Il mercato dell’arte ai tempi del Coronavirus

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Robert Keane, Unsplash

L’arte come investimento è sempre stato considerato un mercato di nicchia. In realtà negli ultimi anni, a seguito della crisi finanziaria del 2009 è cresciuto molto sia in termini di numero di transazioni che valore degli investimenti.

“Al contrario di quanto si pensa l’arte non è un bene rifugio”, spiega Pietro Ripa, private banker di Fideuram. “L’asset class ha dimostrato una correlazione positiva ai mercati nei momenti di crisi e l’incapacità di mantenere il valore dell’investimento. Così è stato anche con la recente crisi”. Sia io mercato dei dipinti che dei passion asset (fotografia, gioielli etc) hanno risentito della cancellazione degli appuntamenti fieristici in tutto il mondo. “Per quanto riguarda le grandi opere, i collezionisti non hanno più la fretta di concludere nel breve periodo e chi vende vuole maggiori garanzie”, spiega Ripa.

Le stesse case d’asta hanno dovuto reinventare il proprio business. “Il mercato si è riorganizzato secondo le logiche del lavoro a distanza”, spiega l’esperto. “La digitalizzazione ha portato una maggiore democratizzazione e una maggiore trasparenza”. Le piattaforme digitali mettono in contatto un numero maggiore di persone senza più limiti di tempo e spazio. “Sebbene il mercato dell’arte stia andando incontro a una breve flessione, sono convinto che nel medio lungo periodo ritorni ai livelli di normalità pre-pandemia”. 

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Secondo Ernesto Lanzillo di Deloitte Private Leader, il Coronavirus ha accelerato un trend di digitalizzazione del mercato anche per opere di piccole e media dimensione. “C’è ma maggiore necessità di innovare, con l'obiettivo di cercare nuove strategie per mantenere vivo il network”, spiega. “Un altro tema importante è la sostenibilità: con la pandemia, anche questa asset class è stata interessata dalle valutazioni di carattere sociale e ambientale”.

Barbara Tagliaferri, Art & Finance Coordinator di Deloitte Italy osserva come è cambiata la fruizione dell’arte post-Coronavirus: Le nuove abitudini che caratterizzano il mercato sono una necessità di prenotare con anticipo, il timore del contagio e una ridotta disponibilità economica.

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Per rispondere a queste esigenze sono state introdotte alcune iniziative per un ritorno a una situazione pre-Covid come strumenti nomativi volti a favorire il supporto dei privati al settore, creazione di nuovi market place per piccole medie realtà, supporto aziende  e soggetti privati e fondi e incentivi pubblici”.

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