Hense (BlueBay), investire nell'IG europeo con un focus sulla conservazione del capitale

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Kaspar Hense, portfolio manager, BlueBay

In uno scenario di mercato in cui predominano l’incertezza e la volatilità a seguito del Covid-19, si fa spazio tra gli investitori una maggiore necessità di sicurezza e di ricerca di soluzioni che puntino alla conservazione del capitale. L’Investment Grade europeo, nonostante i rendimenti prossimi allo zero e i timori legati alla sostenibilità del debito di alcuni Paesi periferici, tra cui l’Italia, può essere una di queste. Secondo Kaspar Hense, portfolio manager del fondo Investment Grade Euro Government Bond di BlueBay, rating ABC di FundsPeople nel 2020, Il fixed income del Vecchio Continente può fornire una forma di stabilizzazione per i portafogli: “Sebbene il rendimento dell’indice obbligazionario IG europeo sia attualmente attorno allo 0,3%, crediamo che un portafoglio ben strutturato che si concentri sul rischio politico europeo e la ricerca di valore in un contesto di tassi negativi sia importante per chi vuole investire in Europa con un focus sulla conservazione del capitale”, afferma.  

Post Covid-19, le misure attuali della BCE potrebbero non bastare

Le letture degli indicatori economici europei del primo trimestre non hanno dato segnali incoraggianti, con una perdita del PIL dell’Eurozona a fine anno che dovrebbe oscillare tra il 5% e il 12%. La Banca centrale europea ha imbracciato il bazooka e messo in campo ingenti politiche monetarie, che tuttavia potrebbero non bastare: “Le politiche monetarie adottate finora dalla BCE non sono ancora sufficienti”, afferma Kaspar Hense. “Accogliamo favorevolmente il taglio dei tassi implicito attraverso il nuovo programma TLTRO, rivolto direttamente alle banche europee e in grado di sbloccare ampie parti dei loro bilanci. Abbiamo già riscontrato un uso più diffuso di questi nuovi strumenti e ci aspettiamo che questo trend prosegua. Ciò favorirà anche la stabilizzazione degli spread sovrani, incentivando le banche ad aumentare gli investimenti in titoli di Stato e sommandosi ai programmi di acquisto della BCE (PSPP e PEPP)”, argomenta il gestore. Tuttavia secondo Hense le quote dei programmi di acquisto di Francoforte potrebbero essere riviste al rialzo nel corso dei mesi a venire: “L’emissione di bond governativi registrerà un balzo di più di 1.000 miliardi di Euro nel corso del prossimo anno ed è improbabile che il mercato da solo possa sostenere gli attuali livelli bassi di rendimento, che d‘altra parte sono necessari per la ripresa economica e la sostenibilità del debito dei Paesi europei. Crediamo quindi che un ulteriore aumento del PEPP sia probabile, mentre un accordo da parte dell’Italia per accedere a ESM e OMT sarebbe sufficiente a placare i timori dei mercati”, commenta.

Italia osservato speciale per il debito

Sono molti i timori per la sostenibilità dei bilanci dell’Italia. Moody’s la scorsa settimana non ha modificato il rating sul debito italiano, ed è stato evitato il temuto declassamento a junk bond. Ma la situazione è ancora critica e i contraccolpi di un possibile default dell'Italia si farebbero sentire sull’intera UE. “Crediamo che questo scenario sia molto improbabile e che debba essere evitato a tutti costi”, dichiara Kaspar Hense. “Il debito italiano aumenterà fino al 155% del PIL l’anno prossimo e ciò ne mette in discussione la sostenibilità. Un default del governo avrebbe un impatto significativo sul risparmio e soprattutto sul settore bancario domestico. Bisogna considerare anche che in Europa le banche hanno un ruolo particolarmente significativo e il settore finanziario dei diversi Paesi è fortemente interconnesso. Per questo, qualunque ristrutturazione del debito italiano comporterebbe perdite per i risparmiatori italiani, per le banche italiane ed europee e per le istituzioni europee”, sottolinea. “Anche un semplice declassamento del debito italiano determinerebbe premi al rischio significativamente più elevati per i Btp”, aggiunge Hense che mette sul piatto tre soluzioni per risolvere la crisi: dei cambiamenti al quadro normativo – compreso un aumento del budget europeo con il passaggio dell’Italia da contributore netto a beneficiario netto, un recovery fund europeo con sussidi finanziati dalle istituzioni europee, oppure anche un accordo tra i partner europei per accettare prestiti dal Fondo salva-Stati (ESM) e accedere alle Outright Monetary Transactions (OMT) della BCE.

Rischio ‘fallen angel’ tra i Paesi dell’Europa perferica

Secondo le analisi del gestore i più esposti al rischio di diventare ‘fallen angel’ sono i Paesi con un indebitamento elevato che sono stati maggiormente colpiti dal coronavirus. “Tra questi spicca l’Italia”, ammette Hense. “Viceversa, la Grecia è già stata un ‘fallen angel’ in passato e non è stata colpita dal virus quanto altri Paesi. Per questo, continuiamo a preferire il debito greco a quello italiano in questo momento e a evitare altri Paesi a rischio con indebitamento elevato come Portogallo, Cipro e Spagna”, conclude.