A gennaio le sorti dell'Italia si sono rapidamente invertite. Gli indici azionari sono scivolati in rosso, perdendo oltre il 18%, trascinato verso il basso dal sentimento negativo sul settore bancario. Eppure, secondo uno studio di Morningstar, appena pubblicato e focalizzato sugli azionari italiani, il Paese è stato tra le migliori Borse a livello globale nel 2015, trainato proprio dal settore finanziario e dalle small e mid caps. Il Morningstar Italia Index ha segnato un +17,9% nel 2015, tra i risultati migliori in tutto il mondo (come si vede nel grafico sotto) guidato da titoli finanziari (+ 16%) e dalle piccole e medie imprese: l'indice FTSE Italia MidCap ha registrato un rendimento totale del 41%. Il MSCI Europe NR index ha guadagnato, in confronto, solo l'8,2%.
“L’indice azionario Morningstar Italy ha registrato una delle performance migliori tra i listini globali nel 2015", conferma Francesco Paganelli, fund analyst di Morningstar Italia. "Abbiamo analizzato l’andamento dei prodotti del risparmio gestito dedicati al mercato azionario italiano, con particolare attenzione alle strategie coperte dal team di Manager Research. Il documento descrive alcune delle caratteristiche strutturali del mercato, esaminando tra le altre cose l’active share dei fondi, il tasso di mortalità e l’andamento dei flussi, al fine di fornire agli investitori un aiuto nelle proprie scelte d'nvestimento”.
Secondo il report, infatti, i gestori dei fondi che investono in azioni del Belpaese continuano a far meglio dei principali indici e dei replicanti del settore, confermando i risultati degli ultimi tre, cinque e dieci anni. I portfolio manager hanno poco margine di manovra quando si parla di stile “value” o “growth”: solo un quarto dei titoli è classificato in quest’ultima categoria e solo due fondi (che investono esclusivamente in small-cap) si collocano nella parte destra della Morningstar Style Box. In questo contesto, per aggiungere valore, i gestori tendono a posizionare i propri portafogli in basso nella scala delle capitalizzazioni di mercato, nel segmento delle mid-cap (mediamente infatti i titoli selezionati avevano una capitalizzazione inferiore ai 100 milioni di euro a fine 2015). Tra l’altro, chi investe più aggressivamente nei titoli a bassa e media capitalizzazioni mostra un active share (un indicatore della percentuale dei titoli in un portafoglio che differisce dal benchmark di riferimento) più alto.
Nonostante spesso i risultati indicano che essere attivi paga, gli investitori devono essere consapevoli di alcune insidie: devono prestare particolare attenzione alle alte commissioni previste per le classi retail e all’elevata mortalità dei comparti della categoria (fusioni e/o liquidazioni). Inoltre, dovrebbero cercare di evitare errori di timing, che determinano ciò che Morningstar definisce “investor gap” (differenza tra total return del fondo e rendimento ponderato per il capitale effettivamente investito). Non sorprende dunque che tra i migliori fondi che hanno ottenuto maggiori rendimenti lo scorso anno ci siano proprio quelli che hanno focalizzato le proprie strategie sulle PMI italiane. Tutti i fondi nel miglior quintile della categoria di Mornigstar sugli azionari italiani hanno avuto nel corso dell'anno un'esposizione di media di oltre il 50% alle small e mid caps. Una categoria che in media ha reso qualcosa attorno al 20%. Tutti i fondi qualificati positivamente dal team di ricerca della società di analisi sono finiti, nel 2015, nella parte superiore della classifica della categoria. In particolare fondi come Fideuram Italia e Fondersel P.M.I. Anche l'AXA World Funds Framlington Italy ha beneficiato di una buona selezione tra le piccole e medie imprese del Paese.