Gaurav Sinha (WisdomTree): Come allocare il portafoglio con la trade war in atto?

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Le tensioni commerciali tra USA e Cina si fanno sempre più aspre e gli investitori sono curiosi di sapere quale sarà l’impatto sui mercati finanziari. È ancora troppo presto per dare una risposta certa, ma Gaurav Sinha, asset allocation strategist di WisdomTree, ha cercato di fare delle previsioni sul movimento delle valute e i comportamenti dei vari Paesi, per capire come allocare eventuali investimenti in dollari statunitensi.

“Dal punto di vista accademico l’impatto di una trade war sulle currency è ambiguo, perché può aiutare certe valute ed avere ripercussioni su altre. Se un Paese rappresenta una large economy, la cui valuta è considerata sicura e attraverso le sanzioni commerciali si può ridurre il suo deficit, allora si potrà beneficiare di una guerra commerciale. E questo è proprio il caso degli Stati Uniti. Occorre sottolineare che i vantaggi saranno per il dollaro e non per l’intera economia del Paese”, spiega Sinha.

“Il mercato azionario statunitense credo che abbia ancora un potenziale di crescita interessante, tuttavia l’attuale incertezza politica aumenterà la volatilità. Un aspetto fondamentale da tenere sotto controllo è la correlazione tra le asset class che, con l’immissione di liquidità sul sistema, è molto alta. Di conseguenza oggi la stock selection sul mercato è molto più difficile, perchè titoli e settori sono più correlati tra loro. In un portafoglio diversificato infatti, oggi il rischio sistemico è maggiore, pertanto sarebbe necessaria un’asset allocation più smart per mitigare l’impatto delle oscillazioni di mercato. Per gli investitori più prudenti è necessario passare da azioni momentum, a titoli high quality”, aggiunge.

L’esperto commenta inoltre che “è possibile investire sugli emergenti senza essere esposti eccessivemente ai rischi legati alla trade war. Si può puntare su quei Paesi che non hanno alti surplus commerciali con gli Stati Uniti, ma anche in questo caso bisogna essere molto selettivi. A livello geografico consigliamo di focalizzare l’attenzione verso quei Paesi che hanno introdotto importanti riforme a livello socio-economico. Un esempio è l’India, l’introduzione del regime di tassazione unico (goods and service tax) ha permesso al Paese di diventare negli ultimi anni un’economia sempre più importante, con il più alto tasso di crescita al mondo. Pochi sono i Paesi che stanno crescendo più velocemente dell’India, tutti comunque molto piccoli, a cui è difficile accedere. Inoltre la Reserve Bank of India ha deciso recentemente di ridurre le riserve valutarie in dollari di circa 4 milioni. Per la Cina occorre un approccio differente, molto più selettivo. Evitiamo tutti quei settori che potrebbero risentire maggiormente delle sanzioni commerciali, come i titoli industriali, manifatturieri, i finanziari (sorprattutto per la questione del lending alla Turchia). Crediamo invece che il settore privato dei consumi cinesi e quello tecnologico sia molto interessante. In generale si può puntare anche sulle small cap dei Paesi emergenti che sono più attraenti, hanno migliori aspettative di crescita e profittabilità e buoni fondamentali”, conclude.