Il Global Fund Flows Report di Morningstar ha evidenziato una riduzione dei flussi netti nel 2018, ma i fondi monetari hanno raccolto 331 miliardi di dollari, registrano il miglior anno dal 2007.
Il 2018 sarà ricordato come un anno straordinariamente negativo non solo per i mercati finanziari, ma per l’intero settore dell’asset management. Secondo la settima edizione del Global Fund Flows Report per i fondi e gli ETP (Exchange Traded Product) di Morningstar, lo scorso anno, i flussi netti sono stati di 606 miliardi di dollari, contro i 2 mila miliardi del 2017. Si tratta del livello più basso dal 2011. Ad avere la meglio sono stati i fondi monetari, che hanno registrato il miglior anno dal 2007 con 331miliardi di dollari di sottoscrizioni nette.
Ecco i principali trend emersi dallo studio:
- La domanda di fondi indicizzati è stata forte ovunque. Gli Stati Uniti hanno registrato i flussi più alti negli index fund (+459 miliardi), seguiti dall’Asia (+117) e dall’Europa (+80).
- Nel complesso, i fondi indicizzati hanno raccolto 695 miliardi nel 2018, mentre le strategie attive hanno subito deflussi netti per 87 miliardi.
- Nonostante sia stato il peggior anno dal 2008 per le borse mondiali, i fondi azionari hanno raccolto 352 miliardi di dollari, molto meno del 2017, ma meglio rispetto alle precedenti correzioni dei listini del 2011 e 2016.
- I fondi obbligazionari hanno ricevuto flussi netti più bassi degli azionari (156 miliardi) e in decisa diminuzione rispetto al 2017. E’ il peggior risultato dal 2013.
- Tra i grandi asset manager, Vanguard e BlackRock/iShares dominano la classifica per flussi netti nel 2018, con rispettivamente 176 e 167 miliardi nei fondi a lungo termine (tutte le categorie di fondi, esclusi i monetari). Franklin Templeton è stata la peggiore con riscatti netti per 44 miliardi.
“Tra correzione del mercato azionario e preoccupazioni sul settore del credito, l’avversione al rischio è stata più evidente nel reddito fisso. Nel complesso, gli investitori sono diventati più strategici e meno guidati dalle performance nel comparto azionario, mentre in quello obbligazionario hanno ridotto il rischio di credito e cercato riparo in veicoli a breve termine, come i fondi monetari”, commenta Kevin McDevitt, senior analyst e autore del Global Fund Flows Report.