Hagdrup (M&G): "La sostenibilità investe anche il mercato dei prestiti"

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Fiona Hagdrup. Foto ceduta (M&G).

Applicare screening di sostenibilità a più ambiti possibile è uno degli obiettivi dei prossimi anni. In questo senso, è possibile comprendere anche il mercato dei prestiti, per il quale questa tendenza rappresenta ancora una novità. Ed è proprio quello che cerca di fare Fiona Hagdrup, gestore di M&G (LUX) Sustainable Loan fund, uno strumento che è stato recentemente lanciato sul mercato.

"La ricerca di standard di reportistica coerenti all’interno dei portafogli degli asset owners sta inoltre contribuendo all’evoluzione del mercato dei prestiti. Questo non esclude naturalmente lacune nei dati e un contesto sfidante. Non tutte le aziende sono sottoposte a obblighi di legge o a requisiti di reporting; la disponibilità e la divulgazione di informazioni pubbliche possono essere carenti. In assenza di sistemi di rating di terze parti universali, i gestori possono affidarsi solamente alla solidità dei propri processi di scoring ESG interni, individuando metodi innovativi per ottenere, misurare e valutare i dati" spiega Hagdrup in questa intervista a FundsPeople.

Anche in questo la Sustainable Finance Disclosure Regulation dell’Unione Europea gioca un ruolo importante per far sì che il mercato diventi con il passare del tempo sempre più consapevole. "Un traguardo importante è rappresentato dall’estensione della direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, vale a dire circa la sostenibilità aziendale, alle grandi aziende non quotate. Inoltre, l’aumento delle emissioni di prestiti sostenibili cui abbiamo assistito quest’anno ha incentivato le aziende e i mercati a compiere una auto-valutazione collettiva degli standard di sostenibilità" prosegue il gestore. In questo senso, come ricordato dall'esperta, la European Leveraged Finance Association (ELFA) e la Loan Market Association (LMA) sono state determinanti nella definizione dei principi e nel garantire che gli obiettivi di performance di sostenibilità dei prestiti siano consoni e ambiziosi.

Contro il rischio greenwashing

Nel mercato privato corporate è possibile assistere a una tendenza opposta rispetto a quella seguita dal mercato e quindi comunicare di meno rispetto i reali progressi fatti in ambito sostenibile. Vale comunque la pena ricordare che "sebbene siano già stati fatti passi avanti significativi sul mercato finanziario a leva, è necessario uno sforzo congiunto e coordinato da parte dei soggetti che investono in debito, delle banche sottoscrittrici, del private equity e, naturalmente, degli emittenti, per soddisfare le richieste dell’authority e di tutte le parti interessate, investitori compresi. Il nostro fondo dedicato ai Sustainable Loans è conforme all’articolo 8 della SFDR e adotta un approccio di investimento fondato su tre pilastri: esclusione, engagement e miglioramento" precisa Hagdrup.

La strategia parte dalle logiche utilizzate per l’M&G European Loans Fund e, "in aggiunta abbiamo ampliato l’universo di investimento per essere ancora più globali e incluso una parziale allocazione alle obbligazioni high yield, in particolare per quanto riguarda gli strumenti green e legati alla sostenibilità. Questo garantisce che anche dopo aver applicato il filtro di sostenibilità all’universo investibile, avremo più di 1.000 miliardi di dollari di asset tra cui scegliere e con cui costruire un portafoglio ben diversificato".

La risposta degli investitori

Gli investitori hanno un ruolo decisivo per la buona riuscita e lo sviluppo di questa "filiera" sostenibile. Come sappiamo, è aumentato l'interessa da parte del cliente finale che sia esso retail o istituzionale. La domanda principale però che in molti si pongono tutti resta comunque una: quale sarà l’impatto sui rendimenti? "A lungo termine la risposta rappresenta una incognita vista la mancanza di dati storici sugli indici e il contesto di investimento in rapida evoluzione. Oggi la relazione tra punteggio ESG e rating creditizio tende a essere positiva, quindi un portafoglio più sostenibile è tipicamente caratterizzato da un rating di credito più alto e da un profilo di rendimento leggermente più basso rispetto a un prestito "medio" nell’universo più ampio" spiega l'esperta di M&G. Questo aspetto però dovrebbe cambiare in futuro, "quando un numero maggiore di emittenti – tipicamente realtà più piccole e meno consolidate con rating di credito più bassi – implementeranno nuovi standard di rendicontazione ESG. Quest’anno abbiamo già osservato notevoli progressi. Poiché il rischio di transizione, sia fisico che legato al mercato, è in primo piano per gli investitori, riteniamo che il nostro fondo sia ben posizionato, con un rischio di ribasso inferiore nel lungo termine e valutazioni aziendali più solide. Detto questo, dato il tipico orizzonte d’investimento di 5-7 anni del mercato dei prestiti, è improbabile che l’impatto relativo di un tale posizionamento si manifesti nel breve termine" conclude.