Gestioni separate, la prova del nuovo scenario economico

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Tom Chrostek (Unsplash)

L’investimento assicurativo, e in particolare quello legato alle gestioni separate, non può prescindere, dato il contesto attuale, dall’andamento dei tassi. Tra il 2021 e il 2022, d’altronde “In pochi mesi siamo passati da una situazione di tassi prossimi allo zero al 4%”, sottolinea Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nell’introdurre il convegno dedicato alle compagnie di assicurazione “È possibile una nuova era per le gestioni separate?”, che si è tenuto in formato virtuale lo scorso 1° marzo e realizzato in collaborazione con ANIA. Convegno che ha messo a confronto gli attori del settore con figure istituzionali e associative per fare il punto sul comparto che, una volta esaurito l’effetto del quantitative easing, si trova a fronteggiare una sorta di sfida dei rendimenti. Nell’ultimo periodo, sottolinea Brambilla, “si è prodotta una forte riduzione dell'offerta di gestioni separate, che tuttavia però costituisce un po' la peculiarità delle compagnie di assicurazione, l’essenza stessa delle assicurazioni: un porto sicuro”. L’esperto ricorda come si tratti di un settore su cui concentrano l’attenzione sia i “Silver” (gli over 65) sia gli over 50, e d’altro canto, analizzando i rendimenti ottenuti dai vari comparti, abbia anche tenuto (con rendimenti intorno al 2,8%) in un momento di volatilità dei mercati come quello recente. Il settore è poi influenzato dalle diverse “transizioni” in atto, quella ESG, ad esempio, ma anche quella demografica. “Alla luce di queste considerazioni - afferma Brambilla - è possibile riaprire una nuova era per le gestioni separate? Quali sono le nuove linee di gestione (anche riparametrate a Solvency), con quali asset e con quali tipologie di garanzie?”.

Uno scenario complesso

Su questi temi si incentra il convegno e a partire da questi spunti Maria Bianca Farina, presidente di ANIA e di Poste Italiane, sottolinea come ci si trovi, oggi, in una fase “cruciale” che si sviluppa in uno scenario ancora molto complesso. Per questo motivo, oltre alla necessità di “fornire risposte efficaci e sicure ai bisogni di stabilità, sicurezza e investimento degli italiani; da parte delle imprese è certamente necessario continuare a promuovere processi di innovazione sul piano organizzativo e sull'offerta commerciale”. A questo fine, afferma la presidente, “è altrettanto indispensabile introdurre per i prodotti Vita elementi di riforma del quadro normativo che possano favorire l'innovazione e la capacità di perseguire con mezzi più moderni gli obiettivi di sempre, ossia orientare il risparmio verso il lungo periodo attraverso soluzioni caratterizzate da garanzia finanziarie protezione assicurativa e bassa volatilità”.

Garanzie regolamentari

La creazione di “garanzie regolamentari” è un punto centrale nel confronto della mattinata di lavori, e torna anche in virtù della riforma in atto nel settore assicurativo sul fronte dei prodotti Vita e unit linked (per cui si è da poco conclusa la consultazione indetta da Ivass). E si collega a quanto già sottolineato da Farina, Dario Focarelli, direttore generale di ANIA che, oltre a ricordare come l’inflazione abbia ridotto la propensione al risparmio degli italiani (aumentata in maniera costante con la pandemia) riportandola a valori medi intorno all’8%, sottolinea come questa si configuri anche come “un’arma a doppio taglio” in quanto “da un lato riduce la capacità di risparmio e dall’altro costringe gli investitori a guardare un po' più al lungo termine alla ricerca di protezione”. Queste premesse, sottolinea Focarelli, spingono anche a osservare la dinamica dei riscatti, aumentati nel 2022. “Un aumento che non pone problemi strutturali, ma che certamente va monitorato in una logica di innovazione di prodotto anche con l’obiettivo di accompagnare gli assicurati verso una nuova configurazione del loro portafoglio e anche della gestione separata”.

Per questo motivo, ancora una volta torna al centro del discorso il tema della regolamentazione, toccato in questa occasione da Roberto Novelli, capo dell’Ufficio Segreteria di Presidenza e del Consiglio Ivass, il quale ricorda come la riforma del settore assicurativo (in particolare delle unit linked) si inserisca in una “situazione ferma da molti anni, nonostante si sia mossa in altri settori e in altri Paesi”. La consultazione avviata negli ultimi mesi ha dunque “preso a bordo tutte le osservazioni, in particolare quelle relative all'ambito di applicazione, ai limiti degli investimenti e alla segmentazione della clientela, ma anche il tema dei costi, quello della struttura delle commissioni il tema della transizione demografica”. Tutti elementi per cui Ivass è alla ricerca del miglior “bilanciamento” anche alla lue di “normative europee e trattative nazionali nei settori contigui”. L’obiettivo, in sintesi,  è “dare ai consumatori prodotti che abbiano un valore nel tempo, il cosiddetto value for money”. Ovviamente, sottolinea Novelli, “resta l’esigenza sentita da tutti: i nuovi prodotti si fanno sia con un quadro normativo, sia cambiando anche un po' di prodotti per quanto riguarda il matching adjustment, il tema della liquidità delle passività”.

Gli attori del settore

I nuovi prodotti, il tema dell’investimento di lungo periodo e la situazione attuale del mercato sono al centro della tavola rotonda moderata da Luigi Di Falco, responsabile servizio Vita e Commissione permanente Vita e Welfare ANIA, che ha visto il confronto tra alcuni player centrali del settore, con un primo intervento di Maria Luisa Gota, amministratrice delegata e direttrice generale di Fideuram Vita, la quale ha ricordato come quanto accaduto nel 2022 (il crollo dell’obbligazionario), abbia “fatto toccare con mano ai risparmiatori la grande volatilità che può avere un comparto  tradizionalmente conservativo”, ma abbia anche “creato le condizioni per poter riavvicinare le compagnie a questo comparto con una certa con una certa ‘serenità’”. Qui si configura anche un aspetto più ‘tecnico’, ossia la presenza di un “ottimo entry point per ripensare alcuni mismatch di asset liability management (ALM) nelle gestioni separate che si possono essere aperti nel tempo”.

Alberto Vacca head of life and health Allianz Italia entra nel merito dello stile di gestione delle gestioni separate, sottolineando come a suo parere sia necessario “abbandonare lo stile buy and hold e intraprendere una gestione attiva che consenta non soltanto di non allontanarsi troppo dai rendimenti di mercato ma anche di sfruttare quanto il mercato offre per rafforzare questi rendimenti”. In tal senso, sottolinea l’esperto, è importante avere un “portafoglio liquido e diversificato e, al contempo, non sacrificare la view di investimento”. In questo orizzonte è importante poi l’attenzione al rischio di credito, “l’elemento che più mi preoccupa nel prossimo futuro”.

Bisogna dunque rivedere le strategie? Sì secondo Paolo Fumo chief commercial officer CNP Vita - Assicura, che riporta come il mercato sia in una forte fase di cambiamento e, allo stesso tempo, ci siano i margini per cogliere gli aspetti positivi che questo cambiamento offre. “Occorre rendere un po' più interessante la gestione separata per i clienti. In un momento del genere, in cui si possono trovare rendimenti importanti sul mercato, è necessario avere il coraggio di rivedere la struttura di pricing e fare in modo che il rendimento per il cliente sia comunque ancora superiore rispetto a quello già estremamente positivo degli ultimi periodi”. Il momento contingente e la possibilità di vivere un ciclo economico sfidante rientrano, infine, nell’analisi di Marco Mazzucco direttore Vita e Welfare Reale Group il quale riflette sulla nuova prospettiva offerta agli investimenti da quanto avvenuto negli ultimi anni: “Non tutti hanno la possibilità di vivere cicli economici che mettono poi nella condizione di avere le giuste esperienze da applicare alle strategie future”, afferma Mazzucco sottolineando il riferimento alla possibilità da un lato, di far partire nuove gestioni, e dall’altro all’opportunità di “fare tesoro  dell'accantonamento di utili che possono poi essere utilizzati, magari in momenti di difficoltà diversi rispetto a quelli di oggi, per bilanciare i rendimenti”. Questo, conclude l’esperto, “potrebbe darci anche una prospettiva di lungo periodo un po’ più stabile”.