Il governo Conte bis visto dai gestori

cinquecento
Jonathan Bean, Unsplash

Dopo il giuramento di Premier e ministri, il neo governo battezzato ‘Conte bis’, figlio della nuova alleanza tra M5S e Partito Democratico, ha ottenuto la fiducia sia alla Camera che al Senato. Ora è impegnato nelle trattative per stilare la lista di sottosegretari e vice-ministri per iniziare a lavorare quanto prima. Eppure, visti i precedenti (solo dal 2013 ad oggi si sono alternati quattro esecutivi con una durata media di 18 mesi) l'interrogativo rimane più o meno sempre lo stesso: quanto durerà? “Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo in un periodo di transizione del sistema partitico, politico e istituzionale”, sottolinea Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm.

“Gli schieramenti si polarizzano nuovamente intorno ai concetti di destra e sinistra. Le forze politiche hanno trovato una propria collocazione nell’arco parlamentare e ciò permette alla dinamica di funzionare secondo parametri più certi. Per quanto riguarda il sistema politico, la terza Repubblica sembra dirigersi verso uno schema di tipo proporzionale con la conseguente normalizzazione della dinamica tra le forze in campo e il proliferare di élites parlamentari”, aggiunge.

Per adesso, dunque, pare che il sistema vada verso un equilibrio di medio termine stabile, in opposizione alla fase che ha caratterizzato gli ultimi anni “ma viviamo in un mondo in preda a grandi cambiamenti: è difficile prevedere il risultato delle prossime elezioni, figuriamoci il destino dei sistemi politici”, avverte Morra.

Il favore dei mercati e di Bruxelles

Dalla sua, al momento, il Governo di Conte ha il favore di Bruxelles e dei mercati. Positivo il Btp che ha aggiornato i minimi degli ultimi 10 anni sui rendimenti allo 0,81%, portando lo spread con il Bund tedesco sotto i 150 punti base. “La risposta dei mercati alla composizione del nuovo governo dimostra l’apprezzamento degli investitori internazionali ad una squadra più filoeuropea della precedente”, ha commentato Riccardo Ambrosetti, fondatore e presidente di Ambrosetti AM SIM.

“Sotto il profilo politico si sconta una distensione del clima di dialogo tra governo italiano ed autorità euro che dovrebbe favorire un ulteriore calo del livello dei tassi di interesse domestici causato da una lettura più favorevole della prossima manovra finanziaria. Questo implica un calo della percezione di rischio Paese che dovrebbe scaricarsi anche in un miglioramento dello spread di tasso pari scadenze tra emissioni obbligazionarie italiane e gli altri Paesi europei”, spiega l’esperto.

Da Anima SGR ritengono che “l’attuale contrazione dei tassi determini una fase di attrattività per il mercato azionario domestico, oltre ad aumentare i margini di manovra del governo nella stesura della prossima legge di bilancio 2020, in quanto la spesa per gli interessi si sta sensibilmente riducendo”. Come ricorda anche Matteo Ramenghi, CIO di UBS GWM Italia, “alcune politiche fiscali aggressive e un atteggiamento conflittuale nei confronti dell'UE hanno spinto molti investitori a uscire dal mercato italiano nell'ultimo anno e sembra che ora stiano tornando”. Per l’esperto, dunque, la reazione positiva potrebbe continuare.

Punti di forza e debolezze

Per Ambrosetti, il più significativo punto di forza è proprio “una composizione percepita complessivamente pro euro”, mentre “lo schieramento diviso tra due partiti per alcuni versi agli antipodi potrebbe mettere a dura prova la realizzazione di una manovra finanziaria davvero incisiva e la durata dell’attuale direttivo con conseguente doccia fredda rispetto alle prime positive risposte pervenute dagli investitori globali”.

“Le priorità del Paese sono note: bisognerà valutare se il governo avrà la capacità fiscale di mettere in atto almeno alcune delle misure contenute nel suo programma (riduzione del tempo dei processi, meno tasse per il ceto medio, più investimenti per l’istruzione, riduzione cuneo fiscale, un piano per il Mezzogiorno…)”. In questo senso, per il portfolio manager di Moneyfarm, potrebbe giocare a favore il fatto che l’Italia è ora riallineata al ciclo economico europeo. “Saper giocare la partita a Bruxelles (dove lo scorso governo, oggettivamente, si era isolato) sarà fondamentale”, sottolinea Morra.

Il primo e più importante banco di prova per questo governo sarà “l’approvazione celere di una manovra finanziaria che, pur rispettosa della necessità di ridurre l’indebitamento pubblico, risulti nel complesso articolata a favore di una espansione del percorso di crescita economica ad oggi asfittico”, conclude Ambrosetti.