Con MIFiD II è stato introdotto il concetto di “ongoing suitability”, vale a dire la valutazione di adeguatezza periodica, per assicurarsi che le informazioni restino aggiornate per il cliente. Ce ne parla Paolo Galvani, presidente e fondatore di Moneyfarm.
Il processo di profilazione del cliente di Moneyfarm è ibrido: fa ampio uso di tecnologie algoritmiche ma che si avvale anche, se richiesto, della competenza di consulenti dedicati.
“L’investitore si registra al nostro sito e, prima ancora di raccogliere ulteriori informazioni (o fornirgli un qualche tipo di condizionamento), gli viene sottoposto il questionario MiFID sull’adeguatezza, che è suddiviso in 3 parti”, spiega Paolo Galvani, presidente e fondatore di Moneyfarm. “Non appena completato il questionario, mostriamo all'investitore il risultato: fornendo una descrizione concisa del profilo di rischio. Crediamo che in questa fase il cliente debba agire in totale autonomia, solo in questo modo possiamo essere sicuri di ridurre al minimo la probabilità che il suo giudizio venga influenzato”.
Una volta fatto ciò, (e dopo aver firmato elettronicamente la contrattualistica prevista) la piattaforma permette all’investitore di inserire le ultime, ma fondamentali informazioni quali la somma da investire (in unica soluzione o PAC) e, soprattutto, orizzonte temporale (non vincolante) per l’investimento stesso. Quest’ultima fase può essere fatta in totale autonomia o col supporto di un consulente.
“Il nostro processo, così come le nostre tecnologie, sono migliorate continuamente da un punto di vista tecnico tramite strumenti di analisi dati avanzati”, spiega. “Crediamo che questo approccio sia un grande valore aggiunto per il cliente, inoltre permette un vantaggio in termini di costi di business e distribuzione: proprio qui si trova la chiave del nostro modello”.
La valutazione di adeguatezza periodica attraverso la digitalizzazione
Con MIFiD II è stato introdotto il concetto di “ongoing suitability”, vale a dire la valutazione di adeguatezza periodica. In poche parole, l’esercizio di valutazione deve essere ripetuto con cadenza periodica (almeno annuale) per assicurarsi che le informazioni restino attuali e l'investimento adeguato. “Anche in questo caso la tecnologia/digitalizzazione del servizio ci permette di fare le cose meglio, riducendo al minimo lo stress per l’investitore”, spiega il presidente.
La tecnologia può essere utile in tutte le fasi del processo di investimento. “Digitalizzare e, a volte, standardizzare non significa approssimare: ma avere pieno controllo della situazione del cliente, sia in fase iniziale che continuativa, offrire un servizio più comodo e senza frizioni, approcciando la consulenza in modo più scientifico”, conclude.