Sono diversi i fronti aperti per il settore: aumentano le “opzioni” ESG, e si riscopre l’interesse per l’obbligazionario “che può di nuovo giocare un ruolo importante nell’asset allocation dei clienti”.
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La complessità dei mercati nel 2022 è il punto di partenza per analizzare il mondo assicurativo e, più nello specifico, quello del comparto Vita. I numeri, d’altronde, sono lo specchio di 12 mesi che hanno risentito delle “code del Covid, dello scoppio della guerra in Ucraina, dell’inflazione” e al contempo delle manovre delle banche centrali che “hanno portato una serie di repricing al ribasso per le classi di attivo normalmente presenti nei portafogli degli investitori”.
A sintetizzare efficacemente i fronti aperti per gli investimenti assicurativi è Maria Luisa Gota, amministratrice delegata e direttrice generale di Fideuram Vita, che sottolinea come questi elementi siano all’origine dell’atteggiamento di “prudenza” di reti e investitori, tradotto nei fatti, “in una dinamica dei flussi di raccolta non in linea con quella dell’anno precedente”. Nonostante una raccolta netta positiva per 14 miliardi, “in base ai dati diffusi da Ania, alla fine del terzo trimestre del 2022 la raccolta lorda del comparto vita è scesa del 14% sull’anno precedente, e si attesta a poco più di 78 miliardi di euro”, afferma Gota, sottolineando come il calo si sia “abbattuto” con “gradazioni differenti sulle diverse linee” (-5,5% di raccolta lorda per i prodotti tradizionali, e fino al -31% per le unit linked), con l’unica eccezione di quella previdenziale.
In questo spaccato è il canale dei consulenti finanziari a registrare il calo più marcato: -26 per cento. “E questo – riporta la manager – può essere imputato alla forte presenza di unit linked nel ‘perimetro’ dei consulenti, prodotti che hanno risentito del loro essere più esposti al rischio mercato”. Tuttavia il quadro, per quanto lucido, non sconta una visione negativa. Tutt’altro. “Dopo un decennio di tassi di interesse vicini allo zero e, al netto di quanto già elencato – afferma Gota –, ci ritroviamo oggi a riscoprire il comparto obbligazionario come classe di attivi che può di nuovo giocare un ruolo importante nell’asset allocation dei nostri clienti”.
Tipologia di gestione e sostenibilità
In questo scenario, Fideuram Vita si affida a due capisaldi: la tipologia di gestione e la componente ‘sostenibilità’. Spiega l’AD e DG come, a fronte di una gestione prevalente basata sulle unit linked, (“che resta un punto di forza per la società”), alla luce delle evoluzioni dei mercati e al ritorno “in auge” dell’obbligazionario, “anche noi abbiamo dato più spazio ai prodotti tradizionali di ramo I che, anche per merito della stabilità dei rendimenti, hanno incontrato il gradimento della clientela”. A questo si somma anche l’introduzione di fondi interni che permettono un ingresso graduale sui mercati “per andare incontro alle esigenze di una maggiore prudenza”. Il riferimento va ai fondi Step In, che alla data di sottoscrizione sono investiti in un comparto obbligazionario a breve termine e, con gradualità, nell’arco di 12/18 mesi, vengono dal gestore investiti pienamente sul comparto azionario. “Questi prodotti consentono un ingresso prudente nei mercati: un passaggio da non sottovalutare, soprattutto nell’ottica di una ripresa nei prossimi mesi”. E i numeri danno ragione a questa capacità di adattamento. “Al 30 settembre 2022 – afferma l’esperta – su un totale di 170 miliardi di masse collocate attraverso i consulenti finanziari, Fideuram Vita vantava una quota di mercato del 20%, circa 35 miliardi di masse”. A costituire il fiore all’occhiello è il comparto previdenziale in cui “il numero di iscritti cresce il doppio rispetto al mercato (anno su anno al 12% contro un mercato che cresce al 6%). Questo rappresenta un dato indicativo di come le nostre reti siano efficaci nel sensibilizzare la clientela verso i bisogni previdenziali”.
Da qui anche l’attenzione verso le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG). “Come compagnia e come gruppo assicurativo abbiamo lavorato molto per rendere più robusto il processo di investimento e per aumentare la quota di investimenti con caratteristiche ambientali e sociali”. Un dato su tutti: “Nell’arco del 2022 le opzioni articolo 8 e 9 SFDR presenti sulle nostre unit linked e multi-ramo sono passate dal 43 al 75%”. Percentuali elevate, destinate ad aumentare: “Nei prossimi mesi lavoreremo per ampliare questa gamma, ovviamente con molta cautela consci che i dati e le metodologie sono in fase di consolidamento”. Alla luce di questa crescita, i fondi interni ed esterni classificati art. 8 e 9 raggiungono complessivamente “il 51% del totale delle masse in gestione di Fideuram Vita, oltre i 18 miliardi”.
Leggi l'intervista anche sul magazine FundsPeople di febbraio, n. 70.