Jupiter Global Convertibles, il valore difensivo dell’universo delle convertibili

Lee Manzi, gestore del Jupiter Global Convertible, Jupite AM
Lee Manzi, gestore del Jupiter Global Convertible, Jupite AM

Durante il recente crollo dei mercati, le obbligazioni convertibili sono riuscite a mostrare la loro caratteristica natura ibrida? La risposta di Lee Manzi, gestore del fondo Jupiter Global Convertibles, prodotto con rating Consistente (C) FundsPeople per il 2020 è affermativa e sottolinea come l’asset class abbia nel complesso perso meno delle obbligazioni ad alto rendimento e molto meno delle azioni globali.

Quota di rischio in riduzione

“La natura difensiva del fondo Jupiter Global Convertibles”, rivela Manzi, “ha ulteriormente mitigato il ribasso rispetto all'indice di riferimento, l'indice Thomson Reuters Global Focus Hedged CB EUR TR”. “In precedenza, quando i mercati azionari mostravano valutazioni già molto piene, avevamo iniziato a ridurre il delta da circa il 45% a circa il 30%, diminuendo la sensibilità del fondo alle oscillazioni dei prezzi delle azioni. Abbiamo ritenuto prudente una riduzione attiva del rischio fino a quando non avessimo avuto una migliore visibilità sull'entità dell'impatto della pandemia di coronavirus”, aggiunge.

Ad inizio marzo il team di gestione ha deciso inoltre di ridurre ulteriormente la sensibilità della strategia ai mercati azionari assumendo posizioni corte sui future su azioni. Inoltre, la performance relativa, sottolinea il portfolio manager, “è stata aiutata anche dal fatto di non avere alcuna esposizione alle compagnie petrolifere e di gas nell'ambito high yield, in quanto il calo del prezzo del petrolio ha messo sotto estrema pressione i produttori statunitensi di scisto bituminoso”.

Gestione del picco della crisi e posizionamento per la ripresa

Uno dei nodi fondamentali delle giornate più nere vissute nel corso del mese di marzo sui mercati ha riguardato la liquidità, con trading complicati persino su asset mai toccati storicamente da questo tipo di problematiche come ad esempio US Treasury. “Sempre con estrema attenzione”, commenta sul punto Manzi, “abbiamo tatticamente aumentato la nostra posizione di liquidità a circa l'8%, superiore al normale, vendendo obbligazioni convertibili out-of-the-money, cioè dove l'opzione non ha valore intrinseco”.

“In diversi giorni durante la fase di minimi”, prosegue, “la liquidità del mercato è stata spesso estremamente scarsa”. “Dopo il brutale sell off, la liquidità nel mercato dei convertibili è migliorata, anche se gli spread sono ancora più ampi del normale. Siamo dell'opinione che la rapidità e la portata degli annunci di stimolo monetario e fiscale siano senza precedenti e che questi abbiano restituito un po' di normalità ai mercati. Ad esempio, gli spread creditizi hanno cominciato a restringersi. Questo dovrebbe essere di supporto per le valutazioni delle obbligazioni convertibili che sono a sconto rispetto al fair value e, a nostro avviso, rappresentano un'opportunità per gli investitori”, completa.

Incognite e punti fermi

Sebbene la natura non strettamente economico-finanziaria della crisi, originata dalla diffusione su scala globale di un virus presenti risvolti difficili, se non impossibili, da prevedere, la visione di Manzi è complessivamente positiva sulle misure messe in campo per il sostegno al sistema a livello globale. “Le autorità”, dichiara, “sono arrivate a livelli eccezionali per attenuare l'impatto economico del virus. Inoltre, man mano che la gente tornerà al lavoro, ci aspettiamo che la ripresa possa essere netta, dato l'immenso stimolo che alla fine potrebbe risultare potenzialmente inflazionistico”.

Più specificamente sull’attuale posizionamento del fondo fa notare inoltre come non ci sia esposizione diretta a nessuno dei settori più direttamente impattati dalle misure restrittive in atto a livello pressoché globale. “La nostra esposizione al petrolio avviene attraverso forti crediti investment grade come BP e Total. Il portafoglio non ha inoltre alcuna esposizione diretta al settore aereo, anche se abbiamo un'esposizione indiretta attraverso Airbus, Safran e Dassault, ma si tratta di solidi crediti investment grade. Allo stesso modo, non abbiamo neanche un'esposizione diretta al settore viaggi o tempo libero. La nostra esposizione indiretta avviene attraverso solide società investment grade”, analizza nel dettaglio.