Kairos, in Europa e in Italia buone opportunità di investimento

Paolo_Basilico_Kairos
immagine concessa

“Entriamo nel 2015 con l’asset allocation simile a quella del 2014. L’unica differenza è che toglieremo un pò di rischio dai portafogli. Riteniamo che il crollo del prezzo del petrolio e il pesante indebolimento dell’euro non vadano letti e considerati come fattori tecnici di breve periodo quanto come condizioni strutturali di medio lungo termine. A mio avviso in questa fase ci sono grosse opportunità di investimento in Europa e in Italia, tra i principali beneficiari di questo nuovo corso”. Così Paolo Basilico, presidente e ad del gruppo Kairos, che a settembre 2014 ha festeggiato i quindici anni di attività, al consueto appuntamento annuale tenutosi a Milano in forma riservata per la stampa dal titolo “Scenari e proposte di investimento”. E va nel dettaglio: “al momento i nostri portafogli sono esposti per un 40% su obbligazioni, un altro 40% su azioni e il restante 20% sui fondi alternativi. Il 20% è in dollari e abbiamo attuato modifiche importanti a livello di settori e titoli. Privilegiamo quelli che sono fuori del comparto energetico e che potranno beneficiare dal crollo dei tassi di interesse. Il prossimo tagliando sarà quando gli Stati Uniti alzeranno i tassi: in quel momento vedremo se modificare ulteriormente i portafogli”.

La boutique finanziaria Kairos nata a Londra nel 1999 (oggi quasi 7 mld di euro in gestione) ha chiuso un anno e un triennio in bellezza, con i risultati delle gestioni patrimoniali che hanno registrato in media un +8% e un +25% complessivo sul triennio, una volatilità intorno al 3,6%, uno sharpe ratio di oltre il 2%. Le masse sono cresciute nel 2014 del 30% e sul triennio del 60%. Anche i clienti sono aumentati (+15% sul 2014 e +18% sul triennio). Nel 2015 due fondi del gruppo sono in nomination per l’EuroHedge Award 2014: il Kairos Pegasus, nella categoria di nuovi fondi dell’anno e il Kairos Key nella categoria fondi Ucits. E il comparto absolute return Kairos Multi Strategy ha ricevuto dalla rivista Hedge Funds Review il titolo di miglior fondo multi strategy e miglior fondo dell’anno 2014. La prossima settimana la SIM del gruppo completerà la procedura autorizzativa per diventare banca, non tanto per diventare un intermediario commerciale quanto perché come gruppo al servizio dei grandi patrimoni può fare landing ai suoi clienti migliori. “

Non sono però queste le nostre priorità”, precisa Basilico. Sono evoluzioni importanti ma non fondamentali. La cosa che conta per noi è perseguire l’eccellenza per i clienti. Siamo una boutique indipendente e intendiamo continuare a esserlo”. Il manager, poi, in quanto a capo di un’azienda di 140 persone, 80 mln di euro l’anno di fatturato, parla di impresa e di come si possa tornare a essere competitivi, anche alla luce dell’ennesima ubriacatura di liquidità portata in dote dall’ultimo QE della BCE. Sottolinea Basilico: “Il problema della PMI italiana non è tanto legato alla dinamica dell’euro o al quantitative easing. Il punto dolente è che ci confrontiamo con una legislazione onerosissima, con una struttura del mondo del lavoro ancora poco flessibile, un fisco gravosissimo e troppa burocrazia”.

Continua: “occorre tornare a essere competitivi e attraenti agli occhi dei capitali finanziari, come è successo nel 2013, che entrano e escono. I grandi capitali che investono nelle aziende e quindi in economia reale non sono ancora arrivati in Italia. Da noi, a differenza di quanto accaduto in Spagna, non c’è stata una vera reindustrializzazione. Abbiamo ancora aliquote folli che non hanno uguali in Europa. Sono le logiche di base, quelle strutturali, che devono cambiare. Da questo punto di vista Matteo Renzi sta facendo cose interessanti, compresa la mossa sulle banche popolari. Ma c’è ancora molto da fare”. Più in generale, conclude Basilico, in scia alle elezioni greche e al QE, “prevalgono scetticismo e incertezza. I portafogli, in altre parole, non si sono ancora mossi”.