Glanzmann (GAM SGR): “Alto rendimento azionario, crescita e capital intensity ratio alla base dei nostri investimenti”

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Diversi professionisti dell’industria del risparmio gestito, al momento, considerano il Giappone come un’area su cui assumere dei posizionamenti tattici dal punto di vista delle valutazioni, dove la ricerca della qualità ne rappresenta uno dei fattori cardine dal quale si possono trarre maggiori benefici. La BoJ, come altre Banche centrali, ha tuttavia contribuito attraverso le sue manovre a portare ad un calo della volatilità dell’azionario, che tra fine agosto e inizio settembre ha registrato livelli addirittura inferiori a quella dell’obbligazionario. Una strategia di investimento azionaria high quality focalizzata sul Giappone è quella del GAM Star Japan Equity, fondo rientrante dell’offerta dell’asset manager svizzero GAM SGR, che vanta del rating di Consistente Funds People. Ad entrare nel dettaglio della strategia è Ernst Glanzmann, responsabile delle strategie azionarie per il Giappone della società, nonché gestore del prodotto Consistente. “L’obiettivo del fondo è quello di massimizzare il capitale attraverso una capitalizzazione: se si vuole utilizzare una strategia di questo tipo bisogna aprire il proprio orizzonte di investimento ed essere pazienti. A meno che non vi siano dei processi molto sofisticati; gli investitori che si focalizzano su questa strategia tendono a conservare in portafoglio i titoli nel lungo termine, o per lo meno fino a quando i fondamentali lo permettono”, spiega il manager.

Glanzmann e il suo team, cercano di investire in società che hanno un alto rendimento azionario a livelli sostenibili, prefissandosi un target del 10% o superiore. Ulteriore aspetto oggetto di attenzione è la crescita: sia in termini di revenue che di profitto. Le società favorite devono quindi registrare una crescita storica annuale maggiore o uguale al 5%. “Registrare alti rendimenti azionari per una società significa avere una struttura di bilancio solida, con un livello limitato di leverage. Non preferiamo società con livelli aggressivi di leva, un rischio che non tolleriamo. Ciò a cui prestiamo molta attenzione è anche la quantità di asset netti fissi che una società impiega per produrre una unità di vendita: il capital intensity ratio”, afferma il gestore.

Secondo Glanzmann infatti, prendendo in considerazione l’insieme di tali fattori di base, ci si rende conto del fatto che le società che soddisfano tali criteri sono meno di 100 in Giappone, circoscrivendo così di molto l’universo di investimento. “Investiamo infatti solo in 23 nomi, su circa 70 aziende prese in esame”, aggiunge Glanzmann.

Approccio 'equal weight'

Per quanto riguarda la costruzione del portafoglio, il gestore spiega che molti fund manager adottano una strategia nota come ‘high conviction’, che prevede pochi nomi, vale a dire poche posizioni con un peso significativo. Da GAM SGR invece, seguono una strategia ‘equal weight’, che attribuisce pari peso alle società in portafoglio. “La nostra strategia per contenere i rischi passa per un ribilanciamento annuale del portafoglio (nel mese di giugno). Durante l’anno tolleriamo le deviazioni, nel senso che se un’azione scende significativamente non acquistiamo in misura proporzionale a tale perdita; viceversa, se un’azione ha un boom al rialzo non iniziamo a vendere di conseguenza”, spiega. Questo tipo di movimenti vengono eseguiti solo una volta l’anno, in sede di ribilanciamento del portafoglio. Bisogna tuttavia considerare che il team di gestione si riserva di vendere i nomi qualora i fondamentali suggeriscano di farlo, oppure inserirne di nuovi in portafoglio in qualsiasi momento, senza porsi limiti temporali. “Se abbiamo inflow ed outflow, scambiamo l’intero portafoglio proporzionalmente al peso che questo ha in quel determinato giorno, quindi è nostra cura non manipolare il peso nell’holding period”, afferma.

“Solitamente, gli analisti hanno un orizzonte di previsione molto breve, di due, tre o al massimo quattro anni, laddove applicano all’interno dei loro discount cash flow model vari criteri di analisi. L’obiettivo di tale analisi è cercare di intercettare una crescita sostenibile a lungo termine. Nel nostro caso, invece, eseguiamo analisi approfondite con un orizzonte temporale a dieci anni prendendo in considerazione anche la media storica del business model in questione. Ciò significa che le nostre scommesse si collocano nel periodo più lontano del forecast period; ciò vuol dire anche che manteniamo una view legata alla solidità di tali basi nel passato e alla credibilità delle nostre previsioni future”, spiega l’esperto.

Inoltre, al fine di effettuare delle previsioni più accurate, Glanzmann e il suo team prevedono l’utilizzo di un’applicazione professionale che considera tutte le cifre di vendita future dell’azienda, gli average growth rates, l’evoluzione dei loro operating profit margins, le research expenses, capital expences, tax rate assumptions, ecc. Infine raggiungono un fair price, che viene poi raffrontato con lo share price del mercato, che, se risulta ad un livello pari o superiore al 30%, porta il team ad acquistare una posizione. “L’asset allocation per settore non è l’elemento core della strategia, dato che è il risultato dei 23 nomi su cui ci concentriamo. Ad ogni modo, su base settoriale, siamo maggiormente esposti a segmenti quali automazione, aria condizionata e industriale in generale. Ci focalizziamo principalmente sulla solidità dei bilanci e sulla redditività. Cerchiamo società in grado di generare un investimento a lungo termine in cui il tasso di crescita annuo composto dell'utile netto sia simile a quello dello share price, dinamica che nel breve termine si verifica difficilmente. Per esempio, abbiamo identificato una società di arredamento retail giapponese in linea con questa tematica di investimento. Cerchiamo di valutare se la società prescelta possa avere successo anche in Cina”, afferma Glanzmann.

In Giappone

Infine, il manager dà un suo parere sullo stato di salute dell’economia giapponese. “In termini di investimenti in equity, il Giappone sta vivendo un periodo di crescita, caratterizzato da una domanda solida in diverse aree dell’economia. Non ci sono quindi elementi di preoccupazione nel prossimo futuro. Avevamo inoltre tenuto conto della possibilità che la BoJ avrebbe attuato la sua politica monetaria in maniera differente rispetto alle altre Banche centrali. Ci aspettiamo quindi stabilità nel futuro prossimo”, conclude Glanzmann.