Quali sono le novità principali della nuova direttiva entrata in vigore lo scorso 1 febbraio in Italia, e che impatto avranno sui fondi pensione? Ce lo spiega Antonello Motroni, esperto di Mefop.
L’idea è quella di rilanciare la pensione complementare. Iorp II, la direttiva europea entrata in vigore in Italia lo scorso 1 febbraio, permette, infatti, alle aziende paneuropee di operare in più Paesi dell’Unione avendo standard comuni nei settori chiave come l’amministrazione, la scelta degli asset, la gestione del rischio e la comunicazione. L’operazione è stata facilitata dalla tendenza comune in tutta l’Ue: le fusioni di piani pensionistici più piccoli in grandi unità consolidate. Ma quali sono le novità principali e che impatto avranno sui fondi pensione? “Le novità più rilevanti/critiche sono sicuramente quelle in materia di governo della forma pensionistica” spiega Antonello Motroni, responsabile Area Economia e Finanza di Mefop. “Viene istituzionalizzata la figura del direttore generale e viene abolita quella del responsabile (soltanto per le forme negoziali), il fondo pensione dovrà creare le funzioni fondamentali di gestione del sistema dei rischi, di revisione interna e attuariale (soltanto nei casi previsti dalla legge); dovrà predisporre politiche scritte su tali aspetti; dovrà prevedere e applicare una sana e prudente politica di remunerazione per tutti i soggetti la cui attività avrà un impatto sul profilo di rischio della forma e da ultimo dovrà procedere, con cadenza triennale, alla valutazione interna dei rischi a cui il fondo pensione è o potrebbe essere esposto”.
Gestione del rischio e criteri ESG
Uno degli elementi di maggiore complessità è rappresentato poi dalla nuova figura fondamentale di gestione del sistema dei rischi. “Questa dovrà monitorare e gestire sia i rischi di natura finanziaria sia quelli operativi. Questo profilo appare sicuramente complesso dato che fino ad ora queste due aree sono state gestite separatamente. Da tale complessità discende una seconda complicazione che è legata alla coerenza tra le attuali strutture di controllo in essere (funzione finanza, funzione di controllo interno, collegio sindacale) e la nuova funzione di controllo dei rischi” continua Motroni. La direttiva prevede poi delle novità anche in materia di informazioni agli aderenti ma su tali aspetti la normativa italiana era già stata adeguata per cui, secondo l’esperto, non ci saranno problemi particolari.
D’interesse è anche la novità che la direttiva apporta in materia ESG. “Il documento che descrive il sistema di governo del fondo pensione dovrà tenere in considerazione, relativamente alle decisioni sugli investimenti, dei connessi fattori ambientali, sociali e di governo societario” dice l’analista. “La funzione di gestione dei rischi considera ai fini delle sue attività anche i rischi ESG connessi al portafoglio d'investimento e da ultimo la valutazione interna del rischio triennale dovrà tenere conto di tali fattori. Non sembra, tuttavia, che possa configurarsi da tale articolato di norme un obbligo per i fondi pensione ad effettuare tali investimenti”. Come a dire, i fondi pensione non sono obbligati a investire in maniera socialmente responsabile ma sono obbligati a vigilare se le società in cui hanno investito possano essere a rischio ESG.
Iorp II in apparenza non apporta comunque alcun cambiamento per i risparmiatori. “Tuttavia la direttiva avrà comunque un impatto molto positivo sugli aderenti che è legato al miglioramento della governance del fondo pensione e a un sistema di gestione dei rischi più efficiente”, dice Antonello Motroni. “Un fondo pensione più ‘maturo’ e professionale è, infatti, un soggetto meglio attrezzato a rispondere alle esigenze degli aderenti”.