CFROI, cinque lettere per individuare i campioni di crescita

Martin Moeller, co-head of Swiss and Global Equity Team di Union Bancaire Privée
Martin Moeller, co-head of Swiss and Global Equity Team di Union Bancaire Privée

“Lo scenario peggiore è stato evitato”. Martin Moeller, co-head of Swiss and Global Equity Team di Union Bancaire Privée guarda all’ultimo trimestre del 2020 con rinnovata fiducia sulle possibilità di una continuazione della ripresa economica.

“Abbiamo attraversato una situazione mai vissuta prima. La preoccupazione più immediata è stata dal lato dell’offerta, con la paura dell’interruzione della catena del commercio globale. Una volta ripartita, senza che si accumulassero eccessivi danni, si è compreso che il punto più importante era invece rappresentato dalla mancanza di domanda. In linea generale, possiamo però affermare che la fase di maggiore criticità sia passata, senza fallimenti di società sistemiche in nessuno dei settori, nemmeno fra quelli più colpiti dalla pandemia come quello aereo o alberghiero”.

Da un punto di vista del lavoro di un team di gestione, la pandemia da Covid-19 ha significato iniziare ad avere a che fare con flussi informativi inediti come quelli relativi ai tassi di contagio provenienti da ogni parte del mondo. “Tali elementi si sono andati ad aggiungere alle valutazioni top-down, ma la maggior parte del lavoro, come di consueto, si è svolto lato bottom-up su ogni azienda presa singolarmente”, spiega Moeller.

“Compito di un team di gestione”, prosegue, “è distinguere quali tra i cambiamenti che stiamo osservando siano di breve se non addirittura brevissimo periodo e quali costituiscano invece un’accelerazione di tendenze già in atto”. In questa seconda categoria Moeller include la crescita vissuta da alcuni comparti della tecnologia, tra cui e-commerce e pagamenti digitali, e dalle rinnovabili. “I progetti sull’energia pulita”, afferma, “sono sopravvissuti all’emergenza guadagnando inoltre un ulteriore supporto da parte dei governi e delle istituzioni sovranazionali”.

CFROI e cicli di vita di un’azienda

“Cerchiamo compagnie in grado di creare valore”, afferma Moeller, che spiega come tale creazione di valore sia misurata all’interno del team azionario di UBP con particolare attenzione ai CFROI (cash flow return on investment). “Rispetto ad altre metriche come ad esempio il rapporto prezzo/utili, che è soggetto a variabili sia normative che settoriali, i CFROI sono perfettamente comparabili fra loro e ci permettono di affiancare aziende di comparti e aree geografiche diverse”, entra nel dettaglio. Questa è la stella polare del Swiss and Global Equity Team di UBP e conseguentemente il centro della sua filosofia di investimento che individua tre opportunità di generazione di alpha all’interno del ciclo tipico di espansione di un’azienda.

UBP, CFROI

“Nel costante processo di analisi di un’azienda in cui siamo investiti o stiamo pensando di investire è per noi molto importante instaurare un rapporto con i CFO. Queste figure e il nostro team di gestione parlano esattamente la stessa lingua poiché ciò che hanno maggiormente a cuore è il mantenimento di un rapporto stabile tra costo del capitale e CFROI”, rivela Moeller.

Business relativo

Se prendiamo in considerazione il fondo UBAM-30 Global Leaders Equity la stabilità e continuità di tale metodo valutativo si riflette nella composizione di portafoglio. “Nel 2019 abbiamo operato due soli cambi in portafoglio, mentre nel 2020 siamo già a quattro sostituzioni dato il grande movimento di mercato a seguito dell’evento pandemico”, dichiara Moeller. “Stabilità non significa basso tasso di gestione attiva, come dimostrato dalla forte performance relativa dei nostri fondi Global Equity rispetto ai benchmark”, sottolinea in maniera decisa l’esperto, “poiché la nostra costante attività di monitoraggio tiene conto di una pluralità di fattori al cui centro troviamo i cash flow return on investment”.

Tra questi ovviamente valutazioni e aspettative del mercato. “Non dobbiamo mai dimenticare che il nostro è un business relativo. Non solo dobbiamo individuare le aziende che hanno le migliori opportunità di crescere in maniera costante nel tempo, ma considerare le aspettative del mercato nei loro confronti per comprendere l’attrattività della loro valutazione”. Il tutto in un’ottica di medio e lungo periodo che punta ad individuare le migliori opportunità su un orizzonte di 5 anni.