Il panorama del risparmio gestito sta cambiando?

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Providence Doucet, Unsplash

L’ultima notizia, in ordine di tempo, riguarda Azimut, o meglio le sue azioni. Dallo scorso 15 marzo, come si legge nelle comunicazioni giornaliere diffuse da Consob, BlackRock è accreditata di una partecipazione aggregata in Azimut Holding pari al 6,452% del capitale. Ovvero il colosso americano è diventato primo azionista del gruppo guidato da Pietro Giuliani. Non che all’interno dello stesso gruppo non ci siano stati colpi di scena. Anzi. Nei mesi scorsi Azimut ha rimescolato le carte in tavola, a partire dalle dimissioni a sorpresa dell’amministratore delegato Sergio Alberelli poco prima di Natale. Dopodiché è stato un susseguirsi di novità: riduzione dei costi variabili dei suoi fondi lussemburghesi, taglio del personale, nuovo management team a spartirsi la guida della holding nei vari mercati a sostituzione dell’ex AD. 

Eppure le novità non arrivano solo dalla società di Giuliani. Da inizio anno il mercato del risparmio gestito è in fermento: c’è chi vuole comprare, chi vuol vendere, chi prende tempo, mentre vari rumors riecheggiano, settimana dopo settimana. Anima, ad esempio, rilancia sull'M&A. Secondo quanto spiegato dallo stesso amministratore delegato Marco Carreri, la società milanese sarebbe pronta a valutare nuove partnership per rafforzare la propria presenza in un settore in cui le dimensioni cominciano a contare davvero. Si riapre così, a detta dello stesso manager, l’interesse per Arca, un dossier che da tempo giace sul tavolo del Consiglio d’Amministrazione. Ma è anche vero che occorre sapere se dall’altro lato ci sia qualche interesse nel riprendere una conversazione amichevole.

A ben guardare, chi al momento è disponibile è Kairos: la boutique di asset management milanese guidata da Paolo Basilico è stata messa in vendita dalla banca svizzera Julius Baer. E pare che il dossier abbia suscitato l’interesse di una ventina di operatori tra fondi di private equity, banche, assicurazioni e società del risparmio gestito. Il valore del deal si aggirerebbe intorno ai 400 milioni. Carreri però sembra escludere un interesse: “gran parte delle loro competenze si sovrappone alle nostre”, dice al Sole24ore.

Competenze che invece potrebbero fondersi bene con Mediobanca, l’altro player che in questo periodo ha fatto intendere di voler aumentare le proprie masse in gestione. Sempre secondo indiscrezioni, ci sarebbe, infatti, un interesse potenziale della stessa Mediobanca per Kairos, un’idea che sarebbe coerente con la strategia di crescita che la banca sta portando avanti nel wealth management. La potenziale acquisizione di Kairos consentirebbe a Mediobanca di rilevare una nuova expertise, considerato che la ex Banca Esperia (oggi Mediobanca Private Banking) è principalmente una rete distributiva, mentre Kairos è principalmente una fabbrica prodotto. D’altronde proprio come Anima.

Insomma, forse entro fine anno qualcosa cambierà nel panorama del risparmio gestito. Senza dimenticare poi le banche in attesa di occasioni: Intesa Sanpaolo ha congelato per ora eventuali accordi con Blackrock e cerca professionisti in Svizzera; Banca Generali potrebbe contemplare nuove opportunità strategiche sui mercati esteri, “no a realtà piccole, sì a opportunità da 3 miliardi in su” spiega il vice direttore generale Andrea Ragaini. “Guardiamo con attenzione al mercato, ma sappiamo essere pazienti. Se ci dovessero essere delle occasioni interessanti, saremo pronti”.