Indagine Moneyfarm: metà degli intervistati non conosce costi e oneri fiscali della successione. Il 60% (il 66% se donne) non sa che esistono strumenti come le polizze assicurative di investimento, in grado di ridurre il carico fiscale in fase successoria
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Entro il 2045 si stima che nel nostro Paese saranno trasferiti, tramite eredità, 1.176 miliardi di euro (Fonte: Smileconomy su dati Banca d'Italia e Istat, ottobre 2023). Il tema delle successioni, già al centro delle cronache finanziarie, si consoliderà nel tempo, dal momento che non solo questo trasferimento di ricchezza “renderà i Millennials la generazione più ricca della storia”, ma potrebbe cogliere i nati tra il 1981 e il 1995 impreparati a gestire il passaggio.
Da questo presupposto è nata l’ultima analisi di Moneyfarm volta a indagare preparazione ed esigenze degli italiani in materia di successione. La società di consulenza finanziaria indipendente con approccio digitale, in collaborazione con Smileconomy e Research Dogma, ha interrogato 600 soggetti “bancarizzati” di età compresa tra 25 e 65 anni (rappresentativi per genere, età, area geografica e ampiezza del centro abitato). Quello che emerge è uno scenario in cui, accanto alla richiesta di maggiore flessibilità nella scelta degli eredi e della ripartizione del patrimonio, c’è una scarsa dimestichezza con le questioni successorie legate a costi o vantaggi di strumenti finanziari che possono agevolare il passaggio (vedi gli investimenti assicurativi).
Conoscenza della successione
Secondo quanto rilevato dagli esperti, il 44% del campione dichiara di “conoscere bene l’impostazione della propria linea ereditaria e le relative quote di spettanza”, si arriva però a una quota del 79% se si considera anche “chi ne ha almeno un'idea”. Mentre per quanto riguarda il tema della flessibilità, sette intervistati su dieci “vorrebbero maggiore flessibilità nel ripartire la propria eredità (73%), con picchi dell’80% tra gli over 55” e la prima persona indicata al di fuori della rete degli “eredi legittimi” (19%) e il/la convivente seguita dalla persona con cui si ha “un affetto stabile” (16%), a prescindere dalla convivenza. Una quota rilevante (15%) pensa alla beneficienza, mentre un importante 11% “vorrebbe semplicemente modificare la ripartizione tra i propri eredi legittimi per renderla più vicina alla propria volontà”.
Ciononostante fare testamento è ancora una pratica poco diffusa, scelta finora dal 12% degli italiani (Dati ministero della Giustizia, 2018). E anche nel sondaggio Moneyfarm soltanto il 7% del campione dichiara di aver scelto la successione testamentaria, con percentuali più elevate tra gli over 55 (9%) e tra quanti detengono un patrimonio investito superiore ai 50 mila euro (13%). Tuttavia, il 44% degli intervistati dichiara di essere intenzionato a provvedere, con punte del 49% tra le donne, anche se c’è chi teme si tratti di un atto complesso (16%) o costoso (7%).
I costi
Nel complesso quattro italiani su dieci hanno già ereditato un patrimonio immobiliare e/o finanziario ma quasi la metà del campione (48%) risponde di non conoscere i costi legati all’eredità, la quota aumenta (60%) tra gli under 35 che sono anche quelli che hanno ereditato meno finora (26%) rispetto agli over 55 (56%).
A questa scarsa conoscenza sui costi si associa anche l’assenza di preparazione in merito a strumenti che possono garantire vantaggi fiscali e successori, come gli investimenti assicurativi, poco conosciuti dal 60% degli intervistati (ma con punte del 66% tra le donne).
“Nel corso dei prossimi vent’anni, complice l’invecchiamento demografico record della popolazione italiana, assisteremo a una significativa ridistribuzione della ricchezza. Mai così pochi erediteranno così tanto: una sfida che non può lasciare indifferenti noi consulenti finanziari, chiamati a soddisfare esigenze che si sono già evolute e continueranno a evolversi anche in materia di pianificazione successoria”, commenta Andrea Rocchetti, global head of Investment Advisory di Moneyfarm indicando l’importanza di “stare al passo con i cambiamenti demografici e anche con quelli sociali e culturali: le famiglie stanno già transitando da un modello più tradizionale e tutelato dall’impostazione ‘legittima’ a un modello più fluido e, come emerge dal nostro sondaggio, necessitano di soluzioni semplici e flessibili anche in materia successoria, nonché di maggiore informazione e chiarezza sulle soluzioni che l’industria del risparmio mette già a loro disposizione”.