Gli investimenti alternativi nell'era dei rendimenti negativi

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Tommaso Mingazzini

Ci sono diverse tipologie di investimenti alternativi che possono prendere diverse forme come il private equity, il private debt, il real estate, il venture capital o le commodities per citarne alcune, oppure ci sono gli attivi tradizionali con approcci di investimento o strategie innovative e non unicamente long only. La loro allocazione all’interno di un portafoglio può cambiare a seconda degli obiettivi, che variano dalla ricerca di nuove fonti di extra-rendimento a una maggiore diversificazione.

“Nelle attuali condizioni di mercato, in cui i rendimenti sono estremamente bassi o addirittura negativi a causa delle grosse iniezioni di liquidità nel circuito economico da parte delle Banche centrali, tra gli investitori c’è sempre più la necessità di ricercare nuove opportunità, sottostimando però molti rischi nascosti”, spiega Tommaso Mingazzini, responsabile di GFG lab, la sezione quantitativa di GFG Groupe. Una delle principali conseguenze e’ il rischio di concentrare il proprio portafoglio unicamente su quegli asset tradizionali. “Essere in grado di avere accesso a nuove classi di attivo o a nuovi gestori capaci di produrre ritorni poco correlati con i principali mercati può avere ottimi effetti di diversificazione sul portafoglio”, spiega.

È vero che storicamente gli investimenti alternativi sono stati gestiti tramite veicoli off-shore soggetti a controlli e regolamentazioni estremamente permissive, mancando quasi sempre di trasparenza nei confronti degli investitori. “Il trend recente invece, vede molte strategie implementate su piattaforme UCITS, lo standard regolamentare del settore degli investimenti più alto in Europa”, fa notare Mingazzini. Quindi oltre alla trasparenza, aumenta anche la liquidita’ diventando nella maggior parte dei casi giornaliera o settimanale. “A GFG ci focalizziamo esclusivamente su questa tipologia, UCITS a liquidita’ giornaliera. Rimane, quello degli alternativi, un settore molto vasto e diversificato che richiede competenze per essere esplorato responsabilmente”.

Processo di selezione degli investimenti alternativi

Il panorama degli alternativi è, come detto, davvero vasto e la loro diversità rende difficile identificare un metro di paragone affidabile tra due strategie d’investimento. “A GFG usiamo un approccio di screening e selezione che si compone di una componente quantitativa e di una qualitativa”. La prima componente, necessaria nella fase di categorizzazione dei fondi, applica techniche di clustering e più in generale di machine learning per verificare che le informazioni fornite dai gestori sullo stile di gestione siano coerenti con i risultati conseguiti e consistenti nel tempo.

“L’obiettivo è identificare quei gestori capaci di creare alpha il più possibile decorrelato dai mercati principali e di restare fedeli al proprio stile di gestione nelle varie fasi del mercato. Da questo processo di selezione, abbiamo creato una strategia, Alternative Alpha Strategy, che seleziona gestori alternativi e che verrà implementata su un fondo UCITS”, conclude il responsabile.