I fondi preferiti dai fund selector italiani nel 2018

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Funs People

Funds People ha condotto per la quarta volta consecutiva il sondaggio per conoscere i fondi preferiti dai fund selector italiani, in quest’occasione nel 2018, al fine di determinare l’elenco dei prodotti di investimento con rating A Funds People (Preferito dagli Analisti). Ben venticinque team italiani di fund selection hanno fornito alla nostra indagine un elenco di 10 fondi ciascuno, senza limitazioni di categoria e/o regolamentazione, rispettando come unica condizione la distribuzione in Italia.  Abbiamo riportato l’elenco dei fondi con almeno due voti di preferenza, per un totale di 50 prodotti, di cui il 46% è risultato appartenere alla categoria degli alternativi, il 24% ai fondi azionari, la cui metà è gestita secondo uno stile di investimento ‘growth’. Infine, il 22% dell’elenco è costituito da fondi obbligazionari e solo l’8% da prodotti bilanciati. I fondi con rating A Funds People sono il frutto di una serie di valutazioni da parte dei fund selector sia in termini di consistenza delle analisi di rischio-rendimento, sia del team di gestione. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro su cosa si siano infatti focalizzati nel rispondere al sondaggio: il team di Amundi SGR, ad esempio, ha commentato che “i principali criteri che hanno guidato nella scelta sono solidità e ripetibilità del processo di investimento, expertise e stabilità del team di gestione e capacità del fondo di generare performance in diversi contesti di mercato”.

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L'anno degli alternativi

I numeri parlano chiaro, il 2018 è stato l’anno degli alternativi. Il ritorno alla volatilità ha spinto i professionisti della fund selection a ricercare rendimenti in maniera diversa da quella tradizionale, puntando soprattutto su fondi long/short equity e credit, global macro, multistrategy, market neutral ed event driven, cercando di ottenere performance positive in tutte le fasi di mercato. Carlo De Luca, responsabile delle Gestioni Patrimoniali di Gamma Capital Markets, ha così commentato le sue scelte: “Ci piace dare opportunità ai fondi delle piccole boutique di investimento piuttosto che acquistare esclusivamente i prodotti dei soliti big player del risparmio gestito. In questo modo abbiamo un duplice vantaggio: da un lato, questo approccio ci permette di ricercare anche quei fund manager che hanno lavorato in precedenza nelle principali case di investimento, dimostrando spiccate competenze, e che hanno deciso in seguito di mettersi in proprio creando le loro società di gestione. Inoltre, queste tipologie di fondi raramente gestiscono miliardi, e questo fa la differenza soprattutto nel caso di strategie alternative, come event driven e merger arbitrage, in cui la gestione dei miliardi non dà spazio a margini e creazione di valore. Infine, in tal modo offriamo al cliente una diversificazione a livello di nomi presenti nei loro portafogli”. 

Categorie_dei_fondi_con_almeno_due_votiAnche Michele De Michelis, CIO di Frame AM, ha dichiarato che “la ricerca di rendimento nell'attuale scenario economico ruota intorno all'utilizzo di strategie alternative long/short. In particolare le long/short credit (gestori che svolgono relative value) e le long/short equity. Bene anche le M&A driven, anche se questa strategia ha sofferto un po' con la politica protezionista di Trump, la quale ha ostacolato alcune importanti aggregazioni. Guardiamo con interesse anche gli arbitraggi di volatilità che sfruttano spazi di inefficienza sulla curva e infine le strategie che potremmo definire di ‘scalping’ di quei gestori che, sulla base degli algoritmi, siano in grado di individuare piccoli movimenti sul mercato dei cambi e dei future".

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