Dall’inizio del 2022 gestore patrimoniale indipendente è presente con una succursale a Milano. L’ampio ventaglio di emissioni accessibili e il monitoraggio costante del rischio le caratteristiche chiave della sua offerta.
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Nata nel 2002 a Ginevra, Genève Invest è un gestore patrimoniale indipendente con sede a Lussemburgo. Dall’inizio del 2022 opera anche in Italia tramite una propria succursale a Milano. L’obiettivo è di assicurare una maggiore prossimità alla clientela in un mercato in cui riscontra un potenziale elevato. Le competenze di Genève Invest spaziano dagli investimenti azionari, approcciati con uno stile rigorosamente value, a quelli obbligazionari. In particolare, il gestore vanta un focus specifico sul segmento dei bond corporate high yield. Nel comparto si distingue per la varietà delle emissioni a cui dà accesso, l’analisi approfondita e il monitoraggio continuo dei titoli, affiancato da incontri periodici con il management delle aziende investite per comprovarne l’affidabilità. La gestione ottimale del rischio dei portafogli, evitando approcci meramente speculativi agli investimenti, è infatti un valore fondante della società svizzera.
“La competenza sul corporate high yield ci contraddistingue sin dalla nostra fondazione”, spiega in un’intervista a FundsPeople Gianmaria Panini, managing director del desk italiano di Genève Invest. “Lavoriamo principalmente con strumenti singoli. Il nostro valore aggiunto è la capacità di allargare il ventaglio di titoli a cui i clienti possono accedere”, spiega. “Esiste, infatti, un’ampia fascia di obbligazioni che per caratteristiche intrinseche, come i tagli elevati o la minor liquidità, non sono accessibili dagli investitori tramite i canali tradizionali o le piattaforme di trading. Ma i benefici che possono apportare ai portafogli in termini di rendimenti e diversificazione sono elevati”, dice Panini.
Il potenziale del mercato italiano
La scelta di aprire un ufficio a Milano è stata dettata dalla particolare attenzione verso il mercato italiano del gestore patrimoniale. “Abbiamo un cospicuo numero di clienti che scelgono di affidarsi a noi per la qualità del servizio, la garanzia di indipendenza e la nostra esperienza pressoché unica nel segmento obbligazionario”, spiega Panini. “Aprire una succursale in Italia ha rappresentato per noi un passo naturale verso la clientela esistente, per offrire una maggiore prossimità”, dice.
Ma anche in ottica di crescita futura l’Italia ha un ruolo importante nei piani di Genève Invest: “Il patrimonio privato qui è molto consistente, mentre la propensione al rischio è in media inferiore a quella di altri Paesi europei. Vi è dunque una marcata affinità tra la nostra capacità di muoverci nel settore obbligazionario e l’esigenza degli investitori italiani di investire in modo sicuro, senza esporsi a rischi inopportuni, beneficiando delle garanzie e della prevedibilità delle obbligazioni”, spiega Panini. “I bond a cui diamo accesso soddisfano la necessità di far fruttare la liquidità dal momento che, se ci limitassimo alle emissioni mainstream, tenendo conto dei tassi di inflazione odierni, i rendimenti reali sarebbero pressoché nulli”, continua. “In Italia riscontriamo una forte propensione verso l’obbligazionario. Tuttavia molto spesso l’esposizione è sbilanciata esclusivamente verso pochi titoli: tipicamente i Btp o i titoli bancari, con conseguenti problematiche dal punto di vista della diversificazione dei portafogli”, sottolinea.
Scenario macro
Rassegnarsi a un’inflazione più alta che in passato, guardando nella giusta prospettiva i timori per la tenuta dell’economia globale che spaventano molti investitori in questi mesi. Lo scenario che si profila secondo l’analisi di Genève Invest presenta delle problematiche da affrontare ma anche delle opportunità. “Usciamo da un decennio unico di inflazione inesistente, ma storicamente è stata un’eccezione. Di conseguenza, sarà necessario abituarsi a convivere con un’inflazione positiva e tassi di interesse positivi”, spiega Panini. “Nonostante tutte le incertezze, la crescita negli Usa si sta dimostrando resiliente e non vediamo problematiche particolari all’orizzonte per le società in cui siamo investiti. Non crediamo, inoltre, che le politiche monetarie in atto possano essere la causa di un potenziale tracollo economico nei mercati sviluppati”, afferma.
Opportunità nei bond e nell’azionario
Secondo Panini il periodo in cui le società hanno potuto rifinanziarsi con costi pari a zero si è definitivamente chiuso. Ma le nuove scadenze arriveranno. E per questo motivo, sarà d’ora in poi sempre più importante individuare gli emittenti con bilanci sostenibili, evitando le aziende che saranno in difficoltà nel nuovo contesto. “Il rischio del rifinanziamento deve esser preso in debita considerazione. In quest’ottica, l’analisi e il monitoraggio degli emittenti farà la differenza”, dice il managing director.
Per quanto riguarda l’azionario, Genève Invest vede interessanti opportunità nel real estate commerciale in Europa. In particolare in Paesi forti come la Germania e in aziende che hanno beneficiato da un lato dai tassi bassi per rifinanziarsi e dall’altro dell’aumento dei canoni di locazione. E in ottica value, nelle grandi aziende del tech in Cina penalizzate della recente correzione dei listini cinesi. “La Cina sta scontando un sentiment eccessivamente negativo,molto più legato al rumore del momento che a un effettivo grave malessere della sua economia”, spiega. “Il fatto che il catalizzatore delle recenti difficoltà si sia verificato nell’immobiliare ha risvegliato i brutti ricordi del 2008-2009. Ma la situazione è completamente diversa da allora. In Cina, i problemi non sono sul fronte dei sottoscrittori dei mutui come avvenne per la crisi dei subprime in Usa, ma sul fronte degli sviluppatori di immobili. Si tratta dunque di aziende che possono essere supportate dal governo cinese se prossime al collasso. Tra l’altro il governo al momento non è ancora intervenuto massicciamente in soccorso dell’economia e ha quindi molte carte da giocarsi. Inoltre, non bisogna dimenticare che la Cina è la seconda economia mondiale e che, sebbene a una velocità inferiore dal passato, continua a crescere”, conclude.