BCE: tassi in giù e nuovo QE da novembre

Draghi
European Central Bank, Flickr, Creative Commons

Tassi sui depositi allo 0,5% e rilancio del QE (che resterà in vigore “per tutto il tempo necessario a rinforzare l’impatto dei tassi e fino a poco prima dell’inizio del rialzo”). Gli acquisti di titoli di Stato e obbligazioni corporate ripartiranno al ritmo di 20 miliardi al mese dal prossimo 1° novembre. Inoltre, i titoli in scadenza continueranno ad essere reinvestiti per intero fin oltre il rialzo dei tassi “e in ogni caso per il tempo necesario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Come specificato dall’Istituto centrale, i tassi rimarranno ai livelli attuali o anche più bassi fino a che la BCE “non vedrà le prospettive d’inflazione convergere verso un livello sufficientemente vicino, ma al di sotto, del 2%”. Parallelamente, per aiutare le banche a sostenere l'impatto dei tassi negativi è stato introdotto un sistema two-tier per la remunerazione delle riserve e attraverso cui la liquidità in eccesso resterà esente dai tassi negativi.

Assieme alla forward guidance cambiano anche le condizioni delle Tltro: la durata è stata estesa a tre anni e le loro modalità varieranno in modo da “preservare condizioni di prestito bancario favorevoli, garantire la regolare trasmissione della politica monetaria e sostenere ulteriormente la posizione accomodante della politica monetaria”. Questa, in sostanza, l’ultima parola di Mario Draghi che a novembre passerà il testimone a Christine Lagarde.

La parola ai gestori

"L’invenzione di Draghi è stata quella di fissare un importo medio-basso rispetto alle attese (20 mld al mese) per accontentare i falchi, ma di introdurre il concetto di scadenza aperta per non deludere le colombe e mostrarsi al mercato pronto a fare “whatever it takes” per raggiungere lo scopo di alzare l’inflazione e sostenere l’economia", ha commentato Marco Vailati, responsabile Ricerca Investimenti di Cassa Lombarda. "Oltre ai movimenti al ribasso dell’euro e dei tassi nominali e al rialzo delle borse, la maggiore conferma di come il mercato sia stato sorpreso nel complesso positivamente viene dalla reazione del tasso di inflazione attesa: l’inflazione attesa a 5 anni fra 5 anni è salita dopo l’annuncio da 1.26% a 1.34%", commenta l'esperto.

I mercati, dunque, apprezzano il nuovo round di politica monetaria accomodante, ma per Silvia Dall’Angelo, senior economist di Hermes IMl'impatto sull'economia reale delle misure annunciate è incerto. “I tassi di interesse sempre più negativi hanno un effetto economico netto di non facile interpretazione: pesano sulla redditività delle banche e potrebbero avere conseguenze controproducenti per l'accesso al credito. Essi potrebbero anche rafforzare in modo ambiguo gli incentivi al risparmio per le famiglie che devono far fronte a passività future fisse, zavorrando di conseguenza i consumi”, spiega Dall’Angelo.

David Zahn, responsabile fixed income europeo di Franklin Templeton prevede che “il programma di acquisto di asset sarà principalmente incentrato sui titoli di Stato, ma probabilmente con maggiore attenzione alle obbligazioni societarie rispetto al passato. L'introduzione del tiering riduce efficacemente gli addebiti che le banche pagano sui loro deposti presso la BCE per aiutare il sistema bancario. Riteniamo che queste politiche dovrebbero continuare a sostenere i mercati dei titoli di Stato europei mantenendo bassi i rendimenti per il prossimo futuro”.

“La politica monetaria è stata per troppo tempo l'unico strumento utilizzato, nonostante la sua scarsa capacità di affrontare le questioni strutturali che sono probabilmente alla radice dell'attuale lentezza della crescita europea”, afferma Dall’Angelo. “È giunto il momento che altri responsabili politici prendano il testimone dalla BCE e attuino una spesa fiscale mirata, approfittando di condizioni monetarie più favorevoli e di riforme strutturali”.