La BCE assume le competenze di vigilanza bancaria per l’area dell’euro

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Flickr, creative commons

A cominciare da ieri la Banca centrale europea ha assunto la responsabilità della vigilanza su 120 gruppi bancari europei, di cui 15 italiani. Il nuovo ruolo sarà svolto dal meccanismo cosiddetto Single supervisory mechanism (Ssm). I membri nel board saranno cinque e questo risultato, secondo gli analisti, è un elemento essenziale dell’unione bancaria. La Banca centrale europea assume insomma le competenze di vigilanza sugli enti creditizi dell’area dell’euro, a conclusione di una fase preparatoria di un anno che prevedeva un esame approfondito della tenuta e dei bilanci delle maggiori banche dell’area. Diventa così operativo il Meccanismo unico di Vigilanza (MVU), uno dei tre pilastri dell'Unione Bancaria insieme al Meccanismo unico di risoluzione delle crisi, in vigore nel 2016, e al Fondo Unico per le crisi bancarie, che prenderà il via dal 2025.

La BCE eserciterà la vigilanza diretta su 120 gruppi bancari significativi, che rappresentano l’82% (in termini di attivi) del settore bancario dell’area dell’euro. Inoltre, per gli altri 3.500 enti creditizi definirà gli standard di vigilanza e ne verificherà l’applicazione, collaborando strettamente con le autorità nazionali. Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza della BCE, ha dichiarato: “molto è stato realizzato sul fronte dei preparativi per la vigilanza bancaria. Abbiamo l’opportunità unica di creare una cultura di vigilanza autenticamente europea, attingendo alle migliori pratiche delle autorità di vigilanza in tutta l’area dell’euro”. Gli ultimi 12 mesi sono stati dedicati soprattutto ai preparativi, compresi il completamento della valutazione approfondita e l’adozione degli atti giuridici che stabiliscono le modalità operative dell’MVU e l’istituzione delle nuove strutture di governance.

Il nuovo compito della BCE, che si somma all’esercizio delle funzioni di politica monetaria per la tutela della stabilità dei prezzi, sarà svolto dal Single supervisory mechanism (Ssm), nuovo organo dell’Eurotower che ha l’obiettivo di prevenire e scongiurare gli shock sistemici. A guidarlo è proprio Daniele Nouy, ex segretario generale dell’Autorità di controllo della Banca centrale di Parigi, che risponderà direttamente a Mario Draghi. Numero due del Ssm è la tedesca Sabine Lautenschlager, ex vice presidente della Bundesbank ed ex direttore generale della BaFin, l’organo tedesco di vigilanza bancaria. Altri tre membri completano il board del nuovo organo di vigilanza: l’italiano Ignazio Angeloni, la canadese Julie Dickson e la finlandese Sirkka Hamalainen.

Infine, è bene capire come funziona il Ssm. L’idea di base è la divisione degli istituti in due grandi classi: quelli significativi (circa 1.200), su cui la BCE eserciterà una supervisione diretta con verifiche giornaliere, e quelli meno significativi (circa 3.700), su cui l’Eurotower vigilerà in collaborazione con le rispettive banche centrali. In Italia il referente di Francoforte è Fabio Panetta, vice direttore generale di Bankitalia. Ma in caso di necessità immediata, il Ssm avrà il potere di acquisire la vigilanza anche sugli istituti sorvegliati dalle Banche centrali nazionali entro pochi giorni o poche ore, a seconda del livello di emergenza. La BCE potrà fare ispezioni dirette in banca, imporre rafforzamenti patrimoniali aggiuntivi, dare o meno il via libera alle acquisizioni, autorizzare o ritirare la licenza bancaria. In caso di irregolarità, le sanzioni amministrative potranno arrivare fino al doppio degli utili ricavati o delle perdite evitate grazie alla violazione. In caso di profitti non calcolabili, la sanzione massima arriverà al 10% del fatturato complessivo annuo realizzato nell'esercizio finanziario precedente. Le multe saranno possibili anche in caso di inosservanza di una decisione o di un regolamento in materia di vigilanza.

Le banche italiane che sono soto la supervisione diretta della BCE sono Carige e Mps, le uniche due bocciate agli stress test. Queste dovranno colmare un gap di capitale rispettivamente di 814 milioni e 21, miliardi di euro. Inoltre ci sono Intesa Sanpaolo e Unicredit, Mediobanca - Banca di credito finanziario, Ubi Banca, Popolare dell’Emilia Romagna, Popolare di Milano, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza, Banco Popolare, Credito Emiliano, Credito valtellinese, Iccrea Holding e Veneto Banca.