Devan Kaloo, Global Head of Equities della casa di gestione, analizza le sfide e le idee di investimento nell’asset class in uno scenario macro segnato dai dazi di Trump, la forza del dollaro e le tensioni geopolitiche.
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In uno scenario altamente incerto, influenzato dall’impatto della presidenza Trump 2.0, dalla forza del dollaro statunitense, dalle politiche monetarie e dalle tensioni geopolitiche, le prospettive per i mercati emergenti appaiono complesse, con rischi significativi per chi investe nelle azioni di questa regione. Ma accanto alle sfide, un universo di investimento così vasto offre anche numerose opportunità. I mercati emergenti continuano a beneficiare di fattori strutturali di lungo termine, come l’espansione del ciclo di investimenti globali, la transizione verso l’elettrificazione e le dinamiche demografiche favorevoli. Inoltre, paesi come l’India stanno mostrando un potenziale straordinario, mentre le small cap e le società ad alto dividendo nei mercati emergenti rappresentano asset class spesso sottovalutate ma particolarmente interessanti.
Uno scenario macro sfidante
“I rischi principali degli investimenti nella regione derivano da un calo dei consumi nei mercati sviluppati e in Cina, con conseguente diminuzione della domanda di beni e servizi forniti dai paesi emergenti”, analizza Devan Kaloo, Global Head of Equities di abrdn intervistato da FundsPeople.
Inoltre, secondo l’esperto, l'aumento dei dazi aumenta anche il costo di accesso al mercato statunitense e potrebbe rallentare i flussi di investimenti esteri diretti guidati dal nearshoring. Tuttavia, Kaloo sottolineane che nessuno di questi fattori ostacola necessariamente le tendenze a lungo termine che guidano gli emergenti. “Sebbene i fattori macroeconomici stiano diventando sempre più importanti, è un errore credere che non vi siano rischi anche investendo esclusivamente negli Stati Uniti”, osserva.
“La convergenza su Trump si basava sull'eccezionalità degli Stati Uniti, spinta da un ulteriore vantaggio competitivo nell'intelligenza artificiale e da dazi più aggressivi con un impatto sproporzionato sui mercati emergenti (in particolare Cina e Messico). Finora, entrambi questi punti di consenso sono stati in qualche modo sviati. Gli investitori avevano previsto che gli hyperscaler sarebbero stati in grado di fare la differenza in termini di IA. Modelli come Deepseek e Qwen hanno dimostrato che la Cina può portare il proprio livello di innovazione al di là delle sanzioni sui chip, e c'è ancora molta strada”, afferma l’esperto.
“Per quanto riguarda i dazi, Trump finora ha proposto un approccio di massima, forse con maggiore attenzione all'Europa che alla Cina. Una parte significativa delle entrate delle aziende statunitensi proviene da altri paesi, dipendendo dalle importazioni per produrre la maggior parte dei propri beni. Le posizioni di Trump sui dazi si basano sul presupposto che gli attori stranieri pagheranno qualsiasi prezzo per accedere ai consumi statunitensi, riducendo al minimo i costi per le aziende locali. Una tale dinamica non sembra probabile”, analizza Kaloo.
India e Cina
Nel mondo di Trump, l'India ha dei vantaggi, essendo maggiormente guidata dai consumi interni e potenzialmente in grado di ingraziarsi il nuovo presidente USA aumentando le importazioni in settori come l'energia e la difesa. Inoltre, sta beneficiando di una crescita economica interessante e l'attuale rallentamento potrebbe rappresentare un'opportunità di acquisto. Kaloo individua opportunità nelle società di qualità nei servizi finanziari, nei servizi pubblici, nell'industria e nel settore immobiliare. “Ad esempio, abbiamo investito in Power Grid Corporation of India, l’utility responsabile della fornitura di circa il 50% dell'elettricità”, spiega. In Cina, i rischi derivanti dai dazi sembrano scontati e i mercati potrebbero sopravvalutarne l'impatto. Per il Global Head of Equities di abrdn nel Dragone esiste una contrapposizione tra le ‘vecchie’ industrie trainate dalle esportazioni e una ‘nuova’ economia basata su tecnologia, servizi e soddisfazione dei consumi interni. “È in questo secondo ambito che vediamo le maggiori opportunità, anche se siamo ottimisti sulle prospettive per le aziende allineate alle tendenze globali di elettrificazione come CATL. Evitiamo per lo più le imprese statali che hanno beneficiato di guadagni costanti e della percezione di porti sicuri. Sebbene vi siano sempre opportunità, gli investitori dovrebbero essere selettivi per evitare trappole di valore”, dice l’esperto.
Trend strutturali
I mercati emergenti continuano a beneficiare di una serie di fattori strutturali a lungo termine, tra cui il crescente ciclo di investimenti globali, l'elettrificazione globale e i dividendi demografici favorevoli. “L'elettrificazione globale rimane un fattore chiave per gli investimenti, con il crescente utilizzo di elettrodomestici, data center e veicoli elettrici che sono destinati ad aumentarne la domanda”, osserva Kaloo. “Molti mercati emergenti continuano a beneficiare di dividendi demografici favorevoli, insieme a una classe media globale in crescita, creando una forte base per il continuo sviluppo dei consumi interni”, prosegue.
“L'India resta il mercato con il maggior potenziale, in linea con tutte le tendenze a lungo termine sopra evidenziate: la sua economia prevalentemente orientata al mercato interno rappresenta un vantaggio in un mondo caratterizzato da crescenti tensioni commerciali”, evidenzia Kaloo. “Inoltre, in Medio Oriente e in America Latina si registra un numero crescente di aziende di alta qualità”, dice. In termini di settori, secondo il professionista di abrdn rimangono interessanti gli investimenti nel settore tecnologico, in particolare nelle aziende allineate con l'attuale rivoluzione dell'intelligenza artificiale. “In questo caso, vediamo distinte opportunità negli ambiti hardware (TSMC, SK Hynix), software (Alibaba, Newgen) e utility (Power Grid Corporation of India, Telkom Malaysia, Delta Electronics)”, dice.
Nuove idee: small cap e società che pagano dividendi
Nel focus di Kaloo trovano spazio anche le small cap e le società che pagano dividendi dei mercati emergenti, che possono essere investimenti vantaggiosi per diversi motivi. “Sebbene si pensi comunemente che investire in small cap emergenti sia molto rischioso, queste possono offrire un rischio minore rispetto all'investimento esclusivo in large cap emergenti. Ciò è in parte dovuto al fatto che spesso nelle società domestiche vi è una maggiore quota di investitori locali. Le large cap possono essere maggiormente influenzate dai comportamenti degli investitori esteri. Le small cap, inoltre, possono spesso essere più strettamente legate alle tendenze di consumo nazionali/regionali, che nell'attuale contesto possono fornire utili più consistenti”, dichiara il Global Head of Equities.
Per quanto riguarda il tema del reddito nei mercati emergenti, Kaloo lo reputa ampio e diversificato seppure sia spesso trascurato. “Un numero crescente di aziende di livello mondiale e potenziali leader di settore nei mercati emergenti sta pagando dividendi”, avverte Kaloo. “I dividendi rappresentano circa la metà dei ritorni totali degli investimenti negli emergenti, un fatto regolarmente sottovalutato. Le aziende che possono pagare un alto livello di dividendi sostenibili tendono a essere caratterizzate da solidità finanziaria, resilienza e allineamento degli azionisti di minoranza. Questi fattori possono essere importanti da considerare in contesti di crescente volatilità del mercato”, conclude.