Il Governo si impegna a rafforzare i PIR

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Spiros Vathis, Flickr, Creative Commons

Svolta per i PIR: investiranno il 3% dei loro asset in fondi che investono in startup e PMI innovative. Inoltre saranno estese le agevolazioni fiscali anche ai fondi di credito e ai bond derivanti dalla cartolarizzazione di prestiti alle PMI erogati tramite piattaforme peer to peer.  La commissione Finanze della Camera ha approvato all'unanimità una risoluzione in cui si chiedeva al Governo di rafforzare i PIR. Il testo della risoluzione impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative utili, anche di carattere normativo, per "favorire la canalizzazione del risparmio privato verso il venture capital, prevedendo che, per usufruire dell'agevolazione fiscale sui PIR, sia obbligatorio investire almeno il 3% della soglia di investimento prevista dai PIR, in organismi di investimento collettivo del risparmio quotati che investano prevalentemente in start-up innovative o in piccole e medie imprese innovative". Il Governo dovrà inoltre "allargare l'agevolazione fiscale dei PIR alle quote di fondi di credito e alle obbligazioni emesse a fronte di cartolarizzazioni di crediti erogati a piccole e medie imprese tramite piattaforme peer-to-peer specializzate, gestite peraltro da intermediari soggetti a vigilanza dalla Banca d'Italia".

Nella risoluzione si chiede di "estendere l'agevolazione fiscale PIR anche a forme di gestione individuale (gestioni patrimoniali) e non solo collettiva (fondi) per permettere anche al mondo delle gestioni di private banking di accedere direttamente agli investimenti PIR, lasciando i vincoli PIR in capo alla gestione e non agli investimenti sottostanti". Si chiede anche di "innalzare dal 5% fino al 10% il tetto stabilito per gli investimenti effettuati da casse previdenziali o fondi pensione, limitatamente alla sottoscrizione dei PIR, nonché di ampliare i limiti individuali di 30.000 euro annui e di 150.000 euro complessivi previsti per le persone fisiche, ad esempio portando il primo limite a 100.000 euro e il secondo a 500.000 euro. Nell'ultimo punto del testo Il Governo si impegna a "prevedere un credito di imposta del 50% per tutte le società che optano per la quotazione, purché sotto la soglia di 1,5 miliardi di euro di capitalizzazione post quotazione, oppure che effettuino aumenti futuri di capitale o emissione di obbligazioni".

Attualmente sono attivi sul mercato 44 fondi PIR compliant che, nei primi 9 mesi dell'anno, hanno raccolto circa 5 miliardi di euro, oltre le iniziali stime del Governo, pari a 2 miliardi di euro, che ha così rivisto l'obiettivo per tutto il 2017 a 10 miliardi. Secondo le stime degli uffici studi delle principali case di investimento italiane, la raccolta dei PIR cumulata al 2021 potrebbe superare i 70 miliardi. Le masse gestite e amministrate dal private banking  ammontano a circa 750 miliardi di euro su circa 900.000 clienti ricchi.