Glow (Refinitiv): "Alcuni manager potrebbero essere stati troppo positivi sui propri standard ESG"

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Detlef Glow. Foto concessa (Refinitiv)

Poco prima dell'entrata in vigore dei Regulatory Technical Standards (RTS) previsti dal Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) il 1° gennaio 2023, il settore europeo degli ETF è stato colpito da un'ondata di riclassificazioni per quanto riguarda la categorizzazione dei fondi negoziati in borsa secondo gli articoli del SFDR.

"Non sorprende che un certo numero di gestori di fondi abbia dovuto riclassificare i propri fondi ed ETF rispetto al SFDR. Infatti, in un primo momento non c'erano definizioni sufficientemente chiare su come attribuire a un fondo o a un ETF uno dei tre articoli del SFDR. Con la richiesta di classificare i propri fondi prima della pubblicazione dei rispettivi standard tecnici di regolamentazione, alcune società potrebbero essere state eccessivamente ottimiste sulle proprie credenziali ESG e aver classificato i propri prodotti il più in alto possibile", scrive Detlef Glow.

Come spiega il responsabile dell'analisi EMEA di Refinitiv, dopo l'annuncio degli RTS, i gestori di fondi si sono resi conto che i regolatori europei avevano richieste molto più stringenti per i prodotti articoli 8 o 9 rispetto a quanto previsto dalla maggior parte degli operatori del settore. Inoltre, i gestori di fondi e provider di ETF in Europa si aspettano che le autorità europee di vigilanza del mercato siano più accorte nel controllare la conformità agli RTS per il rispettivo articolo SFDR.

Riclassificazioni nel segmento ETF

"Soprattutto nel segmento degli ETF, è stato in qualche modo sorprendente che anche i fondi negoziati in borsa e che seguono uno dei due benchmark climatici dell'UE (allineati all'Accordo di Parigi e alla transizione climatica) non si possano automaticamente insignire dell'articolo 9. A questo proposito, non sorprende che un certo numero di ETF, che erano classificati come prodotti dell'articolo 9, siano stati riclassificati all'articolo 8 del SFDR".

Inoltre, secondo l'esperto, regole più severe del previsto per i fondi e gli ETF che si qualificano come fondi ex articolo 9 potrebbero essere viste come una risposta dei regolatori europei alle accuse di greenwashing sollevate dagli osservatori del mercato dopo la pubblicazione del regolamento finale sulla divulgazione della finanza sostenibile nel novembre 2019.

"In generale, era prevedibile che un certo numero di fondi ed ETF avrebbe dovuto modificare la propria classificazione SFDR una volta pubblicate le regole e le linee guida definitive. Tuttavia, queste riclassificazioni stanno comunque scuotendo le rispettive statistiche di mercato e potrebbero quindi generare una certa confusione almeno fino alla fine del primo trimestre 2023", conclude Glow.