Il giudizio di Fitch sull'Italia farà tremare ancora i mercati?

bandiera italiana
Enrico Santagati, Flickr, Creative Commons

Fitch ha confermato il rating BBB per l’Italia, ma con outlook negativo. I rischi sono legati soprattutto all’elevato livello di debito pubblico e alle incertezze all’interno del governo.

Andrea Iannelli, Investment director di Fidelity International ha commentato che “La decisione di non procedere al downgrade, ma cambiare la valutazione da neutrale a negativa è in linea con le nostre aspettative, dato che la discussione sulla Legge di bilancio è ancora in corso. Vale la pena notare che Fitch, a contrario di Moody’s, ha scelto di non posticipare la revisione del rating a dopo l’annuncio della Legge di bilancio del 27 settembre. Dato l’ancora incerto prospetto delle finanze italiane e con risultati duplici all’orizzonte, era quindi improbabile che prendessero una decisione sostanziale questa settimana. Nonostante ciò un cambiamento di prospettive, seppur meno significativo di un declassamento, non fa che rimarcare ancora una volta le sfide che l’Italia deve affrontare”.

Il Governo cammina su una fune stretta, con un importante stock del debito e gli alti costi di finanziamento dovuti al recente aumento dello spread sui BTP, che limita lo spazio di manovra. Il Ministro delle Finanze Tria ha ripetuto più volte lo stesso messaggio, ovvero che il rapporto tra il debito e il PIL dovrà diminuire. Il che implica un deficit a 1.7-1.8%” spiega il manager. “Il rendimento a 3 anni dei BTP suggerisce che i mercati stimano circa il 20% di probabilità di una ridenominazione, con un taglio del 30%. In conclusione riteniamo che il Governo presenterà una Legge di bilancio conforme al limite UE del 3%, tuttavia i mercati potrebbero intensificare la pressione tra adesso e la fine di settembre” aggiunge Iannelli.

Il vero ago della bilancia sarà il DEF aggiornato, e prima del 27 settembre i mercati resteranno probabilmente in subbuglio. 

Antonio Cesarano, chief global strategist, Intermonte SIM ritiene che “l’esito e la reazione dei mercati successivi alle aste italiane di giovedì siano stati particolarmente emblematici. A fronte del fortissimo incremento del bid to cover sul nuovo Btp a 5 anni. Più modesto è risultato l’esito sulla riapertura del comparto a 10 anni, malgrado vi fosse al scadenza di circa 9,5 miliardi di Euro di cedole. Il risultato nel complesso non è sembrato così negativo come la reazione dei mercati ha poi fatto emergere. Si è trattato probabilmente più di una carenza  di spessore di mercato in assenza di corposi compratori piuttosto che di vendite marcate”. “Lo spread  btp 2-10 anni si è ridotto di circa 8 pb (da 193 a 185) e a fine maggio la riduzione dello spread fu fortissima. Inoltre i volumi sul Btp future sono arrivati a circa 200.000 lotti a fronte di volumi scambiati sul future Btp short (per scadenza) pari a poco più della metà. A maggio il future short scambiò più del long”. Questi segnali indicano appunto che la reazione sui Btp possa ritenersi esagerata.

“Nel mese di settembre è attesa la riunione Bce il 13 settembre e la presentazione della nota di aggiornamento di Tria che potrebbe arrivare prima della data limite del 27 settembre. Draghi potrebbe essere particolarmente morbido, alla luce anche del rallentamento dell’inflazione euro ad agosto (da 2,1% a 2%). Inoltre le prossime due aste a m/l sono collocate proprio in corrispondenza di queste due date chiave ossia 13 e 27 settembre. In altri termini il mese di settembre potrebbe far emergere ricoperture in attesa di verificare sia le parole di Draghi sia il contenuto del DEF aggiornato” conclude Cesarano.