Il rendimento può arrivare dagli asset più rischiosi dell’Eurozona

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"Il contesto resta favorevole in particolare alle azioni della periferia, Italia inclusa, e alle obbligazioni governative, ancora con i BTP tra i preferiti". A dirlo è Emilio Franco, CFA, vice direttore generale e responsabile investimenti UBI Pramerica SGR.

Qual è davvero lo scenario macroeconomico che si sta delineando?
Il 2015 ha offerto una prima metà dell’anno più debole delle attese sul fronte della crescita macro. Gli USA sono stati penalizzati da molteplici fattori, alcuni temporanei, come condizioni climatiche avverse e scioperi nelle aree portuali, altri destinati a perdurare, come la forza del dollaro. Il mercato del lavoro ha continuato a migliorare e l’inflazione è rimasta contenuta. Il che ha permesso alla Fed di mantenere un approccio assai benigno, con conseguente contenimento di uno dei rischi principali di quest’anno, un riprezzamento al rialzo della politica monetaria Usa, con impatto nefasto sui rendimenti a lunga. 

E nella zona Euro?
In Eurozona non si sono manifestate sorprese positive di crescita ma il mix di tassi bassi, materie prime sotto pressione, euro debole ha favorito l’inizio di una ripresa che vedrà la ripartenza del credito bancario. E che dovrebbe durare, sostenuta da una BCE accomodante, attenta a consolidare il recente riequilibrio delle aspettative di inflazione. La Cina si sta stabilizzando su una traiettoria per i sui standard contenuta (tra +6,5% e +7%), ma l’azione della politica economica ha ridotto la possibilità di un’ulteriore frenata.

Come proteggere i portafogli nel delicato contesto di mercato alla luce della situazione attuale e su cosa siete positivi al momento?
Il contesto resta favorevole agli asset più rischiosi dell’ Eurozona, in particolare alle azioni della periferia, Italia inclusa, e alle obbligazioni governative, ancora con i BTP fra i preferiti. Banca centrale, ripresa, valutazioni, trend e posizionamento degli investitori sono tutti elementi di grande supporto, specialmente dopo la correzione che da metà aprile ha ridimensionato parzialmente le eccezionali performance da inizio anno. Le negoziazioni tra la trojka e la Grecia hanno favorito le tensioni recenti e si sono andate a sommare a una fisiologica correzione, resa marcata da una bassa liquidità dei mercati. 

Cosa prevede il vostro scenario sul fronte delle trattative sul caso Grecia?
Il nostro scenario prevede una soluzione politica positiva, anche se non necessariamente definitiva, alla trattativa in corso. Gli incentivi in gioco sono chiari: quello economico per il paese ellenico, evitare una grande depressione causata dalla “Grexit”; quello politico per le istituzioni della moneta unica, preservare la certezza dell’indissolubilità dell’euro, diventata credibile dallo storico “whatever it takes” di Draghi e dalle successive azioni della BCE.