Il paradosso del ciclo che non vuole finire (e come affrontarlo)

Edmund Shing, Global Head of Equity & Derivative Strategy, BNP Paribas Global Markets
Edmund Shing, Global Head of Equity & Derivative Strategy, BNP Paribas Global Markets

“La domanda che si pongono i mercati oggi è dove ci si trovi all’interno del ciclo economico. Tutti sanno che ci troviamo in una posizione avanzata, ma il vero punto è capire quanto ci separa dalla prossima recessione. Questa rappresenta la grande questione aperta fra gli investitori e la ragione dell’incertezza che è possibile registrare nei flussi e nelle modalità di allocazione”. Edmund Shing, global head of Equity & Derivative Strategy, BNP Paribas Global Markets, parte da un dato di fatto incontrovertibile per esporre la view della casa di gestione relativamente al contesto di investimento e alle soluzioni più adatte per affrontarlo.

Ciclo economico e crescita dell’incertezza

“Normalmente nelle fasi finali del ciclo assistiamo ad un aumento dei salari e dell’inflazione”, spiega. “Il fatto che ciò non si stia verificando aumenta il grado di tensione poiché testimonia di una perdita di punti fermi a partire da cui interpretare gli andamenti dei fondamentali”, aggiunge. Chiaramente il ruolo delle Banche centrali è di estrema rilevanza in questa situazione ma, sottolinea Shing, ci troviamo ora di fronte ad un paradosso. “Il quadro macroeconomico attuale è sì determinato dalle politiche straordinarie attuate da Federal Reserve e Banca Centrale Europea”, afferma, “ma allo stesso tempo, i guardiani della politica monetaria non appaiono in grado di dominare la propria creazione data l’estrema unicità rispetto a tutto ciò che è stato sperimentato in passato”.

Esisterà un mondo senza più QE?

“Il nuovo regime di bassa volatilità pone un problema poiché la fondamentale ragione per innalzare i tassi è tenere l’inflazione sotto controllo”, analizza il global head of Equity & Derivative Strategy di BNP Paribas Global Markets. “Tolta questa necessità”, prosegue, “il focus si sta progressivamente spostando sulla crescita con il rischio maggiore rappresentato da movimenti deflazionistici”. “In fondo quello che si deve evitare con ogni mezzo è una completa giapponesizzazione delle economie occidentali”, aggiunge, facendo inoltre notare come “la cosa positiva dell’economia giapponese sia la sua natura di esperimento fallito da cui tutti possono trarre importanti insegnamenti”.

Lo scenario di base di BNP Paribas Global Markets prevede due tagli dei tassi da parte della Federal Reserve per il 2019, uno nella riunione di fine luglio ed uno a settembre. Lo spazio di manovra della Banca Centrale Europea appare più limitato anche se la visione della casa di gestione è che misure straordinarie di supporto alla crescita saranno messe in campo nel corso dei prossimi mesi, senza escludere un nuovo programma di Quantitative Easing. Gli istituti dei principali Paesi occidentali non sono però i soli responsabili di un contesto di investimento con tali caratteristiche. Ad acuire il problema costituito dagli scarsi movimenti dell’inflazione troviamo, inoltre, sottolinea Shing, l’aumento di flessibilità del mercato del lavoro in Europa, con effetti depressivi sui salari e sui consumi, e le applicazioni tecnologiche ai modelli di business a livello globale.

Soluzioni di investimento

“Il THEAM Quant Equity Factor Defensive”, spiega Roberto Bartolomei, head of THEAM Quant Fund Sales per BNP Paribas Global Markets, “è stato creato a partire dalla nostra view strategica e si pone l’obiettivo di dimezzare la volatilità e l’impatto di potenziali drowdown sul mercato azionario, permettendo allo stesso tempo agli investitori di mantenere l’esposizione all’asset class grazie a un portafoglio multi-fattoriale a cui è applicato da un lato un overlay finalizzato alla creazione di rendimento e dall’altro uno che mira alla riduzione del rischio”. “La seconda soluzione che riteniamo particolarmente adatta all’attuale scenario è il THEAM Quant Equity World DEFI Market Neutral, costruito per beneficiare dei potenziali di upside presenti in differenti condizioni e andamenti dei mercati grazie a un approccio absolute return”, aggiunge. “I clienti”, conclude Bartolomei, “sono fortemente distribuiti in termini di convinzioni circa il futuro andamento del ciclo economico e prodotti ad alto tasso di scientificità relativamente all’aggiustamento delle posizioni in base ai segnali provenienti dai mercati, sono in grado di coniugare, grazie alla flessibilità, l’esigenza di protezione con quella di rimanere investiti”.