Il mercato dei corporate bond si trova ad affrontare un potenziale problema di liquidità?

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foto: autor Antonio Trogu, Flickr, creative commons

Il contesto attuale di tassi d’interesse bassi e il buon andamento registrato dal debito corporativo nella prima metà dell'anno hanno fatto si che diventasse una delle asset class più popolari. Tuttavia, questa situazione potrebbe cambiare radicalmente nei prossimi mesi. All’incertezza circa gli imminenti aumenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che per alcuni commentatori di mercato potrebbero verificarsi già a partire dal quarto trimestre del 2014, anche se molti li situano nel secondo trimestre del 2015, si unisce ora il potenziale rischio di liquidità.

A metà mese, il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha richiamato l'attenzione sul debito ad alto rendimento (high yield), affermando che "in segmenti con basso rating del credito, le valutazioni sembrano forzate". E la settimana scorsa, il regolatore britannico (FCA) è andato oltre, con la pubblicazione sul suo sito di un messaggio in cui avverte gli investitori che il mercato dei corporate bond potrebbe soffrire un potenziale problema di liquidità nel caso si verificasse uno shock inaspettato. 

"In un momento di tensione nel mercato può risultare difficile vendere posizioni in obbligazioni corporative", dice il comunicato, "per i bassi livelli di contrattazione che registrano molti di questi bond e perché il mercato obbligazionario sottostante si è ridotto negli ultimi anni”. Anche se il l’autorità di vigilanza riconosce che "i gestori di fondi monitorizzano i volumi di vendita di ciascun titolo e la dimensione delle posizioni per garantire che gli investitori di poter acquistare o vendere le loro partecipazioni quotidianamente ". Inoltre avverte anche che "in condizioni di mercato estreme è possibile che i gestori non possono vendere una quantità sufficiente delle loro posizioni per soddisfare i rimborsi dei partecipanti".

Per alcuni critici, tali messaggi possono ritorcersi contro e provocare il panico tra gli investitori, soprattutto retail, in quanto potrebbero portarli a disfarsi bruscamente delle loro posizioni in obbligazioni corporative, provocando proprio il tipo di shock al quale si riferisce il comunicato come in una specie di profezia che si autoavvera.

La Banca d'Inghilterra

Anche la Bank of England (BoE) ha recentemente espresso preoccupazione circa il rischio di liquidità al quale potrebbe essere esposto il settore dei fondi di investimento. In un discorso pronunciato a metà mese, il  vice governatore per la Stabilità Finanziaria e membro del Comitato di Politica Monetaria della BoE, Sir Jon Cunliffe, affermò che "dal punto di vista della stabilità finanziaria, siamo preoccupati che le forti vendite di asset necessari per far fronte ai rimborsi dei partecipanti in periodi di stress possono costituire una minaccia per alcuni mercati sistemici, in particolare nei casi in cui il fondo (o i fondi) contano su una posizione concentrata in quel mercato specifico”.

"Negli ultimi cinque anni, i fondi hanno quadruplicato i loro investimenti in asset di mercati emergenti e in obbligazioni high yield", dice Cunliffe. "Non sappiamo che volume di rimborsi potrebbe essere soddisfatto rapidamente senza supponere una minaccia per questi mercati, ma la reazione dello scorso anno all’annuncio del tapering ci dà un'idea di quello che potrebbe accadere”.