I fondi energetici guardano alle fonti rinnovabili

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Mentre il greggio è negoziato a oltre 70 dollari al barile da aprile 2018, la produzione in USA ha continuato ad espandersi e l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) ha ripristinato le curve produttive. 

“A nostro avviso, dunque, la minaccia di offerta insufficiente nel prossimo futuro è piuttosto remota”, spiega Nitesh Shah, director of research di WisdomTree. “Riteniamo tuttavia che, col tempo, l’assenza d’investimenti nell’esplorazione e produzione di gas e petrolio potrebbe provocare la diminuzione dell’offerta di queste due fonti di energia”.

Nel giugno 2018 il prezzo del petrolio è tornato a oltre 80 dollari al barile, dopo la caduta sotto i 30 dollari del 2016. In concomitanza alla ripresa dei prezzi, sono aumentati anche gli investimenti nel settore dell’esplorazione di gas e petrolio. Nel 2017 gli investimenti sono saliti del 4% raggiungendo i 450.000 miliardi di dollari USA e, nel 2018, si prevede un aumento del 5%, a 472.000 miliardi. In ogni caso, però, l’industria non ha recuperato il terreno perso.

La maggior parte della crescita degli investimenti proviene dallo shale e dal tight oil, quasi per definizione incentrati su cicli più brevi (circa l’80% dell’output arriva nei primi due anni di produzione). “Dopo essere rimaste scottate dalla forte volatilità dei prezzi tra il 2014 e il 2016, le compagnie petrolifere internazionali si sono dimostrate riluttanti a impegnarsi in progetti finanziari di più lungo percorso”, spiega Shah. “Inoltre, il crollo degli investimenti negli ultimi anni si è avvertito soprattutto nel campo delle esplorazioni. Dunque, nonostante siano in aumento i progetti approvati, il calo delle scoperte potrebbe provocare delle limitazioni sul fronte dell’offerta”.

Verso nuove fonti energetiche

Nel 2017 le vendite di veicoli elettrici per il trasporto passeggeri hanno superato quota 1 milione di unità, con un incremento del 54% rispetto all’anno precedente, superiore al tasso di crescita annuo del 38% rilevato nel 2016. L’International Energy Agency (IEA) ha raddoppiato la propria previsione centrale sulle auto elettriche, innalzando la stima sul volume complessivo della flotta nel 2030 da 23 a 58 milioni di unità. Questo, secondo Aneeka Gupta, associate director Research di WisdomTree, porterà “un aumento della domanda di nickel, cobalto e litio per la produzione di batterie, ma anche materie prime più tradizionali come rame e alluminio dovrebbero beneficiare dell’espansione del settore dei veicoli elettrici”. L’alluminio, noto per la sua leggerezza, contribuisce a ridurre notevolmente il peso dei veicoli e quindi il consumo di energia degli stessi. Un veicolo elettrico richiede in media tra 80 e 90 kg di rame, a fronte dei 25 kg per un’auto passeggeri convenzionale. 

I migliori fondi energetici

Tra i migliori fondi con rating Consistente Funds People che investono nel settore energetico troviamo l'Eurizon Azioni Energia E Materie Prime e il Mediolanum Challenge Energy Equity.

Il primo investe principalmente in azioni di emittenti operanti nei settori energia e materie prime a livello mondiale. Il fondo ha azioni denominate in diverse valute, perciò, per coprirsi dal rischio di cambio, utilizza strumenti derivati per la copertura dei rischi e per arbitraggio. Fa anche uso di leva finanziaria per assumere posizioni tattiche.

I gestori Paolo Vassalli e Marco Mossetti investono in egual misura tra società di grande, media e piccola capitalizzazione. Il comparto registra una performacne del +5,03% da inizio anno (dati al 31/08/2018).

Il secondo fondo investe sempre nel settore energetico a livello globale con la possibilità dell’utilizzo di strumenti finanziari derivati, il cui rendimento è legato a quello di uno o più titoli o classi di attività sottostanti. Il gestore, Joseph Murphy, ha la flessibilità di modificare in qualsiasi momento l'allocazione delle attività del comparto e la facoltà di selezionare in modo discrezionale gli investimenti all'interno di ciascuna classe di attività. Il fondo registra una performance del +4,45% da inizio anno e predilige società di media e grande capitalizzazione.

 

Fondo Società Rend. % YTD Volatilità Categoria Morningstar
Schroder ISF Global Energy Schroders 9,35 20,05 Energy Sector Equity
Raiffeisen-Energie-Aktien Raiffeisen CM 8,27 16,82 Energy Sector Equity
PIMCO GIS MLP & Engy Infr Ins PIMCO 7,65 21,09 Energy Sector Equity
Parvest Energy Innovator BNP Paribas AM 7,37 19,25 Energy Sector Equity
Guinness Global Energy Guinness 6,30 22,09 Energy Sector Equity
Swisscanto (LU) EF Global Energy Swisscanto 6,10 19,17 Energy Sector Equity
NN (L) Energy NN IP 5,04 18,06 Energy Sector Equity
Eurizon Azioni Energia E Mat Prime Eurizon Capital SGR 5,03 12,12 Energy Sector Equity
Mediolanum Ch Energy Equity Mediolanum 4,45 16,17 Energy Sector Equity
GS NA Engy & Engy Infras Eq Base Goldman Sachs AM 4,17 15,28 Energy Sector Equity

Fonte: Morningstar Direct. Dati in euro al 31/08/2018.