complesso è però possibile identificare alcuni elementi puntuali che per portata e impatti definiscono l’attuale panorama di investimento.

Tassi negativi

“Sono molte le implicazioni da un punto di vista di posizionamento di portafoglio”, afferma Luca Vaiani, head of Investment Strategy and senior portfolio manager di Fideuram Investimenti SGR. “La prima è che gli investitori sono disposti a tollerare valutazioni più alte per gli asset con rendimento atteso positivo. Assistiamo inoltre ad uno spostamento verso gli asset di rischio, mitigato però dai timori per un inizio di recessione. In fase di implementazione delle idee di investimento, dobbiamo fare i conti con la non percorribilità delle opzioni free risk e inoltre con la necessaria revisione della struttura di costi che grava sui mercati monetari e obbligazionari”, spiega Vaiani.

Costi

“Abbiamo ristrutturato i nostri portafogli passando da una logica puramente bottom-up a una logica macro top-down, cercando di individuare gli strumenti più efficienti da un punto di vista di costi”, rivela Alessandro Marchi, fund analyst di Euromobiliare SIM. “Siamo così passati da un investimento in ETF che si aggirava intorno al 2-3% fino a oltre il 40% di oggi. Il contesto macroeconomico rende ancora più importante questo aspetto e conferisce un valore strategico fondamentale all’abbassamento del costo della modalità di allocazione ad ogni asset class”, aggiunge Marchi.

Rallentamento della crescita e disruption

“Stiamo vivendo la fase finale del ciclo economico più lungo della storia dei mercati: un momento caratterizzato da grande incertezza macroeconomica e geopolitica”, dichiara Andrea Daffara, fund selector di Sella SGR. “All’interno dei nostri prodotti cerchiamo di mantenere un approccio all’investimento di lungo termine nonostante si rilevi oggi una minore visibilità sull’andamento futuro delle economie e dei business. Molti settori difensivi e meno esposti alla stagionalità del mercato possono fornire riparo in caso di vistoso rallentamento del ciclo ma sono a loro volta investiti da trend di cambiamento globali ed iniziano a scontare valutazioni storicamente elevate anche a causa delle politiche ultra-accomodanti delle Banche Centrali. Il tema della disruption è dunque fondamentale e, se interpretato correttamente e con un occhio attento alle valutazioni, può offrire opportunità di investimento interessanti attraverso l’individuazione di specifiche nicchie caratterizzate da tassi di crescita sostenibili e multipli non eccessivi”, analizza Daffara.

Costi di copertura

“L’innalzamento del costo di copertura che abbiamo affrontato nel corso del 2018, in parte ma solo in parte, rientrato nel 2019 è un fattore che deve necessariamente essere preso in considerazione, in particolare per quanto riguarda i prodotti obbligazionari”, fa notare Daniel Squindo, porfolio manager di BCC Risparmio&Previdenza. “C’è una restrizione delle possibilità di investimento data dal fatto che molto spesso i rendimenti offerti dalle case sono in dollari statunitensi poiché riferiti a fondi pensati da case americane o britanniche in ottica globale. La contrarietà o impossibilità di inserire il rischio di cambio all’interno di un portafoglio per ragioni inerenti al controllo della volatilità porta ad una erosione del rendimento atteso da tenere sempre in considerazione quando si valuta uno strumento nell’attuale fase di mercato”, spiega Squindo.

La view degli asset manager

“L’elemento comune agli elementi citati che emerge maggiormente è la ricerca di rendimento” riassume Giancarlo Sandrin, country head per l’Italia di Legal&General Investment Management. “Trovare yield significa saper individuare nuovi driver di crescita, poiché quelli su cui siamo stati abituati a fare affidamento in passato sono in evidente difficoltà. Le disruprive technologies rientrano a nostro avviso tra le soluzioni migliori per soddisfare questa esigenza di rendimento, a patto che l’esposizione avvenga in modo puntuale al tema prescelto e in modo efficiente da un punto di vista di costi, liquidità e diversificazione”, conclude Sandrin.