La corsa delle unit linked

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Oggi il tema centrale dell’industria dell’asset management e del settore assicurativo è l’esigenza di contenere i costi. L’IVASS, infatti, negli ultimi anni ha posto l’attenzione sul concetto di value for money, cioè quanto valore è in grado di creare un prodotto al netto dei costi. Ciò implica il bisogno di innovazione all’interno delle soluzioni multiramo, per garantire un servizio di qualità alla clientela. In un tale contesto, la gestione passiva trova terreno fertile su cui operare e proprio questa recente combinazione ha reso più attraenti le unit linked agli occhi degli investitori. In una tavola rotonda virtuale abbiamo chiesto pertanto a compagnie assicurative e distributori cosa si cela dietro la crescita delle unit linked e come un provider può rispondere a tali esigenze.

Sebastiano Serrao articolo

Quella che stiamo vivendo è una nuova primavera delle unit linked. L’idea di soluzioni olistiche che diano la possibilità con un unico prodotto di accedere ad un’ampia gamma di investimenti innovativi e personalizzati, ne ha determinato un trend di crescita. “Dobbiamo creare soluzioni che siano adattabili nel tempo sia al contesto di mercato, che alle esigenze del cliente, in maniera efficiente”, commenta Sebastiano Serrao, responsabile Gestioni Patrimoniali e Prodotti Assicurativi di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking. “A ciò si aggiunge il contesto macroeconomico di incertezza che richiede una maggiore protezione del capitale e un’attenzione verso la pianificazione finanziaria e successoria”, sottolinea il manager. Un regime fiscale di maggior favore, le prestazioni assicurative e l’ampia flessibilità nella definizione dei beneficiari rappresentano, infatti, caratteristiche distintive importanti.

Andrea Passoni  articolo

“Il ramo terzo offre un alto livello di diversificazione e facilita l’accesso a vari mercati, vantaggi che la gestione separata non è in grado di assicurare”, afferma invece Andrea Passoni, responsabile Unit Linked di Eurovita. “L’elevata capacità di innovazione rende il prodotto sempre aggiornato e all’avanguardia, intercettando alcuni trend come i PIR e gli investimenti ESG, o consentendo l’accesso a settori molto interessanti. È possibile inoltre inserire all’interno delle unit strategie decorrelate, per esempio fondi long/short o quantitativi, usare approcci a volatilità o var controllati, inserire opzioni contrattuali di stop loss o fund monitor”, spiega l’esperto.

Paolo Davoli articolo

Riuscire ad offrire copertura assicurativa in maniera semplice e trasparente è la chiave di volta del risparmio gestito, per questo la crescita delle unit linked è un fenomeno che è destinato a rafforzarsi. “Il differimento delle imposte al momento della chiusura del contratto le rende particolarmente efficienti dal punto di vista fiscale. Inoltre la possibilità di modulare gli investimenti tra differenti tipologie e profili di portafogli le rende particolarmente attraenti”, suggerisce Paolo Davoli, Responsabile Finanza di CredemVita. Nei nostri prodotti unit linked esistono poi tools particolari, molto apprezzati dalla clientela, come l’invest plan che consente di accedere gradualmente alle asset class più rischiose, o come lo stacco cedola che risponde all’esigenza di avere fonti di reddito periodiche.

Luigi Provenza articolo

 Alla luce di queste caratteristiche di compensazione fiscale, diversificazione e dei benefici successori, “in casi di patrimoni minori le unit linked possono rappresentare anche l’unico prodotto in portafoglio, ma è bene aumentarne il peso anche nei patrimoni più consistenti, dove il passaggio generazionale ha un ruolo centrale”, dichiara Luigi Provenza, Chief Commercial Officer Investiment & Wealth Management di Banca Widiba. “Sono riuscite a innovarsi nel tempo, sia come strumenti, che nelle garanzie, come per esempio il programma di life cycle che consente gradualmente di spostarsi da asset meno rischiosi a quelli più rischiosi del portafoglio”, conclude.

Come rispondono i provider di passivi a questo trend

Un player come Vanguard può essere un partner ideale in questo momento per compagnie e distributori, dove il tema centrale per il regolatore è il contenimento dei costi dei prodotti e la restituzione di valore al cliente. La gamma di prodotti passivi consente di costruire portafogli assicurativi a costi bassissimi nella componente core, tuttavia il costo oggi è condizione necessaria ma non sufficiente per garantire qualità. Occorre guardare anche ad altri aspetti, quali le masse gestite, la liquidità, l’efficienza di replica e la differenziazione dell’offerta rispetto alla concorrenza.

Marco Tabanella articolo

 “È importante offrire una gamma prodotti versatile e declinata in ETF, fondi indicizzati e strategie attive a basso costo. Se combinate in modo innovativo, queste soluzioni possono essere sfruttate al meglio per segmentare la clientela e i canali distributivi” dichiara Marco Tabanella, Senior Sales Executive and Deputy Country Head Italy di Vanguard. “Inserire fondi indicizzati nelle polizze a fondi esterni consente di superare alcune difficoltà operative che si potrebbero riscontrare con ETF, come ad esempio, il pricing al NAV consente di inviare ordini per importo, evitando di gestire spezzature, e non occorrono broker come per le negoziazioni di ETF” conclude. Inoltre, dato che i passivi rappresentano una novità per i canali distributivi e visto l’ampio spazio di crescita in questo campo, Vanguard ha deciso di supportare le reti tramite attività di formazione, perché i consulenti possano prendere più consapevolezza di questi strumenti.