Finora, il mondo degli investimenti ha avuto una visione bidimensionale: rendimento e rischio. Qualcosa è cambiato grazie agli investimenti sostenibili. L'analisi di Vafa Ahmadi, head of Thematic Equities, CPR AM, società di Amundi.
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Finora l'universo degli investimenti ha avuto una visione bidimensionale: ritorno-rischio. Ora, l'incremento degli investimenti sostenibili aggiunge un nuovo asse basato su un sistema di principi e valori. Una sorta di terza dimensione: l'impatto. Questa evoluzione nasce dalla spinta di due forze. Da un lato, la società è più consapevole del potere dei suoi investimenti e, dall'altro, anche il regolatore sta promuovendo questo cambiamento.
La ricerca di un impatto positivo è una naturale evoluzione dei fattori ESG. "Ricordo quando abbiamo lanciato la nostra prima strategia tematica 12 anni fa. La preoccupazione principale dell'investitore era l'alfa. Lo è ancora certo, ma si è in qualche modo evoluta. Oltre all'alfa finanziaria, ora pesa quella ambientale e sociale", afferma Vafa Ahmadi, head of Global Thematic Equities e managing director, CPR AM (società specializzata in investimenti tematici di Amundi).
Ma per parlare di impatto, devono essere soddisfatti tre criteri: intenzionalità, misurabilità e addizionalità. Cioè, l'impatto non può essere casuale, deve poter essere misurato attraverso degli indicatori (KPI come vengono chiamati nel settore) e deve poter essere promosso attraverso un coinvolgimento continuo.
Tuttavia, mettere in pratica l'impact investing non è facile. Principalmente per l'accesso ai dati. Ad esempio, nel loro fondo CPR Invest – Social Impact, incentrato sulla disuguaglianza, uno dei principali punti di coinvolgimento su cui lavorano gli esperti è il rapporto retributivo dei CEO. Nel caso delle aziende dell'S&P 500, le cifre si possono ottenere con pazienza e molto lavoro, analizzando le comunicazioni dell'autorità di regolamentazione (la SEC). Ma farlo nei mercati emergenti è un'altra storia poiché anche i dati devono essere standardizzati.
Tutto questo è un buon esempio del lavoro che sta alla base della nascita di un fondo tematico. Tanto lavoro sul campo. Ahmadi ricorda i primi passi nel lancio di CPR Invest Education: "Abbiamo dovuto inviare un'e-mail a quasi 200 aziende per chiedere loro le cifre relative alle ore di formazione e il 70% di loro ci ha risposto", afferma.
Non è un mercato adatto a tutti
L'investimento tematico è diventato una delle aree in più rapida crescita negli ultimi anni. Insieme all'investimento sostenibile (o forse di pari passo) rappresentano la maggior parte dei nuovi lanci da parte dei gestori internazionali. "È normale che gli investimenti tematici attirino sempre più concorrenza", riconosce Ahmadi. Ma proprio come nel mondo dell'SRI si parla di greenwashing, anche gli investimenti temici possono cadere in qualche rischio.
"Non tutte le società sono in grado di offrire una serie di fondi tematici", difende Ahmadi. "Questo tipo di investimento richiede molte risorse. Un team di tre manager non basta, dietro ogni strategia ci sono data scientist, i KPI devono essere sviluppati, spesso da zero. Servono macroeconomisti e strategie per rilevare le vere tendenze a lungo termine”, spiega. È una questione di scala.
Temi: non si tratta solo di crescita
Ahmadi parla per esperienza e con estrema cognizione. Il capo del team Global Thematic Equities della boutique di Amundi ha investito attraverso una lente tematica per più di un decennio. Ha visto il segmento crescere, trasformandosi da nicchia a parte rilevante dei portafogli odierni. E sebbene i fattori tematici siano scommesse a lungo termine, riconosce che esistano una serie di idee che lo attraggono soprattutto guardando all'attualità.
Il primo è l'idrogeno, che stanno veicolando attraverso il nuovo CPR Invest Hydrogen. "Nella transizione verso un'economia a zero emissioni nette, l'idrogeno è una potente alternativa. È una delle opzioni più efficienti per rendere i trasporti più puliti", spiega Ahmadi.
La seconda idea è il CPR Invest Food For Generations, uno strumento per chi cerca un tema più esposto ai ciclici. Il gestore afferma infatti che il 25% del portafoglio è in settori ciclici, che al momento beneficiano dell'aumento del prezzo delle materie prime legate all'agricoltura.
E un ultimo esempio a dimostrazione che i tematici siano in crescita è il CPR Invest Global Resources, con uno stile più settoriale, lo strumento attinge principalmente dalle società minerarie, dal settore dei materiali e da quello energetico.