Anche se non esiste un procedimento standard per misurare l’impatto di un investimento, diversi fattori possono assicurare il successo o meno di una misurazione.
Dopo aver illustrato in un recente articolo le caratteristiche che dovrebbe avere un investimento a impatto per essere considerato tale, ora vorrei analizzare come si determina se l’impatto prodotto da un investimento è sufficiente per poterlo classificare come investimento sostenibile. In sostanza, misurazione e impatto vanno di pari passo e misurare è essenziale per valutare la sostenibilità dei progetti e segnalare agli investitori qual è stato il livello di risultato ottenuto.
In un investimento tradizionale questo corrisponderebbe in pratica alla misurazione del risultato di un fondo rispetto al relativo indice di riferimento. Affinché questa misurazione sia precisa, l’indice deve rispecchiare quanto più possibile la politica di investimento del fondo per non rischiare di confrontare “le mele con le pere”.
Progettare un opportuno report di misurazione dell’impatto che sia adeguato a ciascun progetto o settore è essenziale e alquanto complesso.
Non può essere un mero report di dati perché deve servire a prendere decisioni strategiche in termini di rendimento, rischio e orizzonte temporale, così come di assistenza. Per questo motivo non basta determinare l’impatto positivo, ma è necessario misurare anche quello negativo e accidentale.
I risultati devono essere SMARTER, un acronimo che sta per Specific (specifici), Measurable (in grado di essere quantificati), Achievable (raggiungibili), Results-Oriented (orientati al conseguimento dell’obiettivo), Time-Bound (in un orizzonte temporale definito), Ecologic (sostenibili) e Rewarding (in grado di offrire un risultato abbastanza vantaggioso da portare in determinati momenti a sacrificare rendimento o liquidità).
Il processo di misurazione si compone in sostanza di quattro fasi:
1. Stima dell’impatto: per capire se il processo sia fattibile/ redditizio (due diligence).
2. Pianificazione dell’impatto: mediante la strategia da adottare.
3. Monitoraggio dell’impatto: per migliorare i risultati.
4. Valutazione dell’impatto: per dimostrare il ritorno ottenuto.
La misurazione dell’impatto è un’attività costosa in termini di tempo e risorse. Inoltre varia in funzione della fase di maturazione dei progetti e dei fondi che investono negli stessi.
Anche se oggi esistono diversi metodi di misurazione dell’impatto, non esistono standard specifici in termini di strumenti e contesti di implementazione.
La Harvard Business School classifica le diverse metodologie in quattro categorie che raggruppano i metodi di misurazione:
· Metodi basati sul rendimento atteso: Social Return on Investment.
· Metodi basati sulla Teoria del cambiamento: basati su modelli logici che mettono in relazione input/attività svolte, output, outcome e impatto (l’output X si tradurrà in un outcome Y?). Inoltre aiutano a stimare rischi e attività orientate alla loro mitigazione.
· Metodi basati sull’allineamento della mission: misurano l’esecuzione della strategia rispetto alla mission e agli obiettivi perseguiti. Questi metodi ricorrono a indicatori di risultati sul rendimento operativo, l’efficacia organizzativa, di natura finanziaria e del valore sociale (ossia impact scorecard).
· Metodi sperimentali: quelli che misurano l’impatto rispetto a un gruppo di controllo e che generalmente sono più accademici che pratici.
L’Impact Management Project (IMP) è un forum costituito allo scopo di arrivare a un accordo globale in merito alle modalità di misurazione e gestione degli investimenti a impatto. È una comunità composta da 2.000 organizzazioni che discutono, si accordano e condividono le prassi migliori. Ma di questo parleremo diffusamente in seguito.