Il prezzo dell'oro è aumentato di oltre il 17% da gennaio: è uno degli asset con le migliori performance quest'anno. E gli operatori si domandano quanto ancora può continuare la salita. Nel frattempo le società aurifere non stanno beneficiando di questo momento di forza.
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Il prezzo dell’oro è un indicatore interessante dello stato di salute di un’economia. Il bene rifugio per eccellenza ha ripreso ad attrarre l’attenzione degli investitori nei primi mesi dell’anno, mettendo a segno una serie di rialzi record dopo aver oscillato tra 1.800 e 2.000 dollari l’oncia nel corso del 2023. Tra marzo (mese in cui si è registrato un primo incremento considerevole a 2.136 dollari l’oncia troy) e aprile, il metallo giallo è aumentato rapidamente, raggiungendo quota 2.400 dollari. Naturalmente gli operatori di mercato si stanno domandando quanto può continuare questa corsa all’oro. Come fa notare Nadège Dufossé, global head of multi-asset di Candriam, “il rialzo è avvenuto all’inizio dell’anno in un momento in cui i tassi di interesse reali stavano aumentando, il dollaro USA si stava rafforzando e gli asset rischiosi continuavano a salire”. Tradizionalmente, afferma l’esperta, “il prezzo dell’oro è inversamente correlato alle variazioni dei tassi di interesse reali statunitensi, e questa relazione ha sempre funzionato dal 2006”.
Un dollaro più forte generalmente penalizza le materie prime denominate in dollari, poiché le rende più costose per gli investitori non americani. Come fa notare l’asset manager, “nel complesso, se tutte le Banche centrali dei Paesi emergenti raggiungessero un minimo del 10% delle loro riserve in oro, la domanda globale crescerebbe di oltre il 75%”.
Secondo il modello sviluppato da WisdomTree l’andamento del prezzo della materia prima è avvenuto è in linea con i fondamentali dell’oro. “Alla fine del mese di marzo 2024 esso avrebbe dovuto registrare un aumento del 13,4% su base annua, che corrisponde sostanzialmente all'aumento del 13,2% a cui abbiamo effettivamente assistito”, afferma Nitesh Shah, head of commodities and macroeconomic research della società.
Inoltre, il metallo ha assistito a un miglioramento del sentiment degli investitori, almeno in alcune aree. Il numero di posizioni speculative nette nei future sull'oro è aumentato negli ultimi mesi, rispetto ai livelli piuttosto ridotti di ottobre 2023.
Prezzo dell'oro e investimenti in ETP

“Gli elevati rischi geopolitici hanno favorito il rafforzamento del sentiment positivo nei confronti dell'oro”, spiega Shah. “Ci aspettiamo che la domanda di oro rimanga forte alla luce del fitto calendario elettorale, oltre che delle guerre in corso”.

Secondo lo scenario base sviluppato da WisdomTree, ipotizzando che l’inflazione continui a scendere, il dollaro si deprezzi ulteriormente e i rendimenti obbligazionari diminuiscano, l'oro raggiunge i 2.500 USD/oncia entro il primo trimestre del 2025, nettamente al di sopra del massimo raggiunto ad aprile 2024, anche se i prezzi potrebbero attenuarsi nei prossimi mesi, prima di raggiungere tale punto.
Le società aurifere non stanno beneficiando della corsa
Quale l’impatto sugli investimenti? Uno spunto di analisi importate arriva dai titoli auriferi, legati appunto al prezzo dell’oro. Se il prezzo del metallo giallo sale, solitamente anche i prezzi dei titoli auriferi crescono proporzionalmente. Tuttavia, stranamente, negli ultimi due anni le azioni dell'oro hanno sottoperformato in modo significativo il metallo stesso. Questo significa che le società aurifere non stanno beneficiando della corsa all'oro. Per capirne il motivo, spiegano Albert Chu, portfolio manager e Angus Poland, analista specializzato in strategie sulle risorse naturali di Man Group, “dobbiamo capire perché l'oro ha sovraperformato. Questo potrebbe indicarci quando i titoli minerari auriferi potrebbero tornare a sovraperformare”.

Ebbene, secondo gli esperti, le motivazioni per cui il prezzo dell’oro ha continuato a crescere sono da ricondurre all’invasione russa dell’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno deciso di congelare gli asset in dollari di proprietà della banca centrale russa. Questa mossa ha sorpreso i detentori stranieri di dollari e ha indotto molte Banche centrali a diversificare i propri asset rispetto al dollaro.
I principali fattori che hanno spinto il prezzo dell'oro sono stati dunque “la diversificazione delle banche centrali rispetto al dollaro”, (gli acquisti della People’s Bank of China hanno rappresentato il 70% del totale degli acquisiti di oro nel 2023) e il parallelo aumento degli acquisti da parte dei consumatori cinesi in cerca di un asset “sicuro”. “Le ragioni alla base dell'acquisto di oro da parte di entrambi non hanno quindi spinto i prezzi dei titoli auriferi. Entrambi i gruppi sono infatti acquirenti atipici di azioni aurifere: le banche centrali raramente investono in specifici sottosettori del mercato azionario e gli investitori cinesi retail tipicamente non investono in azioni dei paesi occidentali”.
Inoltre, concludono da Man Group, “aspetto forse ancora più importante, i titoli auriferi sono denominati in dollari e i loro profitti sono anch'essi nella stessa valuta: non sono quindi un buon veicolo di diversificazione rispetto al dollaro”.