Comgest illustra i vantaggi di investire in importanti brand come Hermès, LVMH e Ferrari. Aziende con una lunga storia alle spalle caratterizzate da prodotti iconici e un enorme patrimonio di marchi.
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Gli Stati Uniti hanno la tecnologia e i Magnifici 7, ma l’Europa ha il lusso. Se gli investitori del Vecchio continente guardano con forte interesse (e in alcuni casi con un pizzico di gelosia) al mercato statunitense e alle performance stellari delle mega-cap del tech, oltreoceano l’appetito per i risultati di brand famosi come Hermès, Ferrari o LVMH è altrettanto elevato. Ma sui mercati non tutte le aziende del luxury si comportano allo stesso modo. Ed è molto importante fare dello stock picking all’interno del settore per cogliere le migliori opportunità. Gli investimenti azionari nel lusso europeo sono stati al centro di un evento per la stampa e i clienti di Comgest che si è tenuto in settimana a Milano a Villa Mozart, nella sede dello storico marchio milanese Serapian. “Comgest gestisce fondi azionari con uno stile quality growth. Questo stile tende a farci preferire determinati settori con caratteristiche di alta crescita e qualità quali il settore tecnologico, l’healthcare e i consumi, comparto in cui rientrano le grandi aziende del lusso”, spiega Gabriella Berglund, Branch manager di Comgest Italia.
Comgest investe in alcuni dei brand più noti del panorama mondiale attraverso tre strategie: Comgest Growth Europe, Comgest Growth Europe Opportunities e Comgest Growth Europe Smaller Companies. Ad esempio, il fondo azionario europeo Comgest Growth Europe (uno dei pochi fondi ad aver ottenuto nel 2024 il rating FSP+) attualmente ha un’esposizione al settore dei consumi discrezionali del 9,2%. E all’interno di questa porzione del portafoglio, il settore del lusso rappresenta quasi il 90% dell’esposizione. “La nostra performance in azioni europee ha battuto fortemente il benchmark di mercato negli ultimi anni. Le imprese del settore lusso in cui siamo investiti hanno fortemente contribuito alla nostra performance positiva”, commenta Berglund.
Ma non tutte le società vantano gli stessi risultati positivi. Motivo per cui nel campo del lusso (come in tutti i settori) la selezione dei titoli in portafoglio risulta determinante. “A livello europeo, negli ultimi cinque anni, i campioni sono stati Hermès, LVMH e Richemont mentre Kering e Burberry hanno avuto performance negative. Se prendiamo esempi italiani, le migliori sono state Brunello Cucinelli, Ferrari e Moncler, mentre una società come Ferragamo ha avuto performance negative”, argomenta Berglund.
Il potere del tempo e della qualità
I Magnifici 7 sono titoli di aziende con un'età media di 31 anni. Il loro vantaggio competitivo senza rivali si basa sull'innovazione e sulla distribuzione. "E se invece il tesoro dell’azionario europeo si trovasse proprio tra le sue aziende più antiche? Aziende che hanno superato la prova del tempo nell'arco di uno o due secoli, non solo di qualche decennio. I marchi di lusso Hermès, Louis Vuitton e Cartier appartengono a questo club di realtà caratterizzate da prodotti iconici e un enorme patrimonio di marchi”, osserva Denis Callioni, analista e gestore azionario europeo di Comgest.
Naturalmente una lunga storia da sola non costituisce una ricetta per il successo, ma può essere una potente base per affermarsi. “Anche Ferrari è uno dei marchi di auto da corsa più antichi del mondo e lo consideriamo un vincitore nel settore del lusso, proprio come Dior, che fa parte del gruppo LVMH”, spiega Callioni. “Anche brand più piccoli come Moncler sono tra le nostre scelte di investimento, in quanto il management ha dimostrato di saper elevare una delle più antiche griffe di sport invernali, con un marketing potente e una capacità di distribuzione crescente, in uno dei marchi di piumini e articoli sportivi di maggior valore”, prosegue l’analista.
Sono quattro i parametri chiave che secondo Comgest fanno di un brand un marchio di successo. Il primo è la capacità di offrire ai consumatori prodotti iconici, come ad esempio nel caso di Hermès la celebre borsa Birkin Bag. Il secondo aspetto è la diversificazione dell’offerta: un brand che opera contemporaneamente in diversi sotto-settori (ad esempio jewelry, fashion, cosmetica, vini e catene di vendita al dettaglio) beneficia di una maggiore resilienza complessiva del business. In terzo luogo, lo squilibrio tra la domanda e l’offerta dei prodotti sul mercato favorisce un appetito costante tra i consumatori. Infine, un’esecuzione superba della strategia di business, anche grazie alla qualità del management, rende un’azienda più forte nel tempo.
“Hermès e Ferrari rappresentano casi piuttosto unici nella modalità secondo cui gestiscono i loro marchi iconici e ne aumentano il valore nel tempo. La società del Cavallino è riuscita ad aumentare il prezzo medio di una Ferrari di oltre il 50% dalla sua IPO, lanciando modelli iconici e personalizzando le vetture su richiesta dei clienti. Una borsa Birkin di Hermès veniva venduta a 2000 dollari 40 anni fa, mentre oggi non è possibile acquistarne una a meno di 10 mila dollari”, continua Callioni. “La creazione di una cerchia esclusiva di proprietari di Ferrari o borse Birkin a cui le persone desiderano appartenere genera un enorme valore del brand per gli azionisti di queste aziende”, afferma.
“La storia del colosso LVMH è diversa da quella di Hermès e Ferrari, ma è allo stesso modo una formula di successo. Si tratta semplicemente di vendere l'esclusività a milioni di persone, non solo a poche migliaia come nel caso di Ferrari”, dichiara l’esperta. “LVMH è il gruppo del lusso più diversificato al mondo, essendo presente in tutte le categorie del lusso a livello globale. L'azienda ha una lunga e comprovata esperienza nello sviluppo di brand. Infatti, il successo di Dior nell'ultimo decennio è un esempio di come sviluppare un marchio globalmente”, conclude Callioni.