Liquidità e costi: tutti i dubbi dei fund selector sugli ETF tematici

Foto: Funds People
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“La combinazione di strategie generaliste e tematiche permette di andare a selezionare quelle aree di crescita o di valore decorrelate rispetto ai mercati tradizionali e di avere una maggiore diversificazione geografica e/o cross-settoriale”. Una definizione sintetica proposta da Andrea Daffara, fund selector di Sella SGR, che sottolinea l’importanza dell’esposizione ai trend di cambiamento globali in un contesto di investimento caratterizzato dalla ricerca di rendimento, da ottenere anche grazie all’abbattimento dei costi. Un tema su cui la fund selection si dimostra comprensibilmente impegnata e che ha portato alla crescita esponenziale dell’utilizzo degli ETF. Permangono, però, aspetti di criticità che la selezione ha il dovere di monitorare.

Non basta il TER

“Il più grande punto interrogativo che ci poniamo nel momento in cui andiamo ad investire su un ETF, in particolare tematico, riguarda la liquidità”, afferma Daniel Squindo, portfolio manager di BCC Risparmio&Previdenza. “Quello che dobbiamo considerare unitamente al TER relativo all’ETF è lo spread denaro/lettera che in un mercato poco liquido può impattare negativamente sul costo di uno strumento all’interno del portafoglio. Dobbiamo sempre considerare che il costo effettivo di acquisto di un ETF all’interno di un portafoglio dipende sia da quanto è liquido il mercato sottostante sia da quanto è effettivamente scambiato l’ETF stesso”, spiega. Variabili spesso sottovalutate, secondo il porfolio manager di BCC Risparmio&Previdenza, anche perché difficilmente misurabili.

Un ulteriore aspetto sottolineato da Alessandro Marchi, fund analyst di Euromobiliare SIM, riguarda i costi degli ETF tematici, più alti rispetto a quelli che hanno come sottostanti indici broad. “Da un punto di vista di masse in gestione e track record, visto l’ingresso recente di queste soluzioni sul mercato”, spiega, “questi strumenti sono comprensibilmente un passo indietro rispetto ai fondi attivi”. Tutti aspetti considerati, però, da Marchi naturalmente risolvibili con il passare del tempo e con l’aumento della diffusione di questi ETF dopo un inevitabile periodo di lancio.

Approcci distintivi

“Il mondo degli ETF tematici”, conferma su quest’ultimo punto Giancarlo Sandrin, country head per l’Italia di Legal&General Investment Management, “è in forte crescita e le problematiche legate a questi aspetti, certamente rilevanti, sono in fase di risoluzione”. “Un aspetto da considerare”, sottolinea, però, Sandrin, “è la presenza di molti titoli small cap negli indici legati a questi temi”. “Gran parte delle opportunità fanno, infatti, riferimento a società giovani e di dimensioni ridotte a cui gli ETF tematici, essendo equipesati, offrono tendenzialmente una un maggiore esposizione rispetto ai fondi attivi”. Una diversificazione che porta ad un trade-off è tra liquidità e potenziale di crescita da valutare da parte del mondo della selezione, tenendo in considerazione l’approccio distintivo e i servizi offerti da ogni singolo emittente. Se dal lato della costruzione prodotto Legal&General IM mette in campo l’attività di esperti dei singoli temi per la definizione dell’universo investibile, riconoscendone così la complessità, dal lato dei servizi, fa notare Sandrin, “è impegnata a fornire assistenza agli operatori attraverso un desk dedicato che ha il compito di connettere l’investitore professionale con i market maker autorizzati per aumentare ulteriormente la liquidità, e con l’obiettivo di limitare il più possibile lo spread denaro/lettera di mercato”.

Quale futuro

La visione prospettica dei partecipanti alla tavola rotonda è per un domani in cui la compresenza di gestione attiva e passiva diverrà realtà anche per quanto riguarda i temi di più difficile definizione e a maggiore rischio di imprecisione e mancanza di rappresentatività degli indici, come quelli legati ai megatrend. “Il nostro approccio”, dichiara Luca Vaiani, head of Investment Strategy and senior portfolio manager di Fideuram Investimenti SGR, “privilegia ad oggi la gestione attiva su molti dei trend di cambiamento in atto”. “La necessità di esposizione pura al tema prescelto”, specifica, “ci spinge oggi a privilegiare la gestione attiva, ma integriamo queste posizioni con il potenziale di diversificazione fornito dall’ETF”. Il futuro non è poi così lontano.