L'occupazione statunitense ha fatto parlar di sé nelle scorse settimane diventando, per molti, il dato economico più atteso. Ad agosto, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 142 mila nuovi posti di lavoro statunitensi, dato inferiore alle attese del consensus (+160 mila nuovi impieghi), ma superiore alle cifre del mese precedente (+89 mila dato rivisto). Il tasso di disoccupazione si attesta al 4,2%, come da aspettative.
"A nostro avviso, i numeri sono da interpretare come segnali di debolezza per il mercato del lavoro che potrebbero spingere la Fed a pensare anche a un taglio di 50pb nel prossimo meeting del FOMC il 18 settembre. Al momento il mercato sconta una probabilità di un taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione della commissione operativa della Fed vicina al 100%, mentre le chance tra un taglio di 25pb o di 50pb sono le stesse di un lancio di una monetina (50%)", spiega Filippo Diodovich, Senior Market strategist di IG Italia.
L'atterraggio morbido è ancora "intatto"
Secondo Adam Hetts, Global head of Multi-Asset e Portfolio manager di Janus Henderson nel complesso, il rapporto si mantiene nell'ambito di un'economia in rallentamento ma non debole e non minaccia apertamente la narrativa del soft landing né evoca per forza tagli di 50pb a settembre. "Il PIL stabile e la resistenza dei consumatori sono elementi di ottimismo, oltre al fatto che si tratta di un solo dato in un contesto di fine ciclo. La Fed è impegnata a sostenere il mercato del lavoro, il che significa che gli indicatori di riferimento per l'occupazione, insieme alle pubblicazioni mensili delle buste paga del settore non agricolo, saranno al centro dell'attenzione per il resto dell'anno", prosegue.
Dello stesso avviso anche Martina Daga, Macro economist di AcomeA SGR la quale spiega come il quadro attuale rimanga coerente con uno scenario di atterraggio morbido "in cui l'inflazione continua a scendere verso il target della Fed, il mercato del lavoro si raffredda senza crollare, e il rallentamento economico rimane moderato, lasciando spazio alla Fed per ridurre i tassi di interesse. Questo scenario rimane favorevole per i mercati azionari", sottolinea.
25 o 50 punti base, il dilemma della Fed
Con alle spalle questo scenario, la Fed si interroga sull'entità del primo taglio dei tassi dai tempi della pandemia. E dunque, c'è da da capire sì l'entità ma anche la frequenza dei tagli da qui alla fine dell'anno. "L''esperienza suggerisce che le forze autosufficienti possono prendere il sopravvento una volta che i mercati del lavoro iniziano a muoversi verso la debolezza. Spetta ora alla Fed contrastare questo fenomeno. Per questo motivo ci aspettiamo che la banca centrale tagli i tassi tre volte quest'anno e tre volte l'anno prossimo, naturalmente con incrementi di 25 punti base", dice Christian Scherrmann, U.S. economist di DWS.
Anche per Álvaro Sanmartín, Chief economist di Amchor IS è chiaramente giunto il momento per la Fed di iniziare ad abbassare i tassi, "con l'idea di portare la politica monetaria a neutralità in tempi relativamente brevi. Questo, a sua volta, contribuirà a mantenere la crescita degli Stati Uniti a tassi in linea con il potenziale". L'esperto non esclude che Powell possa optare per un taglio di 50pb, "perché il mercato è molto preoccupato per il rischio di recessione (a mio avviso troppo) e quindi vuole evitare il panico. Inoltre, da un punto di vista teorico in termini di politica monetaria, anche un taglio di 50pb non è inverosimile perché potrebbe essere inteso come un segnale da parte della Fed che vuole passare rapidamente a una politica monetaria neutrale". Il report non fornisce chiarimenti significativi alla Fed in termini di tagli dei tassi, rispetto ai quali si discute ancora dell’entità (25 o 50 punti base), in vista della riunione della prossima settimana.
Invece per Richard Flax, Chief Investment officer di Moneyfarm aumenta il rischio che un taglio di 50 punti base venga visto come una reazione eccessiva, "anche se un'ulteriore serie di dati più deboli del previsto potrebbe essere sufficiente a far pendere l'ago della bilancia verso una riduzione più consistente", conclude.