“Se confronto l'investment grade con l'high yield, preferisco di gran lunga il primo”, afferma Marc Rovers, head of Pan European credit, Active Fixed Income di LGIM. “Per l'high yield in euro, siamo intorno al 20° percentile, e per l'investment grade negli Stati Uniti sotto il 10° percentile”, precisa. “Questo rende l'investment grade in euro ancora attraente in termini di spread e rendimento, con una durata limitata di circa quattro anni e mezzo. Con un rendimento di circa il 4% e un extra rendimento storico rispetto ai titoli di Stato di più di un punto percentuale, i rendimenti possono aumentare di oltre un punto percentuale prima di iniziare a perdere denaro, offrendo un buon margine di sicurezza rispetto al 2022”, spiega l’esperto. “Attualmente - prosegue - la nostra allocazione in high yield è inferiore al 3% perché crediamo ci sia poco valore. Con un'inflazione ostinatamente alta e un ottimismo di mercato, preferiamo mantenere una posizione più prudente”. A essere favorite sono le posizioni conservative “a causa della compressione nell'investment grade e nell'high yield, sovrappesando i single-A e sottopesando i BBB-, specialmente nei settori ciclici”, puntualizza Rovers. “In generale, tendiamo verso una qualità più alta senza rinunciare al carry, con rendimenti superiori al benchmark”, puntualizza.
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