Chi ha creduto nell’industria del risparmio gestito tanto tempo fa oggi può dirsi soddisfatto. Ecco com’è andata la raccolta di chi ha aperto il mercato e continua a offrire performance.
Lo stock di risparmio detenuto dalle famiglie italiane, si sa, è molto corposo. Si parla di 3.700 miliardi di euro quanto a ricchezza del settore privato. Secondo i dati forniti da Assogestioni di fine novembre 2014 si può vedere che una parte rilevante, ovvero 1.563 miliardi di questo ammontare, è affidata proprio ai gestori di fondi di investimento, siano essi di matrice bancaria italiana o estera o di società indipendenti che negli anni si sono fatte spazio nel mercato. Di questi, 676 miliardi sono appannaggio dei fondi aperti. Nelle fasi alterne e alternate di questi anni, dove a rapidi rally e si sono succedute grandi correzioni, l’industria del gestito ha dimostrato una buona capacità di tenuta e di reazione, tanto che si fa sempre più nitida l’idea che potrebbero essere proprio i fondi comuni il salvadanaio a cui attingere per ridare slancio all’economia reale.
Le banche se ne sono accorte e nemmeno da troppo tempo. È infatti nel 2013 che i grandi istituti di credito italiani hanno riscoperto i serbatoi di private banking e asset management, due attività che richiedono poco impiego di capitale e buoni margini e che dunque non possono che dirsi interessanti alla resa dei conti. Tanto che a chiusura d’anno sono proprio gli istituti di credito nazionali big che hanno segnato i numeri migliori: il gruppo Intesa Sanpaolo grazie a Eurizon e Banca Fideuram ha segnato un flusso netto da inizio anno pari a 13,78 miliardi portando gli asset globali a 137,25 miliardi. Seguito dal braccio dell’asset management di Generali con 11,5 miliardi di raccolta e Pioneer con 10,2 miliardi di flussi netti.
Intanto, nel 2014, alcuni fondi italiani hanno compiuto 30 anni. A sorpresa, si tratta di obbligazionari, siano essi governativi, diversificati o flessibili. Quelli che hanno fatto bella mostra di sé nel lontano 1984 sono Allianz Reddito Euro (ex Gestiras) che è partito il 26 giugno e ha oggi in Roberto Antonielli il gestore, i due comparti Arca BB e Arca RR Bond Euro partiti entrambi il 18 settembre e che hanno alla gestione, rispettivamente, Matteo Campi e Giovanni Radicella, Fideuram Rendimento partito il 2 luglio con Luca Ercolani come gestore, GI Focus Obbligazionario di Generali Investments Europe partito il 22 ottobre. I numeri sono molto interessanti. Allianz Reddito Euro ha segnato una performance del 673,8%, Arca BB e Arca RR Bond Euro hanno segnato rispettivamente 670,8% e 656,6% mentre Fideuram Rendimento un 626,7% e GI Focus Obbligazionario un 400%. Ora la vera sfida dell’industria del risparmio gestito italiana è far crescere il numero dei sottoscrittori dei fondi. C’è di buono che il mercato è molto lontano dai massimi storici e quindi di spazio per fare performance ce n’è.
Nome fondo |
Quota al collocamento |
Quota al 29/11/2014 |
V ar. % sulla quotazione |
Data di collocame nto |
Allianz Reddito Euro |
5,16 |
39,97 |
673,8 |
26/06/84 |
Arca BB |
5,16 |
39,81 |
670,8 |
18/09/84 |
Arca RR Bond Euro |
1,48 |
11,2 |
656,6 |
18/09/84 |
Fideuram Rendimento |
1,47 |
10,69 |
626,7 |
03/07/84 |
Gi Focus Obbligazionario |
1,29 |
6,46 |
400 |
22/10/84 |