'Green bonds', un nuovo strumento per compensare i rischi ambientali in portafoglio

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Funds People

Nel 2012 sono stati venduti tre milioni di euro in obbligazioni ‘verdi’. Nel 2013, 10 miliardi. E nei primi sei mesi del 2014, la cifra sfiora già i 20 miliardi di euro. È chiaro che il prodotto genera interesse, ma che cosa sono esattamente le obbligazioni verdi? Come spiega The Economist in un recente articolo, si tratta di uno strumento finanziario relativamente nuovo che lega l'emissione di un bond a investimento vantaggioso per l'ambiente, per esempio, la costruzione di un parco eolico o di fabbriche meno inquinanti, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’utilizzo sostenibile dei terreni, depurazione delle acque.

Ma da dove nasce questo interesse per le obbligazioni verdi? Come in molti altri casi, la richiesta è venuta da grandi investitori istituzionali sempre più preoccupati per i rischi di compensazione ambientale nei loro portafogli. The Economist osserva che il fondo pensione pubblico della Svezia è stato uno dei primi a investire in questi tipo di obbligazioni, ma sono già più di 250 le istituzioni che hanno acquistato almeno un bond verde. Tra questi, Zurich Insurance, che lo scorso novembre ha reso pubblico l'investimento di 1 miliardo di dollari in obbligazioni verdi per il portafoglio gestito da BlackRock.

Slancio istituzionale e standardizzazione

"La recente crescita del mercato di questi bond ha creato una maggiore spinta ad una sua standardizzazione e alla diffusione di criteri di eligibilità", spiega Fabio Caon, gestore del team multimanger di Symphonia SGR, "ossia dei principi e dei vincoli sottostanti le emissioni di tali strumenti e a cui devono attenersi i diversi soggetti coinvolti nell’emissione.  Si tratta di principi legati alla corretta individuazione e selezione dei progetti e la destinazione esclusiva a questi dei fondi raccolti, nonchè la rendicontazione periodica sui risultati raggiunti che va a testimoniare la corretta e trasparente destinazione dei fondi raccolti ai progetti sottostanti.

L’investitore in green bonds inoltre avrà il vantaggio non solo di una migliore trasparenza ma anche di una maggiore sicurezza in quanto si tratta di strumenti i cui gli emittenti sono tipicamente solidi e investment grade", continua il gestore. "Il mercato dei green bond ha assunto una forte crescita negli ultimi anni a livello mondiale, e nel 2014 è atteso un forte aumento delle emissioni che vedrà protagonisti non solo banche ma anche emittenti corporate, laddove già si è assistito per esempio in Europa a significative emissioni da parte di società come Edf e Gdf Suez".

Anche il mercato italiano sta iniziando a dare dei segnali in tal senso e si è registrata recentemente nel corrente anno la prima emissione green bond italiana da parte della società Hera attraverso un bond decennale per complessivi 500 milioni di euro (a fronte di ordini per 1,7 miliardi), destinata a finanziare progetti nell’ambito della lotta al cambiamento climatico, riduzione delle emissioni, qualità nella depurazione delle acque e ciclo dei rifiuti.
Secondo Caon, "nei prossimi mesi sarà interessante monitorare se altri emittenti italiani seguiranno l’esempio di Hera entrando sul mercato; ciò a nostro avviso porterebbe nuove possibilità di sviluppo anche infrastrutturale che potranno rappresentare un importante stimolo alla crescita".

Secondo i dati della società di ricerca Climate Bonds Initiative, in molti casi la domanda di green bond raddoppia o addirittura triplica l’offerta. Inoltre, delle emissioni lanciate nel 2014, la metà sono state corporative, un cambiamento notevole rispetto allo scorso anno, quando la maggior parte di questi prodotti sono stati emessi da organismi internazionali come la World Bank. 

 

Climate Bonds Initiative calcola, inoltre, che il valore cumulativo di tutte le obbligazioni verdi sarà di circa 50 miliardi dollari entro la fine del 2014. Si tratta di una cifra è esigua rispetto alla dimensione totale del mercato obbligazionario (80.000 miliardi miliardi dollari) o rispetto al costo della riduzione dei gas serra. Ma in confronto con la maggior parte dei flussi di reddito a fini ambientali, è enorme. Quest'anno questi flussi saranno due o tre volte di più rispetto a quanto i contribuenti tedeschi spenderanno per sovvenzionare l’energia eolica e solare, il più grande sussidio verde in Europa.