Oggi in tutto il mondo si celebra la giornata del risparmio: iniziativa avviata il 31 ottobre 1924 per volere dell’economista Marco Pantaleoni e che ogni anno si svolge nello stesso giorno con l’organizzazione di ACRI, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio. L’evento di quest’anno è significativo per due motivi: il centenario esatto dall’avvio della giornata mondiale del risparmio e la trasformazione, sensibile, che questo fattore ha determinato per la popolazione nel corso di un secolo. Su queste basi si è svolta la ricerca annuale ACRI-IPSOS, “1924-2024: Cento anni di cultura del risparmio”, che a partire da una serie di indicatori costanti introdotti nel 2001 (livello di soddisfazione per la propria situazione economica e tenore di vita, atteggiamento e propensione al risparmio e agli investimenti, comportamenti di consumo), integra, di anno in anno, domande specifiche che inquadrano la ricerca nel contesto storico ed economico in cambiamento.
Scelte finanziarie
In particolare, si conferma anche nell’indagine ACRI-IPSOS di quest’anno l’approccio “cauto” degli italiani all’investimento. Secondo quanto rilevato, circa due terzi degli italiani sceglie di non investire, prediligendo la sicurezza percepita della liquidità e un terzo investe solo una piccola parte dei propri risparmi.
Si ridimensiona la crescita della propensione verso strumenti finanziari più sicuri 2023 (36% vs 38% nel 2023), con una lieve crescita dei più propensi al rischio (9% vs 7% nel 2023), spinta da tassi di interesse in discesa per gli strumenti più conservativi, e dalle incertezze sulla resa dell’immobiliare.
Per il 60% che invece risparmia con una progettualità specifica, emerge una maggiore tensione a progetti più a lungo termine rispetto al 2023, in particolare tra la Generazione X, adulti che si trovano in una fase di vita caratterizzata da responsabilità familiari e lavorative crescenti.
Aumenta quindi la necessità di valutare bene la rischiosità dello specifico investimento, mentre la rischiosità del proponente sembra un tema oggi meno rilevante, coerentemente con la crescita della fiducia verso regole e controlli (39% vs 36% nel 2023).
Una quota non trascurabile della Gen Z (19%, vs il 16% del totale) considera il rendimento l’aspetto prioritario dell’investimento, mentre il 23% si dichiara (superiore al 20% della popolazione) interessato ad investire in attività con impatto positivo su ambiente e società. La Generazione Z sembra avere al proprio interno posizioni più polarizzate tra individui più attenti all’immediato e altri guidati da una visione più sistemica di medio e lungo termine.
Percezione tra generazioni
Più in generale, la ricerca conferma una differente percezione del risparmio tra generazioni, con differenze sulle finalità, anche se l’attenzione rimane alta “trasversalmente”. ACRI e IPSOS indicano che la garanzia di stabilità economica è la motivazione addotta dal 38% dei rispondenti, ma tra i Boomer il dato sale al 46%; i più giovani, per contro, sono consapevoli di avere priorità e obiettivi di risparmio differenti da quelli dei loro genitori e seguono le loro priorità (lo dichiarano rispettivamente il 63% dei GenZ e il 64% dei Millennials contro il 56% del totale). Il 33% degli italiani percepisce di avere una capacità di risparmio minore rispetto alle generazioni precedenti a causa delle condizioni macroeconomiche attuali, in particolare l’aumento del costo della vita (70%) e le condizioni lavorative contemporanee (60%), e per i cambiamenti negli stili di vita (60%). In particolare, l’aumento del costo della vita è sentito dalla GenZ (76%) e dai Boomer (77%), mentre le differenti condizioni lavorative sono menzionate dalla GenX (65%).
Il contesto
Per quanto riguarda il contesto generale, gli intervistati indicano un progressivo miglioramento, avviato già lo scorso anno dopo un 2022 molto complesso (sotto molti aspetti, politico, economico e finanziario) complice il calo dell’inflazione e la riduzione della disoccupazione, tanto che le persone che si dicono “soddisfatte della propria condizione economica” passano dal 56 al 64 per cento. Migliorano le aspettative per l’economia mondiale, ma restano non ottimistiche, mentre quelle su Europa e Italia “rimangono stabilmente negative”.
Sostegno del Paese
Resta assai forte il legame percepito tra risparmio e sostegno al Paese. Tre intervistati su quattro lo ritengono importante, uno su cinque ininfluente, con un consenso ancora maggiore tra i giovani (che mostrano un saldo di +61 punti percentuali vs un saldo di +52 del totale popolazione). Il legame percepito tra responsabilità sociale e ambientale e lo sviluppo economico del Paese rimane rilevante, anche se non in crescita.