La ricerca dell'asset allocation ottimale in tempi incerti

Didier Saint-Georges
Didier Saint-Georges, membro del Comitato Strategico di Investimento e Managing Director, Carmignac

L'approccio giusto per affrontare contesti di mercato particolarmente complicati è da sempre uno dei temi principe del mondo della gestione. Molti osservatori, sia professionisti che privati, si trovano in grande difficoltà nell’effettuare previsioni di mercato in questo momento. Di fronte ai piani di sostegno dei governi, culminati con l’accordo recentemente raggiunto dall’Unione Europea sul Recovery Fund, agli interventi eccezionali delle Banche centrali e alla forte instabilità economica generata dallo tsunami della pandemia.

Di fronte a tali e tanti elementi di complessità, "a quale razionalità à possibile appellarsi e come trovare la ricetta per la migliore asset allocation?", si chiede Didier Saint-Georges, membro del Comitato Strategico di Investimento di Carmignac. "La preoccupazione della stragrande maggioranza degli economisti era che una simile politica monetaria non convenzionale avrebbe provocato un’impennata dell’inflazione. Così non fu. Al contrario, per un decennio i tassi di interesse hanno registrato cali vertiginosi.

Umiltà di fronte all'ignoto

"In primo luogo", spiega, "giustificare qualsiasi strategia con l’illimitato “intervento delle banche centrali” appare insufficiente, oltre che approssimativo. La verità è che nessuno, e di certo non le Banche Centrali, conosce gli effetti a lungo termine, e tutte le conseguenze, generati dalla creazione infinita di moneta per finanziare deficit abnormi". Un utile esempio tratto dalla storia dei mercati risale, secondo l'esperto, 2009, quando le Banche centrali per la prima volta acquistarono asset finanziari su grande scala. "La preoccupazione della stragrande maggioranza degli economisti era che una simile politica monetaria non convenzionale avrebbe provocato un’impennata dell’inflazione. Così non fu. Dieci anni dopo, con l’aggiunta dell’incognita della minaccia virale mondiale, occorre essere umili di fronte all’ignoto e guardarsi bene dal formulare previsioni certe che inevitabilmente avranno vita breve. Per affrontare questa radicale incertezza gli investitori, per loro fortuna, possono fare riferimento a una regola d’oro: non tutti gli asset sono fragili", argomenta Saint-George.

Ricerca della resilienza

"Alcuni asset", prosegue il membro del Comitato Strategico, "non solo sono resistenti all’incertezza, e perfino al caos, ma addirittura ne traggono beneficio. Si tratta di quelli che il saggista Nassim Taleb ha definito asset antifragili. Nell’attuale contesto di mercato, i titoli tecnologici e l’oro appartengono a questa categoria e questo giustifica il loro andamento in borsa". La chiave per comprendere quanto sta accadendo sono, secondo il manager, le tendenze deflazionistiche e l'investimento nei settori correlati. "In primis quello tecnologico, non indebitato e in grado di generare elevata liquidità. Il comparto healthcare, che fa leva sull’invecchiamento demografico, e ancora, i grandi gruppi internazionali responsabili delle catene di approvvigionamento globali. D’altra parte, i titoli dei settori industriali e bancari, che hanno bisogno di un’attività economica robusta per generare margini d’esercizio e permettersi investimenti a lungo termine, hanno perso terreno", analizza Saint-George.

"Al mosaico", aggiunge, "si è aggiunto un nuovo tassello: una pandemia di cui nessuno può prevedere l’evoluzione e che non solo rafforza le tendenze deflazionistiche esistenti, ma sta modificando il comportamento dei consumatori, forse anche nel lungo periodo", rafforzando, fa notare, da un lato la tendeza all'allocazione nei beni rifugio e dall'altra il posizionamento sui settori a più alta marginalità fra quelli meno colpiti, se non avvantaggiati, dalle misure di contenimento del contagio dispiegate su scala globale. "Così", conclude, "le due scommesse, che in realtà non possono essere definite tali, più remunerative da inizio anno sono state l’indice Nasdaq dei maggiori titoli tecnologici, in rialzo del 25%, e il Gold Miners Index, che ha segnato un +35%. Sono stati quindi gli investitori stessi a stabilire qual è l’asset allocation ottimale in tempi di estrema incertezza, quando la fiducia nelle previsioni economiche sarebbe illusoria".