VIX: cos’è, come si usa e che tipo di mercato anticipa

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Anne Nygard (Unsplash)

L’elevata inflazione, i dubbi sulla crescita e il potenziale impatto della guerra tra Russia e Ucraina sono solo alcuni dei fattori che hanno riportato l’incertezza sui mercati, spingendo al rialzo l’indice della paura più famoso: il VIX. Lanciato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE) nel 1993, l’indice misura le aspettative del mercato circa la volatilità futura. L’andamento di questo indice ci permette quindi di valutare il livello di incertezza del mercato. In questo articolo spieghiamo che cos’è, a cosa serve, come si calcola e come reagiscono i mercati quando registra un forte aumento.

Per spiegare che cos’è il VIX dobbiamo innanzitutto soffermarci sulla volatilità. Perché è così importante tenerla sotto controllo o saperla sfruttare? La volatilità misura la frequenza e l’entità delle variazioni dei prezzi, sia al rialzo che al ribasso, registrate da uno strumento finanziario nell’arco di un determinato periodo di tempo. A oscillazioni più pronunciate corrisponde un contesto di mercato più volatile. Possiamo calcolare la volatilità ex post, in base alle serie storiche dei dati sui prezzi (e parliamo quindi di volatilità realizzata), ma possiamo anche analizzare la volatilità implicita nei prezzi delle opzioni per prevedere i movimenti futuri. Ed è in questo contesto che vale la pena osservare l’andamento del VIX.

Cos’è il VIX

Il VIX, noto anche come l’indice della paura, è stato creato negli anni ’90 dal CBOE, una delle borse più famose del mondo. Si tratta del primo indice di riferimento che misura le aspettative del mercato circa la volatilità futura. A questo scopo utilizza come sottostante le opzioni sull’indice S&P 500, con il quale presenta una correlazione negativa: se lo S&P 500 sale il VIX scende, e viceversa. È per via di questa correlazione negativa quasi perfetta e del profilo asimmetrico che il VIX assume particolare importanza al momento di prendere una decisione di investimento.

Come si calcola

Il VIX stima la volatilità attesa aggregando i prezzi ponderati delle opzioni call e put sullo S&P 500 (SPX). In altre parole, esprime la media ponderata della volatilità implicita di un paniere di opzioni a 30 giorni sullo S&P 500. Si tratta di una definizione semplificata, poiché la metodologia di calcolo del VIX (disponibile sul sito Internet del CBOE) è piuttosto complessa.

Come si usa

Veniamo alla domanda chiave: a cosa serve davvero l’indice della paura? Il VIX rappresenta un barometro dell’incertezza del mercato e offre agli investitori una stima della volatilità costante a 30 giorni attesa dal mercato. Si tratta quindi di un indicatore di rischio. Nello specifico l’indice VIX riflette la temperatura del listino americano, ma esistono indici simili che svolgono la stessa funzione su altri mercati: ad esempio, quello del mercato europeo si chiama VSTOXX. Inoltre, la metodologia del VIX viene impiegata anche per altri asset come obbligazioni, valute ecc.

La disponibilità di un ampio ventaglio di indici VIX offre agli investitori e a tutti gli operatori di mercato un vasto arsenale di strumenti per valutare ciò che è attualmente implicito nella volatilità implicita. In altre parole, fornisce indicazioni più chiare su ciò che il mercato prevede circa l’andamento futuro della volatilità realizzata.

Come reagisce il mercato a un forte aumento del VIX

I bruschi movimenti registrati dai listini con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina hanno spinto il VIX a 32 punti, “un livello di gran lunga superiore alla media di 19 punti registrata dal 1990 ad oggi e al valore di inizio anno di 17 punti” spiega Duncan Lamont, CFA, head of strategic research di Schroders. L’esperto ricorda che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, quando l’indice sale a livelli che non si registravano da tempo tende a essere un indicatore piuttosto attendibile della futura evoluzione del mercato azionario americano. “Storicamente i periodi di grande volatilità e incertezza non rappresentano il momento giusto per vendere: anzi, in passato hanno permesso agli investitori con una maggiore tolleranza del rischio di ottenere rendimenti più elevati. Infatti, lo S&P 500 ha generato un rendimento medio a 12 mesi di oltre il 15% quando il VIX si è attestato tra 28,7 e 33,5 punti e di oltre il 26% quando ha superato 33,5 punti” aggiunge. Questa dinamica emerge chiaramente dal grafico riportato di seguito.

Fonte: Schroders.

Valori record dell’indice VIX

L’anno scorso, più precisamente il 17 marzo 2021, l’indice VIX ha toccato un nuovo massimo storico chiudendo a 82,69 punti. Un livello simile non si registrava dalla crisi dei mutui subprime, durante la quale è arrivato a superare quota 80 punti a novembre 2008. Il grafico mostra altre occasioni in cui i mercati hanno evidenziato un’impennata della volatilità a seguito di eventi come, ad esempio, la crisi del debito del 2012 e la bolla dotcom dei primi anni 2000.

Fonte: Cboe.com, 30 dicembre 2020.

È possibile investire nella volatilità?

Se qualcuno pensasse di investire nella volatilità replicando il VIX, chiariamo subito che non è possibile investire direttamente nell’indice. Il modo più semplice di investire nella volatilità è tramite i suoi derivati, ossia futures e opzioni: ad esempio, gli investitori possono fare ricorso a strategie basate sulla volatilità mediante opzioni, variance swap o derivati del VIX (VSTOXX).