Imparare il risparmio, è il mese dell’educazione finanziaria

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Ben White, Unsplash

Dopo il successo della prima edizione, che ha visto l’adesione di 108 organizzazioni (per un totale di 197 soggetti coinvolti, tra istituzioni e organizzazioni pubbliche e private), con oltre 350 eventi in 120 città in tutta Italia, torna dall’1 al 31 ottobre 2019 il mese dell’educazione finanziaria promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (EduFin) diretto dalla Prof.ssa Annamaria Lusardi.

Quest’anno sono previsti 500 appuntamenti, a cominciare da quelli della prima settimana di ottobre connessi alla ‘World Investor Week’ - la manifestazione internazionale dedicata alla gestione del risparmio – per proseguire con eventi culturali, seminari informativi, spettacoli, giornate di gioco e formazione sull’educazione finanziaria e sui temi assicurativi e previdenziali (qui trovi il calendario). L’obiettivo: permettere a ragazzi e docenti di informarsi, discutere e capire come gestire e programmare le risorse finanziarie personali e familiari, approfondendo i temi del risparmio, degli investimenti, delle assicurazioni e della previdenza. 

Una novità di quest'anno è data dalla presenza di numerosi appuntamenti dedicati alla previdenza, promossi soprattutto dalle Casse degli ordini professionali e dai fondi pensione. “Sul tema previdenziale occorre molta informazione", spiega Lusardi. "Ci sono decisioni importanti da prendere da giovani per assicurarsi un futuro sereno al termine della propria vita professionale. Il Comitato, per l’edizione 2019, ha deciso di puntare sui giovani perché sono loro l’investimento per il nostro futuro, anche se il mese si rivolge a tutti".

Dati sull’educazione finanziaria in Italia
Sono molteplici gli studi* che testimoniano le scarse conoscenze finanziarie degli italiani, confermate in ultimo anche dall’indagine sull'Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani (IACOFI) condotta dalla Banca d’Italia a inizio 2017, sulla base della metodologia armonizzata OCSE/INFE per la misurazione delle competenze finanziarie degli adulti. 

L’indicatore di competenze finanziarie utilizzato nell’indagine IACOFI è la somma di tre componenti: conoscenze di concetti economici di base, comportamenti adeguati e orientamento al lungo periodo. L’Italia è allineata alla media OCSE solo con riferimento a quest’ultima componente, mentre per le altre due il valore italiano è nettamente inferiore alla media. L’indicatore complessivo pone l’Italia al penultimo posto tra i paesi del G20. In particolare, la quota di rispondenti con un livello adeguato di conoscenze di base è in Italia di poco superiore al 30 percento, a fronte del 62 percento registrato nella media OCSE. 

L’opinione delle SGR
“L’educazione finanziaria non riguarda solo i risparmiatori, ma tutto il mercato finanziario, gli intermediari, le istituzioni, la scuola, il legislatore, e l’Italia si trova effettivamente in ritardo rispetto ad altri Paesi”, commentano da BNP Paribas AM. “Ciò si riverbera spesso in un approccio non corretto al risparmio, considerato come protezione dagli imprevisti più che come strumento di pianificazione e su un’attenzione esagerata sulle oscillazioni a breve termine che conduce a decisioni fondate sull’emotività”, spiegano.

“Per effetto di una precaria alfabetizzazione finanziaria, la maggior parte degli italiani è alla costante ricerca del ‘sacro Graal’: il rendimento senza rischio. E questo, come sappiamo, non è possibile”, ricordano da AcomeA SGR. “I risparmiatori faticano a concepire il rischio come opportunità e lo vivono come una minaccia. Inoltre, le scelte d’investimento degli italiani sono troppo spesso dettate dall’emotività che influisce negativamente sui rendimenti finali degli investitori”, aggiungono.

“La limitata conoscenza delle regole di base del risparmio e degli investimenti ha molte conseguenze negative sia per l’individuo sia per la collettività”, avvertono da Arca Fondi. “Incapacità di comprendere mercati, strumenti e intermediari con la conseguenza di aumentare l’avversione al rischio e rimanere immobili su tassi di risparmio e previdenza assolutamente inefficienti e con bassi ritorni nel lungo periodo”. Il rischio di essere trainati da mode e tendenze di breve termine, ricordano dalla SGR, porta alcuni clienti all’unico investimento in liquidità oppure ad entrare e uscire dai mercati nei momenti sbagliati, danneggiando così i propri risparmi.

Nota:
1. Standard and Poor’s, 2015, Financial literacy around the world: Insights from the Standard and Poor’s Ratings Services Global Financial Literacy Survey, Washington, DC. 2. Allianz, 2017, When will the penny drop? Money, financial literacy and risk in the digital age, Allianz Report. 3. Consob, 2017, Le scelte di investimento delle famiglie Italiane. 4. COVIP, 2012, Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena, svolta dal CENSIS per la COVIP nel corso del 2012. 5. Centro Luigi Einaudi, 2017, Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani. Consapevolezza, fiducia, crescita: le sfide dell’educazione finanziaria.