Maria Paola Toschi, global market strategist dell’asset manager, presenta la “Guide to Market 2019”. “Contesto volative: puntare su qualità e lungo termine”.
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Dopo un 2018 chiuso con l’80% delle classi di investimento con segno negativo, gli investitori si affacciano al nuovo anno affrontando un momentum economico deteriorato, come testimonia l’andamento dell’inidice di sorpresa economica. La presentazione dell’edizione 2019 della “Guide to Market” di J.P. Morgan Asset Management parte da questo assunto per delineare i fattori determinanti dei mercati per i prossimi dodici mesi.
“Nel corso del mese di dicembre abbiamo assistito”, spiega Maria Paola Toschi, global market strategist dell’asset manager statunitense, “ad una sovrareazione all’inizio della fase di rallentamento degli Stati Uniti. Un catalizzatore negativo dopo che nella prima parte dell’anno la crescita globale era stata trainata dai fondamentali americani in miglioramento per effetto, primariamente, dello stimolo fiscale impresso dall’amministrazione Trump”.
Cosa dicono i dati
L'indice PMI, dopo il picco del 2017, ha subito una correzione importante a fine 2018 ma l'indicatore continua a mostrare spazi per una moderata espansione. Le aree dove è stato possibile rilevare maggiore rallentamento sono le zone più interessate da turbolenze di carattere politico come Italia e Francia, a testimonianza che tali temi, spesso considerati solo di disturbo, sono molto rilevanti per determinare il sentiment degli investitori. Una dinamica positiva per quanto riguarda l'Europa è, però, ravvisabile nel mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione sceso al 7,9% a novembre e una moderata crescita dei salari.
“Globalmente”, afferma il global market strategis di J.P. Morgan AM, “ci troviamo ancora in una fase di espansione, con stime dei mercati in contrazione per la presenza di elementi di incertezza”. Segnali da non sottovalutare ma da tenere sotto osservazione, combinandoli con i temi cardine del 2019.
Temi da monitorare
Il binomio Cina-Stati Uniti, presi tanto singolarmente quanto nel problematico spettro dei rapporti bilaterali, dominerà l'anno.
La Cina mostra dati di crescita e esportazioni in flessione. “Il gigante asiatico fronteggia due tipi di problematiche”, sottolinea Toschi. “Uno sul fronte interno, con un cambiamento della politica economica caratterizzato da una maggiore attenzione ad una crescita qualitativa, più che quantitativa, che comporta un progressivo spostamento verso un nuovo target vicino al 6%. Fattore che è andato ad unirsi, sul fronte esterno, con lo scontro commerciale con gli USA”. "A fronte di questi segnali è in corso un’attività di supporto molto importante", fa notare su questo punto la strategist di J.P. Morgan AM, "con combinazione di politiche fiscali e monetarie da parte di Pechino". Dall’efficacia di queste misure dipenderà il posizionamento futuro della crescita, con significative implicazioni sui mercati.
Andamento dell’economia statunitense e azioni della Fed. “Uno dei cicli più lunghi della storia economica americana”, afferma Toschi, “non appare ancora vicino ad una fine imminente, grazie anche al mutato atteggiamento della Fed”, con Powell che ha mostrato segnali di rallentamento nel cammino di rialzo dei tassi. Non mancano però segnali di difficoltà. Nel settore delle costruzioni, ad esempio, con una contrazione degli investimenti che testimonia la maturità del ciclo economico. Preoccupaziona desta, inoltre, la dinamica di esaurimento dello stimolo fiscale, il cui contributo alla crescita andrà scemando nel corso dell’anno. Le condizioni economiche e finanziarie complessive saranno, dunque, più problematiche rispetto a docici mesi fa, ma le possibilità di inizio di una recessione nel corso del 2019 si mantengono basse.
Dinamica del debito nell’Eurozona e Brexit rappresentano gli ulteriori fattori da monitorare con grande attenzione.
Le implicazioni sull’asset allocation
A causa della volatilità e della correzione dei mercati di fine 2018, gli investitori, secondo l'analisi dell'asset manager statunitense, si trovano di fronte a valutazioni più interessanti che stanno incorporando rischio su gran parte degli elementi di incertezza citati. Allo stesso tempo, fa notare Toschi, risulta chiaro come gli investitori siano scarsamente disposti a mutare opinione nel breve periodo. "I mercati stanno anticipando un rallentamento, reagendo in misura più forte rispetto a quanto giustificato dai fondamentali, ma non crediamo che questo atteggiamento si possa modificare nel breve termine”, spiega.
In questo contesto le indicazioni per l’asset allocation 2019 proveniente da J.P. Morgan AM sono per l’adozione di una visione di lungo termine flessibile, improntata alla qualità nella generazione di rendimento al fine di proteggersi da movimenti repentini delle valutazioni, evitando in particolare strategie di investimento troppo affollate che possono nascondere distorsioni. Necessario orientarsi verso asset class con storie importanti da un punto di vista di fondamentali. Dividendi e selezionate aree del reddito fisso possono essere interessanti come complemento.
I sette consigli di J.P. Morgan AM per investire nel 2019
1. Spostarsi verso posizioni neutrali nell’azionario evitando però di sottopesare.
2. Mantenere la diversificazione azionaria a livello regionale.
3. Ridurre posizioni sovrapesate in titoli azionari a bassa e media capitalizzazione.
4. Riconsiderare la sovraesposizione ai titoli growth, a favore di titoli quality e value.
5. Considerare strategie obbligazionarie che possano essere adeguate a diverse regioni, duration e profilo di rischio.
6. La liquidità e altri strumenti di liquidità a breve scadenza potrebbero diventare un’ancora di salvataggio.
7. Considerare strategie con bassa correlazione agli asset più rischiosi.